da tempo non mi capitava di condividere e
sottoscrivere il pensiero di Michele Serra
da: la Repubblica
Ogni volta che vedo e sento parlare il
deputato delle Cinque Stelle Alessandro Di Battista (24 anni; suo l’eccellente
intervento alla Camera sul caso dei marò) o leggo sue dichiarazioni, mi faccio
la stessa domanda: perché non è del Pd o di Sel? La domanda, sia chiaro, non è
rivolta a lui, che ha tutto il diritto di stare dove ha scelto di stare. È
rivolta alla sinistra italiana, che evidentemente ha perduto, insieme a buona
parte del proprio appeal politico, la capacità di attrarre e selezionare una
nuova classe dirigente laddove questa nuova classe dirigente si manifesta,
vive, lavora, produce idee ed esperienze.
Una nuova leva giovane ed energica, nel Pd
e in Sel, è già reperibile, anche se ancora poco distinguibile e udibile, forse
per sudditanza generazionale. Ma l’impressione è che tra i grillini sia fluita
una parte rilevante della leva politica nata attorno a questioni (come i beni
pubblici, i diritti individuali, le nuove forme di partecipazione e di
rappresentanza) che segneranno profondamente il futuro della società italiana.
Perché questo sia accaduto, è una delle domande cruciali che dovrebbe farsi il
Pd, piuttosto che scannarsi sulle tattiche congressuali e sull’agenda (tutta
interna) della sua manutenzione straordinaria.
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