da: Il Salvagente
Basta
soldi alle private? Prodi per il No, Rodotà per il Sì
Il
26 maggio il referendum a Bologna. In ballo, i finanziamenti del Comune.
di Paola
Benedetta Manca
Scuola pubblica o privata? Domenica 26
maggio a Bologna, si terrà un referendum consultivo che ha diviso, in questi
mesi, cittadini e politica in due schieramenti. La città delle Due Torri è
considerata, come il resto della regione, un’eccellenza nazionale sul fronte
del sistema educativo e degli asili.
Ora, però, è scontro sul sistema di
convenzioni per le materne che ha adottato da circa 20 anni il Comune. Così i
bolognesi troveranno dentro le urne un quesito che domanderà loro a chi
vogliono che vengano destinate le risorse (1 milione di euro) che
l’amministrazione attualmente impiega per sovvenzionare le scuole materne
paritarie. I cittadini dovranno decidere se vogliono che i finanziamenti
comunali continuino ad andare alle scuole paritarie (opzione B) o debbano
essere dirottati sulle scuole pubbliche (opzione A). Si vota nella sola
giornata del 26 dalle 8 alle 22.
A
favore del sistema paritario
L’amministrazione del sindaco Virginio
Merola, il Pd, la Cgil e un comitato favorevole all’opzione B, guidato dall’economista
Stefano Zamagni, sono schierati a difesa del sistema pubblico integrato che
prevede le convenzioni con le scuole paritarie. “Il sistema delle convenzioni -
secondo chi le difende - è imprescindibile per poter dare un posto nelle scuole
d’infanzia a tutti i bambini: se si togliesse il finanziamento alle scuole
paritarie - sostengono - alcune sarebbero costrette a chiudere mentre altre
aumenterebbero le rette. Il Comune non riuscirebbe, in ogni caso, a mettere a
disposizione posti nella scuola pubblica per tutti i bambini. Così, quelli
rimasti fuori dalle liste per la scuola materna ingrosserebbero le liste
d’attesa. In più – fanno presente Pd e amministrazione – il diritto ad un
uguale tipo di istruzione sarebbe garantito anche nelle scuole paritarie perché
programmi e gestione sono supervisionati dal Comune.
Soldi
solo alle scuole pubbliche
Dall’altra parte, favorevoli al
dirottamento dei finanziamenti dalle scuole paritarie a quelle pubbliche, ci
sono i referendari dell’opzione A, guidati dall’agguerrito comitato Articolo
33, supportato da diversi sindacati e da Sel, Idv e M5S. Questo
schieramento si rifa all’Art.33 della Costituzione che - ricordano -
“stabilisce che l’intervento educativo privato debba avvenire ‘senza oneri per
lo Stato’”. Il contributo alle paritarie, perciò, secondo loro, costituirebbe
una violazione di questa norma. Anche il fatto che la richiesta di scuola
pubblica comunale o di “scuole statali, laiche, democratiche, pluraliste e
gratuite” da parte delle famiglie non venga soddisfatta rappresenta - insistono
-“la lesione di un fondamentale diritto costituzionale”. I genitori che non
trovano posto, infatti, “sono costretti ad iscrivere i figli a scuole private a
pagamento la cui impostazione culturale e religiosa non condividono”. Per tutte
queste ragioni – spiegano - il Comune non dovrebbe finanziare le paritarie
togliendo fondi alla scuola pubblica che è già schiacciata dai tagli statali.
Il
sindaco e Romano Prodi per il quesito B
Il sindaco di Bologna ha mandato a casa di
tutti i cittadini una lettera per invitarli, spiegando il perchè, a votare
l’opzione B. In questi mesi in tanti si sono dichiarati favorevoli all’una o
all’altra opzione e non sono mancati endorsement di personaggi famosi. Per il
quesito B, ieri, si è schierato l’ex premier Romano Prodi, su cui in questi
giorni sono puntati i riflettori perchè, secondo diverse indiscrezioni,
starebbe per dare l’addio al Pd.
Riccardo
Scamarcio e Valeria Golino per il quesito A
In campo per il quesito A sono scesi attori
come Riccardo Scamarcio, Valeria Golino e Isabella Ragonese; scrittori come
Pino Cacucci e cantanti come Andrea Mingardi. Ma anche Maurizio Landini,
segretario generale della Fiom, Stefano Rodotà e Gino Strada (entrambi indicati
come possibili candidati alla Presidenza della Repubblica).
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