da: Il
Fatto Quotidiano
Angelino ha paura: i primi segnali del metodo Boffo
La professione della moglie e il rapporto con i Ligresti
al centro delle attenzioni di Ghedini e soci (falchi) per eventuali dossieraggi
contro il ministro dissidente
di Fabrizio d’Esposito
Dal lodo che porta il suo nome, Alfano, al
metodo Boffo, di cui ieri Vittorio
Feltri ha riparlato: “Fu una
polpetta avvelenata di Sallusti”. Dal servilismo al terrore. Il
berlusconismo non lascia scampo ai suoi complici pentiti. Tutto torna. A
cominciare da Niccolò Ghedini, senatore e avvocato di B., che i ministeriali
descrivono come l’anima nera dei falchi di Palazzo Grazioli. La resa di
Angelino Alfano al Condannato, che dovrebbe reggere anche dopo l’ennesimo
ultimatum berlusconiano, è soprattutto merito di Ghedini.
Già Guardasigilli
ombra che dettava lodi e leggi ad personam ad Alfano ministro della Giustizia,
il legale dei guai del Cavaliere sarebbe stato il sicario incaricato di
recapitare un pò di messaggi al capo delle colombe fedifraghe. E la frase
finale, un’allusione evidente al metodo Boffo, che si basa sull’uso politico
della notizia, più spesso del fango, avrebbe spaventato il quarantenne Angelino
senza quid. Il quale da giorni compulsa i quotidiani di destra con il cuore che
schizza. Ieri, i sussulti sono stati più d’uno.
Sul Giornale
di Sallusti (e Santanchè) ben due le pagine per massaggiare i “diversamente
berlusconiani”, cioè alfaniani, Renato Schifani (“La maledizione dei
superpresidenti” del Senato) e Maurizio Lupi (il partito lobby di Comunione e
liberazione). Servizi che sono un’autentica novità per il lettori sallustiani,
abituati a leggere di Schifani e Lupi come di due eroi senza macchia della
destra padronale del Condannato. Su Libero, poi, un lungo articolo sul
dossier che avrebbe spinto il Cavaliere a “congelare” Alfano. Poca roba, che
però serve a mettere pressione e paura sul giovane vicepremier.
Ma che cosa teme Alfano? Secondo la versione
che circola tra i falchi del Pdl, Ghedini
avrebbe fatto riferimento alla moglie
di “Angelino”, che divenne nota quando il marito s’inventò la riforma della
mediazione civile. Lei si chiama Tiziana
Miceli e fa l’avvocato civilista. È stata una delle primissime mediatrici
dopo la svolta del consorte guardasigilli. Quanto guadagna oggi? Mistero. Sul sito dell’attuale vicepremier e titolare
dell’Interno non c’è infatti traccia
della dichiarazione dei redditi di Miceli. Consenso negato per la legge
sulla privacy. Così si conoscono le cifre del marito, circa 105mila euro, ma
non le sue. All’interno del Pdl girano cifre a sei zeri, dieci se non venti
volte superiori a quelle del marito. Del resto, tre anni fa, nel 2010, la
moglie di Alfano denunciava circa 230mila euro.
Secondo capitolo, i rapporti tra Alfano e il clan dei Ligresti,
precipitato nell’abisso giudiziario. A Roma, la famiglia del capo dei
ministeriali vive nel condominio più lussuoso dei Parioli. Di proprietà dei
Ligresti, appunto. Il prezzo
dell’affitto è un dettaglio. Nel senso che l’amicizia impone cifre
inferiori a quelle di mercato. Tra moglie mediatrice e casa di favore, Alfano è
un prodotto tipico della Casta, per tralasciare i guai del fratello Alessandro. Come ha detto Barbara Berlusconi: “Molti
agiscono solo per interesse, per le poltrone e per il potere”. Altro che la
politica, altro che il polpettone del padre tradito (il Condannato) dal figlio
prediletto (il Senza Quid).
A fronte di questi
timori, la soluzione di tutto non può che essere la resa. Nel Pdl sono convinti
che i due, “Silvio” e “Angelino”, si parleranno e torneranno di nuovo insieme.
Forse già da ieri sera. Il rientro in
Forza Italia riguarderebbe lui e altri due ministri, Lupi e De Girolamo.
Niente da fare, invece, per Quagliariello
(Riforme) e Lorenzin (Salute)
che seguiranno il destino dei governisti duri e puri come Cicchitto e Formigoni. Sui due ministri giubilati, sarebbe pure
stato proposto uno “scambio di
prigionieri”. Per la serie: “Caro presidente noi ti diamo le teste di
Quagliariello e Lorenzin, ma tu taglia Verdini e la Santanchè”. Ma chi si
arrende, in genere, non è mai in una posizione di forza. Soprattutto se corre
il rischio del metodo Boffo.
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