giovedì 16 maggio 2013

Quelli delle…larghe intese: il Pdl ritira fuori la legge bavaglio


da: Lettera 43

Intercettazioni, il Pdl ci riprova col bavaglio
Costa ripresenta il ddl Alfano: «Scelta politica». Stretta sulle indagini telefoniche delle toghe.

Il bavaglio è tornato a sventolare minaccioso. Ora che il senso di persecuzione giudiziaria è ancora fresco - tornato d'attualità con i processi Mediaset e Ruby - Silvio Berlusconi ha dato ordine al Popolo della libertà di riaccendere il pressing sulle toghe.
Stavolta non in piazza, ma dentro il parlamento, a suon di leggi. Il tema bollente è un vecchio incubo del Cavaliere: le intercettazioni telefoniche.
RIECCO IL DDL ALFANO. Sono stati presentati alle Camere due progetti di legge: uno a Montecitorio, a firma Maurizio Bianconi, e uno al Senato di Domenico Scilipoti. Un terzo è già stato annunciato da Enrico Costa, capogruppo del Pdl in commissione Giustizia.
Ricalcano perfettamente i principi del testo Alfano che mirava a una stretta sullo strumento investigativo.
Per il Cavaliere l'argomento - che era finito anche nella relazione dei famosi 'saggi' - ora è diventato una «priorità».

LE TELFONATE DELLA P3. Guarda caso proprio il 15 maggio è arrivata alla giunta delle autorizzazioni della Camera la richiesta del gip di Roma di utilizzare le telefonate di Denis Verdini, Nicola Cosentino e Marcello Dell'Utri nell'ambito del procedimento sulla 'P3'.
Nello stesso giorno la famiglia Berlusconi è tornata all'attacco della magistratura su Panoramatramite le parole di Marina, che ha definito il processo Ruby «una farsa».
I giudici, dal canto loro, hanno invocato un intervento del ministro Annamaria Cancellieri in difesa della categoria finita di nuovo nel mirino.
COSTA: «UNA SCELTA POLITICA». Ma il Pdl non si è fatto intimidire. Costa ha chiarito i motivi dell'iniziativa: «Il mio testo è identico a quello che era stato presentato dal governo Berlusconi ed è una scelta politica. Proprio ieri, nell'Ufficio di presidenza della commissione, ho chiesto che sia data la priorità a quei provvedimenti che erano già stati approvati da una parte del parlamento, in primis le intercettazioni e la responsabilità civile dei magistrati, in materia di giustizia».
PROPOSTA CHE SI ARENÒ NEL 2011. Il ddl dell'ex guardasigilli Alfano creò fratture tra Pd e Pdl anche nella scorsa legislatura, poco prima della crisi di governo che portò all'avvicendamento tra Berlusconi e Monti. Ma la legge bavaglio si arenò alla Camera nell'ottobre del 2011.
Da sinistra si è alzato un coro di indignazione. Rosy Bindi ha lanciato insinuazioni: «Il tempismo del Pdl sulle intercettazioni se non è sospetto è certamente inopportuno. Sono giorni che Berlusconi e i suoi pretoriani attaccano la magistratura, prima a Brescia e poi a Milano, con toni inaccettabili. Non ho mai creduto alla favola propagandistica della pacificazione ma credo che oggi chi anche in buona fede lo sperava dovrà suo malgrado ricredersi. L'ossessione giudiziaria di Berlusconi sta complicando oltre modo l'avvio della legislatura e il lavoro del governo»
DI PIETRO: «PROTEGGONO LA CRICCA». Durissimo anche il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro su Twitter: «Il Pdl non conosce vergogna. Vogliono nascondere i misfatti della cricca. L'Idv si è sempre battuta contro una legge liberticida. Non permetteremo che si limitino le intercettazioni. Sono uno strumento vitale per le indagini».
EPIFANI: «NON È LA PRIORITÀ». Tutti i democratici, col capogruppo alla Camera Roberto Speranza e il segretario Guglielmo Epifani in testa, hanno parlato di «tema non opportuno, le priorità sono altre».
Anna Rossomando, deputata democratica della commissione Giustizia, ha frenato i berlusconiani: «La riproposizione da parte del Pdl del testo già proposto nella passata legislatura rischia di far fare un grave passo indietro al confronto politico».
I VERDI: «VOGLIONO L'IMPUNITÀ DEL CAV». Frecciata al veleno di Angelo Bonelli dei Verdi: «Mentre le famiglie italiane combattono ogni giorno con la crisi, con i licenziamenti, con i mutui e con la disperazione, il Pdl non trova di meglio da fare che riproporre il bavaglio per le intercettazioni per garantire l'impunità di Berlusconi».

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