da: La Stampa
«La
storia siamo noi» senza Minoli
Scatta
l’allarme tra i documentaristi “Per noi era l’unico contenitore in tv”
Gubitosi
frena: “Nessuna chiusura”. Ma senza il suo storico conduttore il futuro del
programma è incerto
di Alessandra
Comazzi
Chiude «La Storia siamo noi», la notizia si
diffonde e provoca reazioni immediate nella rete, tra il pubblico («era uno dei
rari programmi che si poteva definire di servizio pubblico»), e tra i
parlamentari, del pdl e del pd, di qua e di là, come si conviene ai tempi.
Ma «“La Storia siamo noi” non chiude - dice
il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi - termina semplicemente il
contratto con Giovanni Minoli che era andato in pensione tre anni fa ed aveva
siglato un contratto triennale, che scade il 31 maggio, per il 150° dell’Unità
d’Italia. Il format della Storia siamo noi è della Rai, era stato ideato da
Renato Parascandolo, poi gestito da Minoli per una fase che adesso si chiude»,
e Gubitosi ringrazia il giornalista per il lavoro svolto, e non escludendo in
futuro nuove collaborazioni. Intanto pare che i colleghi che lavoravano con
lui, si stiano già cercando altri posti. E, in effetti, è difficile immaginare
«La storia siamo noi» senza Minoli. Il quale dice: «Io non traggo nessuna
conclusione. Certo, per ora non mi hanno proposto niente».
Potete chiederlo a coloro che si occupano
di televisione, che la televisione la fanno: Giovanni Minoli, come ogni persona
di forte personalità, potrà anche non essere simpatico a tutti. Ma tutti gli
riconoscono una conoscenza del mezzo, un’esperienza, una voglia di sperimentare
non comuni, praticamente uniche. Che si possono notare a occhio nudo anche dal
sito della sua creatura, «La storia siamo noi», una struttura trasversale
ideata nel 1997 per l’appunto da Renato Parascandolo, che allora dirigeva RaiEducational.
E che Minoli ha condotto attraverso le tempeste che periodicamente si abbattono
sulla Rai. Minoli è pure colui che, in tempi lontani e non sospetti, ideò quel
«Posto al sole» che rilanciò la fiction in Italia, oltre che il Centro di
produzione Rai di Napoli. Nessuno ci avrebbe scommesso un copeco, gli davano
del pazzo, ma l’«esperimento» dura ancora.
E’ vero dunque che il format «La storia
siamo noi» è della Rai e non di Minoli, ma lui oggettivamente l’ha fatto
crescere e caricato di contenuti, storici, sociali, di costume. Conoscendo la
televisione e chi la fa, e non avendo paura di sperimentare, di testare nuovi
talenti. Proprio stasera, giovedì 16, va in onda su Raitre la vicenda di
Umberto II, ultimo re d’Italia; e in questi giorni si possono ricordare le
imprese di Renzo Arbore in «L’altra», cioè l’altra tv. Si tratta di sostanza,
insomma. Nel mondo appassionato e certo non ricco dei documentaristi c’è
apprensione: «La storia siamo noi è l’unico contenitore - dicono - per i doc
prodotti da documentaristi indipendenti italiani, Gi altri programmi comprano
solo cose dall’estero. La nostra memoria è cultura e va sostenuta, almeno dal
servizio pubblico».
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