da: Il Fatto Quotidiano
Milano,
la movida e i boss del sabato sera
di Gianni
Barbacetto
Sabato sera a Milano, alle Colonne di San
Lorenzo, uno dei luoghi più affollati della movida milanese. Centinaia di
ragazzi s’incontrano, chiacchierano, bevono una birra. Nella spiazzo tra la
basilica e le colonne romane, un piccolo palco, due riflettori, un microfono.
Alcune ragazze prendono la parola. Brevi interventi, letture di brani di libri
o articoli di giornale. Raccontano che nella movida, qui in città, c’è un
protagonista segreto, ma molto attivo: la mafia. Dicono ai loro coetanei
che quando, nella notte milanese, comprano del fumo, pagano una birra, entrano
in una discoteca, c’è un’alta probabilità che finanzino un boss di Cosa Nostra
o della ‘ndrangheta. I casi giudiziari sono ormai molti, più d’una le indagini
su locali e discoteche controllate dalle cosche. Qualche vetrina è saltata, il
fuoco si è mangiato qualche locale e qualche camion che vende panini. I sigilli
del giudice sono comparsi sulle porte di qualche discoteca sequestrata. Qualche
nome noto è finito sui giornali: Shocking Club, Luminal, Café Solaire…
Le
inchieste stanno accertando i legami tra i loro amministratori visibili e
l’invisibile Guglielmo Fidanzati, figlio di Gaetano, boss storico di Cosa
Nostra. Insomma, dicevano i ragazzi sul palco, la mafia è tra noi, la
sfioriamo ogni notte, qui, a Milano. La scena, in uno dei luoghi più belli
della città,
mi ha ricordato altre scene, viste a migliaia di chilometri da
qui: a Palermo, dove i ragazzi di Addiopizzo stanno da anni
diffondendo informazione e promuovendo quello che chiamano “consumo critico”:
frequentiamo, dicono, soltanto negozi e locali che garantiscono di essere mafia-free.
Togliamo alle cosche il loro potere più grande, che è quello di fare soldi con
i nostri soldi, con le nostre vite. A Palermo, Addiopizzo è ormai diventa
una realtà importante, che si vede e si sente. Partita nel 2004 con un
manifestino anonimamente affisso nella notte (“Un intero popolo che paga il
pizzo è un popolo senza dignità”), in quasi dieci anni ha cambiato, almeno in
parte, il modo di pensare in città.
A Milano ancora niente di tutto questo: siamo
indietro di almeno dieci anni. Adesso però qualcosa si nuove. Sabato scorso è
stata una “Notte contro le mafie”, alle Colonne. A organizzarla, i giovani di
Facciamo Rete (associazione delle associazioni giovanili, promuove i contatti
con la pubblica amministrazione) e i giovani del Pd, con l’adesione della
Federazione degli studenti, di Libertà e giustizia e dell’Anpi Porta Genova (i
partigiani tesserati in questa sezione hanno una media d’età inferiore ai 30
anni). Era presente anche il presidente della commissione comunale antimafia,David
Gentili. Obiettivo: informare sulle infiltrazioni criminali. E poi passare
all’azione. Per esempio compilando una mappa dei locali “a rischio” e
assegnando un “bollino qualità” (come quello palermitano di Addiopizzo) ai
locali “virtuosi” che garantiscono di essere mafia-free. Il percorso non
sarà breve, ma almeno anche a Milano è iniziato. Ora vedremo se i giovani di
questa città hanno a cuore il loro futuro.
twitter:
@gbarbacetto
Nessun commento:
Posta un commento