da: Lettera 43
Crisi,
crolla il mito del posto in banca
In
tre anni tagliati nel settore creditizio 23 mila posti. Ma entro il 2017 ne
spariranno altri 20 mila. Per la sola Banca Intesa le uscite sono oltre 4 mila.
Sovraindebitamento per l'8% delle famiglie.
Il posto sicuro è sempre più un miraggio.
Anche in settori notoriamente stabili come quello bancario. Il settore, che ha
già tagliato circa 23 mila dipendenti in meno nel periodo precedente la crisi
economica, ha intenzione di tagliarme almeno altri 20 mila entro il 2017. Le
banche devono affrontare una riduzione di centinaia di sportelli e migliaia di
lavoratori tra esodi e esternalizzazioni.
TAGLIATI 23 MILA POSTI. A fine 2011 -
secondo dati Abi - i dipendenti erano 320 mila a fronte dei 343 mila a fine
2008. Dal 2000 a oggi sono confluiti nel fondo di solidarietà in circa 40 mila.
La contrazione occupazionale - secondo numeri raccolti dai sindacati - ha
riguardato soprattutto i grandi gruppi con oltre 4 mila uscite per Intesa San
Paolo, 2.400 per Unicredit e 1.660 per Mps.
Le cifre, consistenti, sono state anche
ridotte grazie alla trattativa tra le aziende e i sindacati (gli esuberi dichiarati
erano molti di più). La scure colpisce prevalentemente i dipendenti più anziani
(che riescono ad ottenere uno scivolo verso la pensione attraverso un passaggio
nel fondo di solidarietà), ma anche i dirigenti che in molti casi accettano un
demansionamento e il passaggio a quadro direttivo pur di non perdere il posto
di lavoro. Ecco in sintesi le principali situazioni di crisi nelle aziende del
credito.
La crisi banca per banca
MPS. L'accordo prevede 1.660 uscite oltre a
1.100 lavoratori in attività da esternalizzare e 720 lavoratori nella cessione
Biverbanca. Gli esuberi dichiarati, (comprese le attività da esternalizzare)
erano 4.600.
UNICREDIT. L'accordo sul piano industriale 2012-15 stima omplessivamente 3.500
esuberi. Sono previsti 800 pensionamenti volontari e incentivati e la
possibilità di esodi volontari e incentivati per una platea di circa 1.600
'donne optanti'. Il restante numero di esuberi sarà riassorbito all'interno del
Gruppo. Circa 160 dirigenti sono usciti o sono stati demansionati a quadri
direttivi.
INTESA SANPAOLO. L'aggiornamento del piano
d'impresa 2011/15 prevede la conferma di oltre 4.000 uscite. Un centinaio di
dirigenti sono usciti nel 2012, altri usciranno nel 2013.
GRUPPO UBI. L'intesa tra azienda è sindacati comprende oltre 700 uscite.
BNL. Nel piano industriale 2012/2014 è previsto un calo di 1.110 posti di
lavoro dal primo gennaio 2012 al 31 dicembre 2014. Un nuovo accordo prevede
ulteriori 450 uscite volontarie.
CARIPARMA. Accordo trovato sul piano industriale 2011-14: 722 prepensionamenti
su base volontaria e incentivata e 100 assunzioni entro il 2015 con contratto
di apprendistato professionalizzante.
BANCO POPOLARE. L'intesa per il 2011-13/15 prevedeva la nascita di Banca unica,
la soppressione di 140 filiali e 1.120 esuberi gestiti attraverso pensionamenti
e prepensionamenti volontari e incentivati. Tra dicembre e gennaio è stato
proposto a un trentina di dirigenti di recente nomina di essere degradati al
livello di quadro direttivo.
BPM. Con l'accordo di aggiornamento del piano industriale 2012-15 sono previste
nel triennio un totale di 800 uscite volontarie e incentivate. GRUPPO DELTA.
Gli oltre 600 dipendenti dell'azienda in fase di dismissione sono entrati nel
fondo emergenziale.
BANCA MARCHE. Nell'ultimo piano dell'istituto è previsto il ricorso ad un fondo
di solidarietà per anticipare il pensionamento dei lavoratori fino a 5 anni
(una misura che potrebbe interessare 300 dipendenti).
GRUPPO DELTA: Gli oltre 600 dipendenti dell'azienda in fase di dismissione sono
entrati nel fondo emergenziale.
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