giovedì 30 maggio 2013

Amministrative, M5S: Grillo e i “maestrini dalla penna rossa”

Oggettivamente, i “ritratti” che Grillo fa in un post sono azzeccati. Anche quello su Civati. Che non si capisce che ci faccia ancora nel Pd. In senso inversamente proporzionale a Renzi…
Con ciò, parlare solo degli errori e/o dei limiti atavici degli altri è un modo per evitare di affrontare la questione. La “pagliuzza”, ammesso e non concesso che non sia una trave, c’è.
Asserisco questo pur avendo l’impressone – per nulla suffragata da sondaggi - che il M5S non calerà così sensibilmente alle prossime elezioni nazionali.
Rimane il fatto che il risultato delle amministrative dimostra che c’è un solo vincitore: l’astensione. I partiti e il M5S hanno perso.
Grillo può sostenere che il M5S non è un partito come quelli dell’inciucio perenne ma, tanto più lo dice, tanto più deve dimostrare che il M5S è portatore -  concreto, reale - di un vero cambiamento. Sennonchè…
Vuoi per la gestione di Grillo/Casaleggio – non diversa da quella degli amministratori “assolutisti” di certi forum (di tv, gossip, politica, non fa differenza) che prima attraggono e poi creano distacchi - vuoi per la pochezza, non solo dei pochi voti arrivati dal web, ma mentale (non dovuta solo all’inesperienza, ma all’ignoranza) - il vero cambiamento non si sta vedendo.
Sarà colpa – esclusiva – della stampa di regime inciuciara e dei talk televisivi. Stampa e tv che Giuseppe Piero Grillo non frequenta, che ha proibito – non a torto, visto la pochezza del 98% degli onorevoli e senatori cinquestelle - agli eletti dell’”uno vale uno”.
Quella stampa e tv che tutti i giorni, più volte al giorno, parla di lui e del Movimento 5 Stelle. Lo fa da mesi. Eppure, c’era questa stampa e tv dipendente (eufemismo) quando il M5S ottenne un risultato considerevole alle elezioni politiche…
Ma non chiedete a Grillo come mai. Potreste rientrare nei “ritratti” di un suo post.



Il maestrini dalla penna rossa

Dopo le elezioni comunali parziali che storicamente, come qualsiasi asino sa, sono sempre state diverse come esito e peso rispetto a quelle politiche, c'è un fiorire di maestrini dalla penna rossa. Sono usciti dalle cantine
e dai freezer dopo vent'anni di batoste e di vergogne infinite del loro partito, che si chiami pdmenoelle o Sel, non c'è differenza. In prima fila persino, con mio sincero stupore, un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra. E' tornato in grande spolvero il supercazzolaro che non sa nulla né di Ilva, né degli inceneritori concessi alla Marcegaglia, è come le vecchie di "Bocca di Rosa" "Si sa che la gente dà buoni consigli/ se non può più dare cattivo esempio". C'è poi lo smacchiatore di Bettola in grande forma che spiega, con convinzione, che la colpa del governo delle Larghe Intese è del M5S quando il pdmenoelle ha fatto l'impossibile per fottere prima Marini e poi Prodi e non ha neppure preso in considerazione Rodotà.
Belìn, questo ha perso più battaglie del general Cadorna a Caporetto e ci viene venduto da Floris come Nelson a Trafalgar. I maestrini dalla penna rossa sono usciti dal libro Cuore, impersonano però Franti e non Garrone. Mentono agli elettori, fanno inciuci, usano la fionda contro i passerotti e poi nascondono la mano. Renzie, lo statista gonfiato, imperversa con le sue ricette e le critiche al M5S su tutti i canali televisivi preda di compiacenti cortigiane come la Gruber. Renzie non è più sindaco di Firenze da tempo, è diventato un venditore a tempo pieno di sé stesso. Vende in giro un sindaco mai usato, come nuovo. Persino Topo Gigio Veltroni è stato riesumato per discettare delle elezioni, forte della sua esperienza di averle perse tutte, ma proprio tutte. E poi c'è la claque, quella cattiva e quella buona, quella che attacca a testa bassa, la cui esponente è la Finocchiaro che vuole fuorilegge il M5S, accampata in Parlamento da 8 legislature, e quella buona, alla Pippo Civati, che non ha fatto i nomi dei 101 che hanno affossato Prodi, che vive in un partito che succhia da anni centinaia di milioni di finanziamenti pubblici, ma però è tanto buonino. Lo vorresti adottare o, in alternativa, lanciargli un bastone da riporto. Maestrini che vedono la pagliuzza negli occhi del M5S, pagliuzza che spesso non c'è neppure, e non hanno coscienza della trave su cui sono appoggiati.


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