Piersilvio Berlusconi mi diverte.
Non so se lo stesso effetto lo produca a tutti
i dipendenti di Cologno Monzese. Lo spero. Considerando che molti hanno votato
Pdl perché percepiscono lo stipendio dalla famiglia Berlusconi..
Torno rapidamente sul comunicato stampa che l’ex badato da tata Confalonieri:
Piersilvio Berlusconi, ha passato a La Stampa perché lo pubblicasse.
E pensare che Mediaset ha apposito spazio
nel suo sito per i comunicati stampa. E poi…che è questa concorrenza. Italia
Oggi e il Corriere della Sera già si davano battaglia per pubblicare le “interviste”
di Piersilvio e Marina e adesso si fanno strappare l’esclusiva dal quotidiano
della Fiat.
Dopo aver letta con il sorriso in bocca, mi
è sorto un dubbio…
Ma Piersilvio li guarda i programmi di Mediaset?
Non vorrei che preso dal guardare la radical-chic La7 e Sky in calo di abbonati,
mi avesse perso di vista le “prime serate” di Canale 5.
Perché nel suo “piano industriale”, quello
che dovrebbe rassicurare le banche d’affari, Piersilvio dimostra le sue
caratteristiche manageriali. Figlio di cotanto padre.
E’ in arrivo la trimestrale di bilancio.
Per la prima volta Mediaset è in rosso. Quali le cause? La crisi.
E il piano industriale dell’ex badato da tata
Confalonieri (che, forse, avrebbe bisogno di un asilo a lui dedicato, cioè con
più tate) come risponde
alla crisi
economica? Con il taglio dei costi. Fin qui, siamo nello scontato. Non è
richiesta nessuna attitudine manageriale. Perfino il manager Marchionne ce la
può fare fin qui…
Ma il resto
del “piano industriale” è qualcosa di tipicamente
berlusconiano. In senso paterno.
Silvio
Berlusconi è quello che ha negato la crisi per mesi e mesi. Perché
aspettava che passasse. Contava su
questo per rimanere in vita.
Appena le “grandi lobby” avverse l'hanno
capito, hanno accelerato la speculazione finanziaria per farlo cadere. Un “complotto
internazionale” per eliminarlo politicamente. Beh..questo è quanto crede e dice
Silvio nelle seratine eleganti ai suoi commensali e…durante le campagne
elettorali.
Bene.
In perfetta continuità e nel rispetto
degli insegnamenti paterni, Piersilvio – avvalendosi di società di consulenza
che si fanno pagare bene per quattro slide e per irritare i dipendenti – ha partorito
il piano industriale fatto dell’inevitabile riduzione di costi e di nessun
cambiamento strutturale: né a livello aziendale né di contenuti e tipologia di
programmi.
Piersilvio aspetta che la crisi passi. Senza
portare nessuna novità al palinsesto delle reti, senza attuare una sinergia tra
tv e media (che non sia quella dei ‘cinguetti’i
durante la messa in onda), la pubblicità tornerà dopo la crisi e Mediaset
rivedrà risalire le entrate.
Questa è la capacità imprenditoriale della
famiglia Berlusconi.
Ovviamente…quanto sopra sono solo “illazioni”.
Perché…
Perché esista un’ampia documentazione
riservata nella quale oltre alla riduzione dei costi si enunciano alcuni progetti
di revisione e ampliamento dell’offerta tv (reti generaliste e pay-tv).
Questi documenti non sono però disponibili
al pubblico, bensì agli addetti ai lavori. Alle banche d’affari.
Ah..scusate…
Forse sto proseguendo nelle illazioni. Perché
Mediaset non ha predisposto alcuna documentazione che attesti la sua risposta
progettuale all’andamento critico dell’azienda. Non l’ha predisposta per “dimenticanza”?
O perché ha un solo progetto: aspettare che la crisi passi e così ritorni la
pubblicità.
E perché dovrebbe ritornare a Mediaset e
non ad altre tv in grado di attuare piani televisivi adeguati alle dinamiche
esigenze dei consumatori, pardon: spettatori.
Ah..già…ci sarà il governo di larghe
intese. E, allora, basta tenere duro per qualche trimestre…
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