da: Il Fatto Quotidiano
Banche,
in Europa si allenta la stretta del credito. In Italia no
La
Bce registra per il primo trimestre una diminuzione dell'irrigidimento dei
criteri di concessione dei prestiti, mentre nella Penisola a marzo i
finanziamenti a privati sono scesi ancora
Nel primo trimestre dell’anno ha continuato
a ridursi la stretta creditizia per le imprese e le famiglie ma il
calo netto della domanda di prestiti si è accentuato, soprattutto per quelli
alle famiglie. E’ quanto emerge dall’indagine sul credito bancario nell’area
dell’euro per il primo trimestre del 2013 pubblicata sul bollettino mensile
della Bce.
Nei primi tre mesi, per l’area dell’euro nel
suo complesso, rileva l’Istituto di Francoforte, “l’irrigidimento netto dei criteri
di concessione dei prestiti applicati dalle banche alle imprese è
diminuito, portandosi al di sotto della media storica calcolata
dall’inizio dell’indagine nel 2003. Anche quello sui prestiti per l’acquisto di
abitazioni ha mostrato un’attenuazione, pur rimanendo lievemente superiore alla
relativa media storica. Per quanto riguarda il credito al consumo, il
livello di irrigidimento netto si è mantenuto ampiamente in linea con la media
storica”.
Per quanto riguarda la domanda di
prestiti da parte delle imprese, le banche dell’area dell’euro “hanno segnalato
che il calo netto è rimasto sostanzialmente invariato nel primo trimestre del
2013, collocandosi su un livello di gran lunga inferiore alla media storica.
Secondo gli istituti interpellati, tale andamento
ha riflesso soprattutto il
contributo negativo degli investimenti fissi. Nello stesso periodo la
perdurante flessione netta della domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni
e credito al consumo da parte delle famiglie si è accentuata, a indicare che la
contrazione netta della domanda è tornata su livelli comparabili a quelli
dichiarati nel 2012”. Per il secondo trimestre del 2013 le banche “si attendono
un grado di irrigidimento netto per i prestiti alle imprese
invariato, nonchè un’ulteriore riduzione di quello riguardante i prestiti
erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni e per i consumi”.
Nessun barlume di speranza per l’Italia,
invece, dove secondo i dati della Banca Centrale a marzo è cresciuta
ancora la contrazione dei prestiti bancari ai privati. I dettaglio, i
finanziamenti sono scesi su base annua dell’1,6%, contro il -1,4% di febbraio.
I prestiti alle famiglie sono scesi dello 0,8% sui 12 mesi (-0,7% a
febbraio), quelli alle società non finanziarie sono diminuiti del 2,8% (-2,7% a
febbraio).
Insomma, l’unica nota positiva registrata
da Bankitalia, è stato un calo degli interessi sui mutui. Secondo i dati
dell’istituto, i tassi sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per
l’acquisto di abitazioni sono diminuiti al 3,90 per cento (3,98 per cento a
febbraio) e quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono diminuiti
al 9,64 per cento (9,78 a febbraio). I tassi d’interesse sui nuovi prestiti
alle società non finanziarie, invece, sono rimasti pressochè invariati, così
come quelli passivi sul complesso dei depositi in essere.
Sul fronte delle banche, infine, accelera
il tasso di crescita delle sofferenze sui 12 mesi che è aumentato al
21,7% rispetto al 18,6% del mese precedente. L’aumento del tasso di crescita
delle sofferenze sarebbe da attribuire al proseguire della congiuntura
economica negativa. Nell’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria di qualche
settimana fa la Banca d’Italia segnalava un peggioramento del flusso di nuove
sofferenze per le imprese, specie quelle delle costruzioni, a causa del
perdurare della crisi.“Secondo gli indicatori prospettici – spiegava il
rapporto – sarebbe in atto un ulteriore deterioramento: l’indice basato sul
passaggio dei prestiti alle imprese tra le diverse categorie utilizzate dalle
banche a fini gestionali è ancora peggiorato; sono inoltre aumentate sia la
probabilità di ingresso in sofferenza entro un anno, sia la quota dei prestiti
a debitori in temporanea difficoltà”.
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