giovedì 23 maggio 2013

Politici inquisiti, quelli della….prescrizione: Penati


da: Lettera 43

Sesto, concussione prescritta per Penati
Aveva promesso di rinunciarvi. Ma in aula è assente. Così cade un capo d'imputazione: «Però farò ricorso».

L'assenteismo processuale che fa comodo. È caduto un capo d'imputazione per Filippo Penati. I giudici del tribunale di Monza hanno dichiarato la prescrizione per il reato di concussione contestato all'ex sindaco di Sesto San Giovanni ed ex presidente della Provincia di Milano, imputato per il giro di tangenti che ha coinvolto il comune lombardo.

Penati è accusato per presunte mazzette legate alla riqualificazione delle aree ex Falck e Marelli, per le quali deve essere processato, ma non più per il capo di imputazione relativo alla concussione.
LA PROMESSA DELLA RINUNCIA. Eppure durante le indagini preliminari aveva annunciato ai giornali e alle televisioni che avrebbe rinunciato alla prescrizione.
Il 22 maggio doveva confermare questa sua decisione ai giudici del tribunale di Monza. Ma non si è presentato in aula per la dichiarazione ufficiale per cui il tribunale, per quanto riguarda il reato di concussione, ha dovuto dichiarare la prescrizione.
Il processo continua per i reati di corruzione e finanziamento illecito ai partiti relativi alla Milano-Serravalle e a Milano-Metropoli.

LA SOSPENSIONE PER CONTATTARLO. Al momento di pronunciare la conferma dell'avvenuta prescrizione dei reati, il giudice ha sospeso l'udienza: «Vogliamo capire se Filippo Penati intenda o non intenda avvalersi della prescrizione», ha detto Letizia Brambilla, presidente della sezione del tribunale.
Riflettori quindi spostati su Matteo Calori, avvocato difensore dell'ex presidente della Provincia di Milano, che ha contattato il suo assistito per avere conferma circa le sue intenzioni di presentarsi in aula e pronunciarsi circa la volontà di opporsi alla sentenza di prescrizione, eventualmente ricorrendo anche in Cassazione.
«NON C'È E NON DECIDO PER LUI». «Penati non c'è e io non posso al momento assumere la responsabilità di una sua decisione a riguardo», ha detto il legale.
L'avvocato Calori ha poi abbandonato l'aula da una porta laterale tentando di eludere i cronisti: «Verrà quando riterrà. Io faccio l'avvocato. Non faccio altro. No comment».
LA CONFERMA DI PENATI. Successivamente il diretto interessato ha confermato la sua volontà: «Come annunciato, già nei prossimi giorni farò ricorso in Cassazione per annullare la sentenza di prescrizione voluta dai pm per i fatti di 13 anni fa», ha detto Penati.
«IO IL PROCESSO LO VOGLIO, NON SFUGGO». Roberto Saviano ha attaccato il suo comportamento e quello del Pd. Penati allora ha replicato: «Non ha a cuore la dignità propria e del partito chi sfugge al processo e non chi come me lo vuole. La prescrizione è stata chiesta dai pm e non da me».

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