martedì 22 ottobre 2013

A pranzo con la Mafia: allarme Coldiretti, business cibo

da: Lettera 43

Criminalità, l'agromafia è cresciuta del 12% i due anni
Allarme Coldiretti: sul cibo business criminale da 14 miliardi. E arriva il kit per la falsa mozzarella.

La crisi economica ha colpito indiscriminatamente tutti i settori, tranne uno. Quello dell'agromafia, cioè l’attività illegale della criminalità organizzata legata al mondo dell’agricoltura.

AUMENTO DEL 12%. Il Rapporto Agromafie 2013, elaborato da Coldiretti/Eurispes e presentato al Forum dell'agricoltura e dell'alimentazione a Cernobbio ha infatti messo nero su bianco che il volume d'affari complessivo dell'agromafia è salito a 14 miliardi di euro, con un aumento del 12% rispetto al 2011 «perché la criminalità organizzata trova terreno fertile proprio nel tessuto economico indebolito dalla crisi».
DANNEGGIA MADE IN ITALY. Secondo quanto ha scritto il rapporto, «è una peculiarità del moderno crimine organizzato estendere, con approccio imprenditoriale, il controllo sull'economia invadendo i settori che si dimostrano strategici ed emergenti, come quello agroalimentare e compromettendo tra l'altro in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto anche di minare l'immagine dei prodotti italiani ed il valore del Made in Italy».
FRUTTA E VERDURA. «In questa opera di infiltrazione le mafie stanno approfittando della crisi per penetrare anche nell'imprenditoria legale. Hanno già imposto il controllo sulla produzione e la distribuzione di vari generi
alimentari, soprattutto nel settore frutta e verdura», continua ancora il rapporto, «Potendo contare costantemente su una larghissima ed immediata disponibilità di capitale e sulla possibilità di condizionare parte degli organi preposti alle autorizzazioni ed ai controlli le mafie si muovono con maggiore facilità rispetto all'imprenditoria legale. Impongono la vendita di determinate marche e prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, per via della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente».
5 MILA LOCALI ALLA MAFIA. Alcune stime, ha precisato Coldiretti/Eurispes, indicano in 5 mila i locali di ristorazione in Italia in mano alla criminalità organizzata, nella maggioranza dei casi intestati a prestanome. Secondo la Direzione investigativa di Roma, il 15% del fatturato realizzato dalle attività agricole appartiene all'illecito.

Il racket cibo fa volare prezzi dal campo alla tavola. +294%
La criminalità inoltre riesce a condizionare i prezzi del cibo determinando rincari anche esponenziali (+294%) per via del controllo esercitato su tutta la filiera.
Soprattutto pesano le intermediazioni svolte dai commissionari mediante forme miste di produzione, stoccaggio e commercializzazione.
Un condizionamento che parte dal campo visto che quasi un immobile su quattro confiscato alla criminalità organizzata risulta terreno agricolo: su 12.181 beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, 2.919 sono rappresentati da terreni agricoli (primato di confische in Sicilia, seguita da Calabria e Campania), «a dimostrazione della strategia di accaparramento delle campagne messa in atto dalla malavita».
PREZZI IMPOSTI DA MALAVITA. Le organizzazioni criminali, ha proseguito il rapporto Coldiretti-Eurispes, «impongono, con maggior vigore in determinate zone territoriali, i prezzi d'acquisto agli agricoltori e si può dire che arrivino fino alla tavola degli italiani, grazie all'ingresso diretto nella Grande distribuzione organizzata (Gdo) con supermercati ed insegne proprie». Naturalmente questa presenza si ripercuote sul mercato, distruggendo la concorrenza e instaurando situazioni di monopolio od oligopolio.
FRODI AUMENTATE. Un'indagine conoscitiva dell'Antitrust ha evidenziato che i prezzi per l'ortofrutta moltiplicano in media di tre volte dalla produzione al consumo, ma i ricarichi variano del 77% nel caso di filiera cortissima (acquisto diretto dal produttore da parte del distributore al dettaglio), del 103% nel caso di un intermediario, del 290% nel caso di due intermediari, fino al 294% per la filiera lunga (presenza di 3 o 4 intermediari tra produttore e distributore finale).

Il rapporto dedica anche attenzione alle frodi a tavola, «moltiplicatesi con la crisi» e con il preoccupante dato di un aumento dal 2007 del 170% del valore di cibi e bevande sequestrate.

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