venerdì 25 ottobre 2013

Datagate e Stampa (il quotidiano, per questo la ‘s’ è maiuscola): l’articolo di Riotta, il commento di Gilioli (Piovono Rane)

da: Piovono Rane

Alessandro Gilioli: “Modelli di business e modelli di balle”

Leggete bene quello che Gianni Riotta ha scritto su Glenn Greenwald, l’ex giornalista del ‘Guardian’ coautore dello scoop sulla Nsa:

«Greenwald è stato assunto dal miliardario Pierre Omidyar, fondatore della catena di aste online eBay, e il duo intende lanciare nuovi documenti, senza le precauzioni giornalistiche ‘old media’ dei quotidiani, considerate obsolete».

Ora leggete come lo ha interpretato, giustificandolo, il suo direttore sulla Stampa:

«Riotta ha raccontato che Greenwald sta varando un sito online con il miliardario fondatore di ‘eBay’ Pierre Omidyar e ha messo in guardia dal ritenere obsoleti i vecchi strumenti del giornalismo: verificare fonti, ascoltare le due campane, dare diritto di replica».


Ora, dire che uno «intende lanciare documenti senza precauzioni etc» a me non pare uguale a «metterlo in guardia» dal farlo. Ma proprio per niente. Se io dico che uno «intende rubare», non lo sto «mettendo in guardia» dal rubare: lo sto accusando di aver intenzione di rubare. E non è affatto una questione sottile, di lana caprina. C’è in mezzo una differenza sostanziale: quella tra una calunnia e un consiglio. Mica poco.

Possiamo fare infinite elucubrazioni sulla crisi del giornalismo e dei suoi modelli di business. Ma se non ripartiamo dai fondamentali – cioè dall’onestà intellettuale, dal non mischiare le carte per darsi ragione quando si ha torto – non andremo mai da nessuna parte. Arrampicarsi sugli specchi per difenderci tra compagni di merende è il contrario della credibilità, della ‘reliability’: e in questo contrario non ci sarà mai modello di business che tenga.

(Ps. Mantellini, per disperazione, la butta in fantasy).

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