venerdì 22 marzo 2013

Andrea Scanzi: “M5S: cinque cose in cui i grillini sbagliano"




Il “grillologo” Andrea Scanzi dà per scontato qualcosa del quale io dubito: che nel M5S non ci siano sfascisti, ma, tutta gente portatrice di verità, sanità (mentale e comportamentale). Nessuno che abbia tra i suoi comandamenti: ‘tanto peggio, tanto meglio’. 
Il “grillologo” Andrea Scanzi continua nella contraddizione di chi critica i cinquestelle con una “benevolenza” che non riserverebbe per comportamenti analoghi ad altri politici: del Pdl e del Pdl-l. Ciò dipende dal fatto che nutre nei loro confronti una legittima adesione e, conseguentemente, si comporta come quei tifosi che, sì, criticano la propria squadra, ma la ritengono nettamente superiore alle altre; superiorità che però non può manifestare compiutamente se non seguirà i consigli impliciti nella critica. Nella mente di questi “tifosi” non albeggia l’idea che alla squadra amata manchi qualche qualità di fondo, a iniziare dall’allenatore per finire ad alcuni scompensi nelle fasi di gioco per mancanza di talenti a metà campo.
Il “grillologo” Andrea Scanzi – sarà per effetto della suddetta benevolenza – confonde talvolta ignoranza con inesperienza.
Questo è ciò che io rilevo dalla lettura di questo articolo,  che pure contiene osservazioni pertinenti e che quindi riporto.


da: Il Fatto Quotidiano

M5S: cinque cose in cui i grillini sbagliano

Due giorni fa ho elencato alcuni aspetti positivi dei parlamentari 5 Stelle. Oggi voglio sottolineare (almeno) cinque cose che non mi convincono.

Comunicazione. Ragazze e ragazzi, a volte sembra che lo facciate apposta. Il fascismo buono, i microchip cutanei, i Vendola finti, i portavoce in silenzio stampa (okay, erano “coordinatori della comunicazione parlamentare”, ma l’autogol resta). Ma che state a ddì? Capisco l’inesperienza. Capisco che tutti non aspettino altro, e che prima di voi non c’erano i Churchill ma i Razzi (e i Razzi ci sono ancora). Capisco tutto. E conosco molto bene i vostri numerosi pregi. Ma datevi una regolata. Se non avete una cosa da dire, non ditela. Se siete in debito di visibilità, scegliete contesti facili (inutile andare a La zanzara e poi lamentarsi di quanto sia cazzara La zanzara: è come tuffarsi nel mare e poi dire “Oh cavolo, mi son bagnato, quanto è stronzo ‘sto mare”). E se non siete ancora in grado di gestire il circo mediatico, lasciate che altri – più bravi e scaltri – parlino per voi. Pizzarotti a settembre se la prese con parte del pubblico del Fatto che lo contestò e mercoledì è stato impeccabile dalla Bignardi. Non si nasce imparati, e ha ragione Sergio Romano quando vi augura (come corso di formazione accelerato) due anni di opposizione perché impariate il mestiere.
Monologhi Stampa. Non è possibile convocare una conferenza stampa e poi esordire dicendo “Niente domande”, come ha fatto la Lombardi. In un paese normale, i giornalisti avrebbero dovuto mandarvi a quel paese (come troppo spesso fate voi) abbandonando la “conferenza” (pardon un monologo). Se dovete comunicare una cosa senza contraddittorio, mandate una mail o scrivete un post (in quello siete esperti, giusto?). In Italia c’è questa moda di accettare ogni ghiribizzo della “star”. Soprattutto in conferenza stampa. Esempio: quando Galliani presentò Balotelli, una giornalista Rai gli ricordò che Berlusconi lo aveva definito “mela marcia”. Galliani non solo negò l’evidenza, ma trattò male la giornalista (rea di avere ragione). I colleghi cosa fecero? Un po’ sghignazzarono e un po’ solidarizzarono (con Galliani, mica con la giornalista). Troppo spesso servi e meri reggitori di microfoni, gli scribi hanno pressoché dimenticato il gusto antico della decenza. Quella decenza che, con rispetto parlando, avrebbe imposto ai giornalisti di rispondere alla Lombardi: “Abbella’, se vuoi cantartela e suonartela da sola, noi togliamo il disturbo”. Le domande (anche quelle stupide e sbagliate) si accettano. Altrimenti non si fa politica.
Non siete Grillo. Cara Rostellato (che non hai salutato la Bindi e te ne sei vantata, salvo poi chiedere scusa) e caro Crimi (che hai detto in streaming che Grillo ha tenuto sveglio Napolitano): non siete il vostro leader (o megafono che sia). Grillo può permettersi molto, se non tutto: ha una carriera alle spalle, credibilità, talento. Se lui dice “Morfeo”, ha un senso (discutibile), ottiene uno scopo e crea la notizia. Voi, no. Apparite arroganti, malamente acerbi e facilmente attaccabili. Datevi una svegliata. E più umiltà: vi tocca crescere in fretta (e non vi daranno tempo).
Aritmetica. Non siete la prima forza del paese. Non lo siete al Senato, non lo siete (di poco) alla Camera. Il M5S ha fatto della “verità” una delle sue battaglie. Appunto: Pd 8.932.523, M5S 8.784.499 (alla Camera e comprensivi dei voti degli italiani all’estero). Non avete preso “più voti degli altri”. Finitela con questa bugia, che peraltro non serve a nulla.
Pragmatica. Il menopeggismo ha ucciso la “sinistra” italiana, e oltretutto è da dimostrare che i D’Alema siano poi così migliori dei Berlusconi. Il M5S ha avuto successo anche perché ha incarnato una terza strada, adatta a chi non potrebbe mai votare questo centrodestra ma al tempo stesso trova che il centrosinistra (spesso, non sempre) sia un’accozzaglia incapace e tristemente comica. Siamo d’accordo. E capisco anche il desiderio di essere “oltre” e “diversi”. Va bene. Io però sono abituato a giocare con le carte che ho in mano (e con quelle che vedo in tavola). Non giriamoci troppo attorno. Al netto delle schermaglie, e mentre il paese muore, le strade sono solo tre: si torna rapidamente al voto (non lo vuole nessuno, men che meno con il Porcellum); si fa un inciucio Pd-Pdl, magari con il neo-intoccabile Grasso (piacerebbe a Berlusconi, a qualche tattico cinico del M5S e pure ai dalemiani, ma porterebbe alla morte del Pd); oppure si cerca – magari dopo l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, lasciando nel frattempo Monti come prorogatio fino ad aprile/maggio – una figura realmente esterna. Non Bersani o Grasso (macché), ma un altro. Uno Zagrebelsky, un Rodotà (o altri che al momento non dico). E ci si accorda su un governo “a tema” che operi insieme, centrosinistra e M5S. Un anno o giù di lì. Poi di nuovo al voto, nemici come prima. So bene che la maggioranza dei votanti M5S sia ortodossa eduropurista; non ignoro che il centrosinistra sia quel che è; e so pure che al momento il M5S stia semplicemente rispettando il proprio programma (formalmente non c’è nulla da eccepire). Eppure, mai come oggi, si scorge la possibilità di sconfiggere definitivamente Berlusconi e di contribuire a creare qualcosa di realmente positivo. Accordarsi (con tanto di fiducia: se non c’è quella, non esiste nessuna legge da “approvare caso per caso”) con il centrosinistra non significa amnistiarlo delle colpe infinite di questi venti anni. E neanche vuol dire sposarlo per sempre. Vuol dire avere il senso dello Stato, delle cose, del presente. Dire “no” adesso ha un senso. Dirlo sempre e a prescindere è una forma di integralismo cinico, sperando nell’inciucio altrui per poi dire “Visto? Noi siamo più fighi”. Di più: è una forma di masturbazione adolescenziale. Null’altro che bimbominkismo politico (spiacenti, non è il mio genere). Se vi mostrerete ricettivi alle (eventuali e non scontate) sirene sincere del Pd, dimostrerete acutezza e maturità; se vi trincererete dietro il “O noi o morte”, la Casta avrà buon gioco a dire che è tutta colpa vostra e siete solo degli sfascisti irresponsabili. 
Provate a costringere il Pd a fare qualcosa di buono, come in Sicilia: se poi il Pd deluderà un’altra volta, e non si scorgeranno Crocetta benemeriti, si andrà al voto. Chiamandovi anzitempo fuori, consegnerete un’altra volta il Pd al Pdl: forse (forse) guadagnerete un po’ di campagna elettorale, ma il paese si sfascerà definitivamente.
Avete preso troppi voti e non vi aspettavate così tante responsabilità? Sì. Comunque vi muoverete, vi attaccheranno? Yes. E’ un gioco troppo difficile e cattivo? Oui. Ma siete stati voi a voler giocare. Ecco: è il momento. E “rendicontare anche le caramelle” non basta. Non adesso.

4 commenti:

  1. Bene l' articolo che condivido; in fondo me lo aspettavo perchè era logico e evidente che questi giovani eroici per un verso, dovessero pagare un prezzo anche salato alla inesperienza.
    Saranno i loro sbagli (che già sono evidenti) ad insegnare loro come comportarsi.
    E' giusto e logico che paghino qualche anno di gavetta inevitabile, l'importante che facciano tesoro di queste sconfitte purchè senza rancore o vendette.
    Non vedo altra strada al cambiamento della classe politica se si vuole evitare percorsi violenti.

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  2. Dopo tutti i tentativi di bersani, mi convinco sempre di più che grillo sia una creazione di Berlusconi, il sospetto mi era venuto già durante le elezioni regionali del Piemonte quando la differenza, venne fatta a favore dell'attuale presidente Cota che vinse per pochissimi voti e Grillo prese circa il 5% togliendo i voti alla sinistra. Il sospetto prende corpo se analizziamo anche il voto di adesso. Il confronto con le politiche del 2008, non calza molto perchè votarono l'81% contro l'attuale 75% comunque se mi ricordo bene Berlusconi prese circa il 43% insieme a Lega, Fini e molti altri piccoli partitini che portano solo voti quantificabili in 3% circa. Oggi la coalizione di Berlusconi ha preso il 30% circa, quindi avrebbe perso il 13%. Casini prese nel 2008 circa il 5% quindi Monti con il suo 10% ha tolto 5 punti a B. la Lega ha perso circa il 7% rispetto le elezioni del 2008 ecco qui dove sono i voti di B. quindi il successo di Grillo ha pescato quel 7% dalla Lega che avrebbe perso comunque, tutto il resto dei voti Grillo li ha attinti a sinistra. Questo spiegherebbe anche la "persecuzione mediatica" di Grillo, ossia il padrone di tutte le TV, avrebbe permesso a Grillo di usufruirne in pieno così come è successo?

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  3. Ho controllato e mi correggo, nel 2008 votarono circa il 78,5% il centrodestra prese il 47% ed il centrosinistra il 37%. la Lega Nord prese l'8,5% ed adesso il 3,5%, quindi ha perso il 5%. Casini prese il 4,5% e Fini era con Berlusconi, quindi il 5,5% di Monti viene dal CentroDestra e sono già il 10,5%, mancherebbero 7 punti percentuali, che viste le spaccature potrebbero essere finiti, sia nell'astensione è più facile che siano delusi gli elettori di Berlusconi che quelli di Bersani, possiamo ipotizzare quindi che di quei 3,5% di astenuti, il 2,5% sia di Berlusconi? Arriviamo a 13% il restante 4% potrebbe essere confluito in Grillo.
    Il fatto che Grillo rifiuti la possibilità di cambiare veramente le cose mi fa pensare che non vuole cambiare e se non vuole cambiare con la situazione esposta sopra si spiega il perchè.

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  4. in questo post c'è il raffronto risultati 2013 e 2008

    http://taccuinodiunamarziana.blogspot.com/2013/02/elezioni-2013-vincitori-e-vinti_26.html

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