Destino
paradossale, quello delle parole. In nome della trasgressione appena ieri ci si
faceva beffe dei divieti imposti per via autoritaria e del perbenismo, si
aspirava all’equità sociale. Secoli prima, grandi movimenti di pensiero avevano
ingaggiato battaglia contro i valori tramandati, e inaugurato così la
modernità. Ma l’«andare oltre» di oggi è l’emblema del dominio, perché si
annida in un modello di sviluppo planetario che rispetta una sola regola:
ignorare ogni confine naturale, geopolitico, etico, antropologico e simbolico,
assimilandone l’idea stessa a remora passatista di cui liberarsi per aprire ai
mercati. Il peccato di dismisura, sanzionato con severità dagli antichi, si è
rovesciato in precetto; il furore prometeico ha sopravanzato lo spirito di
sovversione. Serge Latouche non ci sta.
Da
anni elabora il progetto di un’alternativa praticabile al binomio
crescita-illimitatezza. Si chiama decrescita
e il suo concetto strategico è limite.
Sinonimo di privazione in una prospettiva sviluppista, il limite appare qui
come vero punto di forza che può trattenerci dal baratro. Alla tracotanza
autodistruttiva dell’universalismo liberoscambista e alla pervasività delle sue
invarianti culturali – la riduzione a merce esportabile di regimi politici,
principi giuridici, gesti, credenze, immagini – Latouche contrappone le
eco-compatibilità, le sovranità circoscritte, le identità plurali, i legami che
creano società. Tutto ciò attorno a cui è tracciabile un limite. Nella speranza
che non sia troppo tardi.
Serge Latouche, professore
emerito di Scienze economiche all’Università di Paris-Sud, ha pubblicato presso
Bollati Boringhieri L’occidentalizzazione
del mondo, Saggio sul significato, la portata e i limiti dell’uniformazione
planetaria (1992), Il pianeta dei
naufraghi. Saggio sul doposviluppo (1993), La Megamacchina. Ragione tecnoscientifica, ragione economica e mito del
progresso. Saggi in memoria di Jacuqes Ellul (1995), L’altra Africa. Tra dono e mercato (1997), La sfida di Minerva. Razionalità occidentale e ragione mediterranea
(2000), Giustizia senza limiti. La sfida
dell’etica in una economia globalizzata (2003), Come sopravvivere allo
sviluppo. Dalla decolonizzazione
dell’immaginario economico alla costruzione di una società alternativa
(2005), Breve trattato sulla decrescita serena
(2008), Sortilegi. Racconti africani (con
Enzo Barnabà, 2008), L’invenzione
dell’economia (2010), Come si esce
dalla società dei consumi. Corsi e percorsi della decrescita (2011) e Per un’abbondanza frugale. Malintesi e
controversie sulla decrescita (2012).
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