da: Lettera 43
Sesto,
concussione prescritta per Penati
Aveva
promesso di rinunciarvi. Ma in aula è assente. Così cade un capo d'imputazione:
«Però farò ricorso».
L'assenteismo processuale che fa comodo. È
caduto un capo d'imputazione per Filippo Penati. I
giudici del tribunale di Monza hanno dichiarato la prescrizione per il reato di
concussione contestato all'ex sindaco di Sesto San Giovanni ed ex presidente
della Provincia di Milano, imputato per il giro di tangenti che ha coinvolto il
comune lombardo.
Penati è accusato per presunte mazzette
legate alla riqualificazione delle aree ex Falck e Marelli, per le quali deve
essere processato, ma non più per il capo di imputazione relativo alla
concussione.
LA PROMESSA DELLA RINUNCIA. Eppure durante le indagini preliminari aveva
annunciato ai giornali e alle televisioni che avrebbe rinunciato alla
prescrizione.
Il 22 maggio doveva confermare questa sua decisione ai giudici del tribunale di
Monza. Ma non si è presentato in aula per la dichiarazione ufficiale per cui il
tribunale, per quanto riguarda il reato di concussione, ha dovuto dichiarare la
prescrizione.
Il processo continua per i reati di corruzione e finanziamento illecito ai
partiti relativi alla Milano-Serravalle e a Milano-Metropoli.
LA SOSPENSIONE PER CONTATTARLO. Al momento di pronunciare la conferma
dell'avvenuta prescrizione dei reati, il giudice ha sospeso l'udienza: «Vogliamo
capire se Filippo Penati intenda o non intenda avvalersi della prescrizione»,
ha detto Letizia Brambilla, presidente della sezione del tribunale.
Riflettori quindi spostati su Matteo Calori, avvocato difensore dell'ex
presidente della Provincia di Milano, che ha contattato il suo assistito per
avere conferma circa le sue intenzioni di presentarsi in aula e pronunciarsi
circa la volontà di opporsi alla sentenza di prescrizione, eventualmente
ricorrendo anche in Cassazione.
«NON C'È E NON DECIDO PER LUI». «Penati non c'è e io non posso al momento
assumere la responsabilità di una sua decisione a riguardo», ha detto il
legale.
L'avvocato Calori ha poi abbandonato l'aula da una porta laterale tentando di
eludere i cronisti: «Verrà quando riterrà. Io faccio l'avvocato. Non faccio
altro. No comment».
LA CONFERMA DI PENATI. Successivamente il diretto interessato ha
confermato la sua volontà: «Come annunciato, già nei prossimi giorni farò
ricorso in Cassazione per annullare la sentenza di prescrizione voluta dai pm
per i fatti di 13 anni fa», ha detto Penati.
«IO IL PROCESSO LO VOGLIO, NON SFUGGO». Roberto Saviano ha attaccato il
suo comportamento e quello del Pd. Penati allora ha replicato: «Non ha a cuore
la dignità propria e del partito chi sfugge al processo e non chi come me lo
vuole. La prescrizione è stata chiesta dai pm e non da me».
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