venerdì 11 ottobre 2013

Ritratti: Sean Penn

 
Sean Justin Penn nasce a Los Angeles il 17 agosto 1960. Figlio d’arte: il padre Leo Penn è regista e attore, la madre Eileen Ryan un’attrice. Regista e attore sono anche i fratelli Michael e Chris. Le origini della famiglia sono russe e spagnole: i nonni paterni sono ebrei immigrati dalla Russia e dalla Lituania, il padre ha origini spagnole. La madre Eileen invece è cattolica, di origini irlandesi ed italiane.

Dopo aver frequentato la Santa Monica High School, lavora per due anni come tecnico di scena e assistente alla regia di Pat Hingle con il "Group Repertory Theatre" di Los Angeles, ed è proprio in teatro che ottiene la sua prima parte come attore: in "Heartland" di Kevin Hellan. Le critiche sono entusiastiche.

Nel 1974 debutta in un episodio della serie ‘La casa nella prateria’, mentre è nel 1981 il suo debutto cinematografico con Taps – Squilli di rivolta cui seguono: nel 1983 Bad Boys, melodramma ambientato in un riformatorio, e nel 1986 A distanza ravvicinata,  storia vera di un ragazzo succube di un padre delinquente.


Dopo ruoli drammmatici, ecco un’incursione nella commedia: Shanghai Surprise nel 1986  e Non siamo angeli nel 1989.
Il 1991 vede il suo debutto come regista. Il film è Lupo solitario. Due anni dopo torna davanti la macchina da presa. E’ quella di Brian De Palma per il film Carlito’s Way.

Ma è ancor piu negli successivi che la personalità artistica di Sean Penn si distingue nel panorama cinematografico americano.
C’è la secondo regia con Tre giorni per la verità (1996), la storia di un padre che si vendica dell’assassino del figlio, e nello stesso anno è il protagonista indimenticabile di Dead Man Walking – Condannato a morte di Tim Robbins con il quale ottiene l’Orso d’argento per migliore attore al Festival di Berlino e una nomination come miglior attore protagonista agli Oscar. Ed è con She’s So Lovely – Cosi carina di Nick Cassavetes che si guadagna la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes.

Questa la filmografia successiva non sempre di pari livello ma che lo mantiene al top dei talenti hollywooddiani: 
  •  Turn – Inversione di marcia (1997)
  • The Game – Nessuna regola (1997)
  • Bugie, baci, bambole & bastardi  (1998 miglior attore al Festival di Venezia)
  • La sottile linea rossa  di Terence Malick (1998)
  • Accordi e disaccordi di Woody Allen (1999)
  • Il mistero dell’acqua di Kathryn Bigelow (2001) 

Con Mi chiamo Sam di Jessie Nelson ottiene, nel 2001, la nomination all’Oscar come come migliore attore. Nel 2002 dirige il videoclip di Peter Gabriel The Barry Williams Show.

Ma è nel 2003 che Sean Penn dà ancora la dimostrazione di una personalità artistica non comune. Intensa è la recitazione in Mystic River di Clint Eastwood nel quale interpreta un ex delinquente diventato buon padre di famiglia e la cui vita è sconvolta dall'assassinio della figlia. Vince – meritatamente – l'Oscar come miglior attore protagonista e il Golden Globe

Continua a prediligere ruoli intensi e gira 21 grammi, dove interpreta il ruolo di un professore malato terminale. Gira poi The Assassination, la storia vera del tentativo (sventato) di Samuel Byck, un modesto negoziante di Cincinnati, di far schiantare un piccolo aereo sulla Casa Bianca allo scopo di uccidere il presidente Nixon. 

Come sempre impeccabile ed efficace in The Interpreter di Sidney Pollack con Nicole Kidman (girato nel Palazzo di Vetro dell'ONU messo a disposizione da Kofi Annan). 

Nel 2006 è insieme a Jude Law e Kate Winslet nel film Tutti gli uomini del Re dove interpreta Willie Stark, un attivista politico che si impone all’attenzione per i suoi programmi rivoluzionari ma che rimane “contaminato” dalla scalata al potere tanto da essere sospettato di corruzione e malcostume.  

Nel 2007 torna alla regia per dirigere la storia di Christopher McCandless in Into the Wild - Nelle terre selvagge, attualmente il maggior film di successo del regista. Penn ha dovuto attendere oltre dieci anni per ottenere i diritti dall' autore del libro, da cui è tratto il film, Jon Krakauer, e poter realizzare questo film. 

Nel maggio del 2008 presiede la giuria del Festival di Cannes.

Il 22 febbraio 2009 vince il suo secondo Oscar per la performance nel film Milk di Gus Van Sant, dove interpretata Harvey Milk, paladino dei diritti gay assassinato nel 1978. Entra così a far parte della ristretta cerchia (Spencer Tracy, Gary Cooper, Fredric March, Marlon Brando, Dustin Hoffman, Jack Nicholson, Tom Hanks, Daniel Day-Lewis) degli attori che hanno ottenuto due Oscar per il miglior attore protagonista.
Nel 2011 interpreta Cheyenne, la rock star in declino protagonista del film "This Must Be the Place", diretto dall'italiano Paolo Sorrentino.


Vita privata e sociale
Sul set del video musicale di Material Girl conosce Madonna, che sposa nel 1985 e dalle quale divorzia quattro anni dopo. Si lega quindi all’attrice Robin Wright dalla quale ha due figli, Dylan e Hopper. Il matrimonio con la Wright va avanti ad alti e bassi. Si lasciano, si risposano nel 1996. Alla fine del 2007, la coppia annuncia la separazione ma nell'aprile del 2008 nuova riconciliazione. Ma la crisi non è finita. L’anno successivo annunciano il divorzio.
Sean Penn, come molti attori americani, è impegnato nel sociale. In particolare, con l’associazione J/P Health Relief Organization da lui creata per aiutare la popolazione di Haiti colpita duramente dal terremoto nel gennaio 2010.


Il meglio (ma non solo) di Sean Penn
Metto Sean Penn al pari di Jack Nicholson. Istrionico, intenso. Non bello ma con fascino. E uno dei miei attori preferiti e lo considero tra i migliori attori in assoluto. Tra i film che apprezzo maggiormente ci sono: Mystic River, Dead Man Walking, Mi chiamo Sam, Milk, ma anche lo Sean Penn solitario che si apre lentamente e ti guarda con sospetto ma si sta legando. E’ così in The Interpreter.
Una menzione la faccio per un film di cui si parla poco ed è pressoché ignorato dai canali digitali o pay: The Game di David Fincher. Non si capisce per quale motivo questo film non abbia riscosso lo stesso successo di Seven. The Game è un videogame cinematografico. Avvincente e con un finale a sorpresa.
Così come si dovrebbe avere maggiore considerazione del film Il mistero dell’acqua di Kathryn Ann Bigelow (consacrata regista nel 2010 con l’Oscar per la regia di The Hurt Locker).
Come in ogni carriera che si rispetti non sempre le scelte e le performance sono elevate, ma questo non diminuisce il talento di Penn. Io l’ho trovato scontato in Tutti gli uomini del Re (ruolo per lui facile che gli scivola via senza lasciare particolare impronta) dove però è stato superato da un sorprendente Jude Law. E Gangster Squad di Ruben Fleischer se lo poteva risparmiare. Brutto film e ruolo troppo facile che per un attore che dà il meglio di sé in ruoli complessi densi di sfumature.

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