venerdì 24 maggio 2013

Scuola, soldi alle private?: Bologna, referendum il 26 maggio



da: Il Salvagente

Basta soldi alle private? Prodi per il No, Rodotà per il Sì
Il 26 maggio il referendum a Bologna. In ballo, i finanziamenti del Comune.
di Paola Benedetta Manca

Scuola pubblica o privata? Domenica 26 maggio a Bologna, si terrà un referendum consultivo che ha diviso, in questi mesi, cittadini e politica in due schieramenti. La città delle Due Torri è considerata, come il resto della regione, un’eccellenza nazionale sul fronte del sistema educativo e degli asili.
Ora, però, è scontro sul sistema di convenzioni per le materne che ha adottato da circa 20 anni il Comune. Così i bolognesi troveranno dentro le urne un quesito che domanderà loro a chi vogliono che vengano destinate le risorse (1 milione di euro) che l’amministrazione attualmente impiega per sovvenzionare le scuole materne paritarie. I cittadini dovranno decidere se vogliono che i finanziamenti comunali continuino ad andare alle scuole paritarie (opzione B) o debbano essere dirottati sulle scuole pubbliche (opzione A). Si vota nella sola giornata del 26 dalle 8 alle 22.


A favore del sistema paritario
L’amministrazione del sindaco Virginio Merola, il Pd, la Cgil e un comitato favorevole all’opzione B, guidato dall’economista Stefano Zamagni, sono schierati a difesa del sistema pubblico integrato che prevede le convenzioni con le scuole paritarie. “Il sistema delle convenzioni - secondo chi le difende - è imprescindibile per poter dare un posto nelle scuole d’infanzia a tutti i bambini: se si togliesse il finanziamento alle scuole paritarie - sostengono - alcune sarebbero costrette a chiudere mentre altre aumenterebbero le rette. Il Comune non riuscirebbe, in ogni caso, a mettere a disposizione posti nella scuola pubblica per tutti i bambini. Così, quelli rimasti fuori dalle liste per la scuola materna ingrosserebbero le liste d’attesa. In più – fanno presente Pd e amministrazione – il diritto ad un uguale tipo di istruzione sarebbe garantito anche nelle scuole paritarie perché programmi e gestione sono supervisionati dal Comune.

Soldi solo alle scuole pubbliche
Dall’altra parte, favorevoli al dirottamento dei finanziamenti dalle scuole paritarie a quelle pubbliche, ci sono i referendari dell’opzione A, guidati dall’agguerrito comitato Articolo 33, supportato da diversi sindacati e da Sel, Idv e M5S.  Questo schieramento si rifa all’Art.33 della Costituzione che - ricordano - “stabilisce che l’intervento educativo privato debba avvenire ‘senza oneri per lo Stato’”. Il contributo alle paritarie, perciò, secondo loro, costituirebbe una violazione di questa norma. Anche il fatto che la richiesta di scuola pubblica comunale o di “scuole statali, laiche, democratiche, pluraliste e gratuite” da parte delle famiglie non venga soddisfatta rappresenta - insistono -“la lesione di un fondamentale diritto costituzionale”. I genitori che non trovano posto, infatti, “sono costretti ad iscrivere i figli a scuole private a pagamento la cui impostazione culturale e religiosa non condividono”. Per tutte queste ragioni – spiegano - il Comune non dovrebbe finanziare le paritarie togliendo fondi alla scuola pubblica che è già schiacciata dai tagli statali.

Il sindaco e Romano Prodi per il quesito B
Il sindaco di Bologna ha mandato a casa di tutti i cittadini una lettera per invitarli, spiegando il perchè, a votare l’opzione B. In questi mesi in tanti si sono dichiarati favorevoli all’una o all’altra opzione e non sono mancati endorsement di personaggi famosi. Per il quesito B, ieri, si è schierato l’ex premier Romano Prodi, su cui in questi giorni sono puntati i riflettori perchè, secondo diverse indiscrezioni, starebbe per dare l’addio al Pd.

Riccardo Scamarcio e Valeria Golino per il quesito A
In campo per il quesito A sono scesi attori come Riccardo Scamarcio, Valeria Golino e Isabella Ragonese; scrittori come Pino Cacucci e cantanti come Andrea Mingardi. Ma anche Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, Stefano Rodotà e Gino Strada (entrambi indicati come possibili candidati alla Presidenza della Repubblica).

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