L'ex
furbetto del quartierino Danilo Coppola assolto con formula piena. All'Huffpost
dice: "Sono stato vittima di manovre dei poteri forti"
di Andrea
Bassi
Quasi due anni di carcerazione preventiva.
Un tentativo di suicidio. Un fuga dall'ospedale dove era piantonato solo per
rilasciare un'intervista a SkyTg24 per dichiararsi "un perseguitato".
E ora, dopo oltre un lustro, assolto perché il fatto non sussiste. Condannato a
sei anni di reclusione in primo grado, l'immobiliarista Danilo Coppola, uno dei
protagonisti dell'estate dei furbetti del quartierino, quella delle scalate
alle banche, è stato assolto con formula piena in appello. Una sentenza che
arriva dopo che già la Cassazione aveva riabilitato l'imprenditore romano
annullando il fallimento della Micop. Proprio quello che aveva portato
all'arresto di Coppola. L'Huffingtonpost ha raggiunto telefonicamente
l'immobiliarista.
Dottor
Coppola, lei ha detto a caldo: “molti devono vergognarsi di quello che è
accaduto”. Chi e perché?
Sono anni che cerco di raccontare quello
che è accaduto. Il mio arresto è stato creato a tavolino dalla Procura di Roma.
Mi hanno arrestato facendo fallire
una mia società (la Micop, ndr) senza che io
ne fossi a conoscenza. Una società fatta fallire, tra l’altro, per un debito
fiscale di 7 milioni di euro in un gruppo che all’epoca fatturava 3,5 miliardi.
Per questo sono stato tenuto in custodia cautelare per 2 anni, battendo ogni
record nella storia della Repubblica italiana. Senza quella istanza di
fallimento, poi annullata dalla Cassazione, non ci sarebbe stato il caso
Coppola. È stato fatto un attentato ad una persona ritenuta in quel momento
scomoda. Alcuni pm si sono comportati come dei camerieri dei poteri forti. Non
so per quali ragioni o quanto consapevolmente.
In
che modo avrebbero "servito" questi poteri forti?
È bastato che alcuni giornali facessero degli
articoli delegittimatori e loro si sono messi a ruota.
Che
fa, tira in ballo il cortocircuito mediatico-giudiziario?
Sono finito in un meccanismo del genere. Ma
non è solo questo. Mi sono scontrato con un pubblico ministero, il dottor
Cascini, che probabilmente apparteneva ad una classe sociale diversa e che
vedeva in me un arricchito.
Addirittura
pregiudizi sociali?
La realtà è che ero una preda facile. Non
ero legato a nessuna lobby di potere. Si sono accaniti su di me.
Lei ha tirato in ballo i poteri forti
dietro le sue vicende. Chi sarebbe il burattinaio o i burattinai?
Non voglio fare nomi, ma è semplice tirare le fila. In quel momento ero un imprenditore di 38 anni che era arrivato ad avere il 5% di Mediobanca, una disponibilità di partecipazioni importante. È chiaro che questo dava fastidio a chi è seduto nel salotto buono. C'è stata una reazione.
Non voglio fare nomi, ma è semplice tirare le fila. In quel momento ero un imprenditore di 38 anni che era arrivato ad avere il 5% di Mediobanca, una disponibilità di partecipazioni importante. È chiaro che questo dava fastidio a chi è seduto nel salotto buono. C'è stata una reazione.
In
che modo?
Tramite i giornali. Hanno fatto dei dossier
su di me. Dossier prodotti apposta per delegittimarmi e fare il vuoto intorno.
Alla prova dei fatti si è dimostrato tutto falso. Quello che mi è successo è
veramente una pagina vergognosa della giustizia italiana. Non si può arrestare
una persona, far fallire una società a sua insaputa, metterla in custodia
cautelare per un tempo lunghissimo, poi si scopre che nulla era vero.
In
termini umani immagino che questa vicenda l’abbia provata moltissimo, ma in
termini finanziari quanto le è costata?
I miei avvocati hanno fatto dei conti
precisi. Questa vicenda è costata 1,2 miliardi al mio gruppo. Danni veri. La
detenzione ha prodotto un effetto domino che ha portato al sequestro e alla
svendita di numerosi asset. Faccio solo l’esempio delle azioni Bim che quando
me le hanno sequestrate valevano 22 milioni di euro, oggi che me le
restituiscono valgono 10 milioni.
Adesso
cosa farà?
Grazie a Dio non mi sono mai arreso. Adesso
sto facendo delle ristrutturazioni del mio gruppo. Continuo ad avere degli
asset molto importanti. La mia famiglia sta costruendo il centro di Porta
Vittoria a Milano, 150 mila metri quadri tra residenze e uffici, uno degli
alberghi più grandi di Milano, un centro commerciale di cui una parte venduto a
Esselunga.
Adesso
si terrà lontano dalla finanza?
Guardi, il mondo nel frattempo è cambiato.
Anche questi poteri forti che c’erano nel 2005-2006 oggi sono meno forti di
prima. Tante lobby si sono frantumate. È chiaro che oggi viviamo in un momento
in cui c’è molta più meritocrazia che appartenenza a classi sociali o ad
amicizie.
Nessun commento:
Posta un commento