da: Piovono Rane
Alessandro
Gilioli: “Modelli di business e modelli di balle”
Leggete bene quello che Gianni Riotta ha scritto su Glenn Greenwald,
l’ex giornalista del ‘Guardian’ coautore dello scoop sulla Nsa:
«Greenwald è stato assunto dal miliardario
Pierre Omidyar, fondatore della catena di aste online eBay, e il duo intende
lanciare nuovi documenti, senza le precauzioni giornalistiche ‘old media’ dei
quotidiani, considerate obsolete».
Ora leggete come lo ha interpretato, giustificandolo, il suo
direttore sulla Stampa:
«Riotta ha raccontato che Greenwald sta
varando un sito online con il miliardario fondatore di ‘eBay’ Pierre Omidyar e
ha messo in guardia dal ritenere obsoleti i vecchi strumenti del giornalismo:
verificare fonti, ascoltare le due campane, dare diritto di replica».
Ora, dire che uno «intende lanciare
documenti senza precauzioni etc» a me non pare uguale a «metterlo in guardia»
dal farlo. Ma proprio per niente. Se io dico che uno «intende rubare», non lo
sto «mettendo in guardia» dal rubare: lo sto accusando di aver intenzione di
rubare. E non è affatto una questione sottile, di lana caprina. C’è in mezzo
una differenza sostanziale: quella tra una calunnia e un consiglio. Mica poco.
Possiamo fare infinite elucubrazioni sulla
crisi del giornalismo e dei suoi modelli di business. Ma se non ripartiamo dai
fondamentali – cioè dall’onestà intellettuale, dal non mischiare le carte per
darsi ragione quando si ha torto – non andremo mai da nessuna parte.
Arrampicarsi sugli specchi per difenderci tra compagni di merende è il
contrario della credibilità, della ‘reliability’: e in questo contrario non ci
sarà mai modello di business che tenga.
(Ps. Mantellini, per disperazione, la butta in fantasy).
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