Una decisione che danneggia i lavoratori
del commercio e degli altri settori. Quelli che a una certa ora della sera vorrebbero
dormire e non essere disturbati dalla non stop dei negozi perché il giorno dopo
lavorano. Dove abita questo D’Alfonso. In una zona protetta da polizia e
carabinieri, non è vero?
Urge un medico per l’assessore D’Alfonso. Anzi:
un team esperto.
Il
Comune vuole Milano città aperta: "Ventiquattro ore su 24 di
shopping"
L'assessorato
al Commercio presenta le nuove linee guida in discussione a Palazzo Marino. Il
progetto esclude per il momento le zone della movida, dove la chiusura degli
esercizi commerciali è prevista alle 2
Su le serrande a Milano 24 ore al giorno,
salvo alcune eccezioni, per negozi e chioschi: è quanto prevedono le 'Linee di
indirizzo per la definizione di una disciplina degli orari per gli esercizi
commerciali', presentate dall'assessore comunale al Commercio, Franco
D'Alfonso. Discorso diverso, invece, per le zone della movida, dove la chiusura
è fissata per le 2. Il documento, all'esame delle commissioni consiliari
Commercio e Sicurezza prima di approdare
in giunta, punta a "individuare
un corretto equilibrio tra le esigenze degli operatori commerciali, dei
cittadini fruitori dei servizi e dei cittadini residenti", è scritto nella
relazione, in quanto le liberalizzazioni "hanno generato in alcuni ambiti
urbani comunali forti criticità che vedono contrapposti il diritto d'impresa
degli esercenti ed il diritto al riposo ed alla vivibilità del territorio dei
residenti". Da qui l'esigenza per il Comune di "programmare nelle
aree soggette a particolari problematiche gli orari delle attività
commerciali".Apertura 24 ore su 24 in quasi tutta la città, quindi, ma discorso diverso per le 'zone rosse', ovvero quelle della movida (Sarpi, Arco della Pace, corso Como, Brera, Porta Venezia, Parco delle Basiliche e Navigli): qui la chiusura è fissata alle 2 (un'ora dopo sui Navigli) e in estate è vietata la vendita di bevande in vetro e latta dalle 21. Altro caso particolare riguarda sale gioco-sale scommesse e i cosiddetti 'paninari' (gli autonegozi). Per le prime si propone di fissare la chiusura alle 2, mentre ai secondi sarà bandito entrare in Area C (quindi in centro città), ma a titolo sperimentale potranno fermarsi (fino alle 2, così come nel resto del territorio) in nove posteggi della fascia subito adiacente il centro.
L'assessore D'Alfonso - in riferimento alla pronuncia del Tar lombardo che ha accolto la sospensiva per l'ordinanza comunale sul commercio itinerante, le sale giochi e i chioschi - ha quindi chiesto "una forte condivisione politica" per convincere il governo "a rivedere il processo di liberalizzazione degli orari attraverso una riattribuzione specifica di competenze legislative alle Regioni e di conseguenza regolamentari alle amministrazioni comunali".
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