Il “grillologo” Andrea Scanzi dà per scontato qualcosa del quale io dubito: che nel M5S non ci siano sfascisti, ma, tutta gente
portatrice di verità, sanità (mentale e comportamentale). Nessuno che abbia tra
i suoi comandamenti: ‘tanto peggio, tanto meglio’.
Il “grillologo” Andrea
Scanzi continua nella contraddizione di chi critica i cinquestelle con una “benevolenza”
che non riserverebbe per comportamenti analoghi ad altri politici: del Pdl e
del Pdl-l. Ciò dipende dal fatto che nutre nei loro confronti una legittima
adesione e, conseguentemente, si comporta come quei tifosi che, sì, criticano
la propria squadra, ma la ritengono nettamente
superiore alle altre; superiorità che però non può manifestare compiutamente se
non seguirà i consigli impliciti nella critica. Nella mente di questi “tifosi”
non albeggia l’idea che alla squadra amata manchi qualche qualità di fondo, a
iniziare dall’allenatore per finire ad alcuni scompensi nelle fasi di gioco per
mancanza di talenti a metà campo.
Il “grillologo” Andrea Scanzi – sarà per
effetto della suddetta benevolenza – confonde talvolta ignoranza con
inesperienza.
Questo è ciò che io rilevo dalla lettura di
questo articolo, che pure contiene
osservazioni pertinenti e che quindi riporto.
da: Il Fatto Quotidiano
M5S:
cinque cose in cui i grillini sbagliano
Due giorni fa ho elencato alcuni aspetti
positivi dei parlamentari 5 Stelle. Oggi voglio sottolineare (almeno) cinque
cose che non mi convincono.
Comunicazione. Ragazze e ragazzi, a volte
sembra che lo facciate apposta. Il fascismo buono, i microchip cutanei, i Vendola
finti, i portavoce in silenzio stampa (okay, erano “coordinatori della comunicazione
parlamentare”, ma l’autogol resta). Ma che state a ddì? Capisco
l’inesperienza. Capisco che tutti non aspettino altro, e che prima di voi non
c’erano i Churchill ma i Razzi (e i Razzi ci sono ancora). Capisco tutto. E
conosco molto bene i vostri numerosi pregi. Ma datevi una regolata. Se non
avete una cosa da dire, non ditela. Se siete in debito di visibilità, scegliete
contesti facili (inutile andare a La zanzara e poi lamentarsi di
quanto sia cazzara La zanzara: è come tuffarsi nel mare e poi dire “Oh cavolo,
mi son bagnato, quanto è stronzo ‘sto mare”). E se non siete ancora in grado di
gestire il circo mediatico, lasciate che altri – più bravi e scaltri – parlino
per voi. Pizzarotti a settembre se la prese con parte del pubblico del Fatto
che lo contestò e mercoledì è stato impeccabile dalla Bignardi. Non si nasce
imparati, e ha ragione Sergio Romano quando vi augura (come corso di formazione
accelerato) due anni di opposizione perché impariate il mestiere.
Monologhi Stampa. Non è possibile convocare
una conferenza stampa e poi esordire
dicendo “Niente domande”, come ha fatto la Lombardi. In un paese
normale, i giornalisti avrebbero dovuto mandarvi a quel paese (come troppo
spesso fate voi) abbandonando la “conferenza” (pardon un monologo). Se dovete
comunicare una cosa senza contraddittorio, mandate una mail o scrivete un post
(in quello siete esperti, giusto?). In Italia c’è questa moda di accettare ogni
ghiribizzo della “star”. Soprattutto in conferenza stampa. Esempio: quando
Galliani presentò Balotelli, una giornalista Rai gli ricordò che Berlusconi lo
aveva definito “mela marcia”. Galliani non solo negò l’evidenza, ma trattò male
la giornalista (rea di avere ragione). I colleghi cosa fecero? Un po’
sghignazzarono e un po’ solidarizzarono (con Galliani, mica con la
giornalista). Troppo spesso servi e meri reggitori di microfoni, gli scribi
hanno pressoché dimenticato il gusto antico della decenza. Quella decenza che,
con rispetto parlando, avrebbe imposto ai giornalisti di rispondere alla
Lombardi: “Abbella’, se vuoi cantartela e suonartela da sola, noi togliamo il
disturbo”. Le domande (anche quelle stupide e sbagliate) si accettano.
Altrimenti non si fa politica.
Non siete Grillo. Cara Rostellato (che non
hai salutato la Bindi e te ne sei vantata, salvo poi chiedere scusa) e caro Crimi (che hai detto in streaming
che Grillo ha tenuto sveglio Napolitano): non siete il vostro leader
(o megafono che sia). Grillo può permettersi molto, se non tutto: ha una
carriera alle spalle, credibilità, talento. Se lui dice “Morfeo”, ha un senso
(discutibile), ottiene uno scopo e crea la notizia. Voi, no. Apparite
arroganti, malamente acerbi e facilmente attaccabili. Datevi una svegliata. E
più umiltà: vi tocca crescere in fretta (e non vi daranno tempo).
Aritmetica. Non siete la prima forza
del paese. Non lo siete al Senato, non lo
siete (di poco) alla Camera. Il M5S ha fatto della “verità” una
delle sue battaglie. Appunto: Pd 8.932.523, M5S 8.784.499 (alla Camera e
comprensivi dei voti degli italiani all’estero). Non avete preso “più voti
degli altri”. Finitela con questa bugia, che peraltro non serve a nulla.
Pragmatica. Il menopeggismo ha
ucciso la “sinistra” italiana, e oltretutto è da dimostrare che i D’Alema siano
poi così migliori dei Berlusconi. Il M5S ha avuto successo anche perché ha
incarnato una terza strada, adatta a chi non potrebbe mai votare questo
centrodestra ma al tempo stesso trova che il centrosinistra (spesso, non
sempre) sia un’accozzaglia incapace e tristemente comica. Siamo d’accordo. E
capisco anche il desiderio di essere “oltre” e “diversi”. Va bene. Io però sono
abituato a giocare con le carte che ho in mano (e con quelle che vedo in
tavola). Non giriamoci troppo attorno. Al netto delle schermaglie, e mentre il
paese muore, le strade sono solo tre: si torna rapidamente al voto (non lo
vuole nessuno, men che meno con il Porcellum); si fa un inciucio Pd-Pdl, magari
con il neo-intoccabile Grasso (piacerebbe a Berlusconi, a qualche tattico
cinico del M5S e pure ai dalemiani, ma porterebbe alla morte del Pd); oppure si
cerca – magari dopo l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, lasciando
nel frattempo Monti come prorogatio fino ad aprile/maggio – una
figura realmente esterna. Non Bersani o Grasso (macché), ma un altro. Uno
Zagrebelsky, un Rodotà (o altri che al momento non dico). E ci si accorda su un
governo “a tema” che operi insieme, centrosinistra e M5S. Un anno o giù di lì.
Poi di nuovo al voto, nemici come prima. So bene che la maggioranza dei votanti
M5S sia ortodossa eduropurista; non ignoro che il centrosinistra sia quel che
è; e so pure che al momento il M5S stia semplicemente rispettando il proprio
programma (formalmente non c’è nulla da eccepire). Eppure, mai come oggi, si
scorge la possibilità di sconfiggere definitivamente Berlusconi e di
contribuire a creare qualcosa di realmente positivo. Accordarsi (con tanto di
fiducia: se non c’è quella, non esiste nessuna legge da “approvare caso per
caso”) con il centrosinistra non significa amnistiarlo delle colpe infinite di
questi venti anni. E neanche vuol dire sposarlo per sempre. Vuol dire avere il
senso dello Stato, delle cose, del presente. Dire “no” adesso ha un senso.
Dirlo sempre e a prescindere è una forma di integralismo cinico, sperando
nell’inciucio altrui per poi dire “Visto? Noi siamo più fighi”. Di più: è una
forma di masturbazione adolescenziale. Null’altro che bimbominkismo politico
(spiacenti, non è il mio genere). Se vi mostrerete ricettivi alle (eventuali e
non scontate) sirene sincere del Pd, dimostrerete acutezza e maturità; se vi
trincererete dietro il “O noi o morte”, la Casta avrà buon gioco a dire che è
tutta colpa vostra e siete solo degli sfascisti irresponsabili.
Provate a costringere il Pd a fare qualcosa
di buono, come in Sicilia: se poi il Pd deluderà un’altra volta, e non si
scorgeranno Crocetta benemeriti, si andrà al voto. Chiamandovi anzitempo fuori,
consegnerete un’altra volta il Pd al Pdl: forse (forse) guadagnerete un po’ di
campagna elettorale, ma il paese si sfascerà definitivamente.
Avete preso troppi voti e non vi
aspettavate così tante responsabilità? Sì. Comunque vi muoverete, vi
attaccheranno? Yes. E’ un gioco troppo difficile e cattivo? Oui. Ma
siete stati voi a voler giocare. Ecco: è il momento. E “rendicontare anche le
caramelle” non basta. Non adesso.
Bene l' articolo che condivido; in fondo me lo aspettavo perchè era logico e evidente che questi giovani eroici per un verso, dovessero pagare un prezzo anche salato alla inesperienza.
RispondiEliminaSaranno i loro sbagli (che già sono evidenti) ad insegnare loro come comportarsi.
E' giusto e logico che paghino qualche anno di gavetta inevitabile, l'importante che facciano tesoro di queste sconfitte purchè senza rancore o vendette.
Non vedo altra strada al cambiamento della classe politica se si vuole evitare percorsi violenti.
Dopo tutti i tentativi di bersani, mi convinco sempre di più che grillo sia una creazione di Berlusconi, il sospetto mi era venuto già durante le elezioni regionali del Piemonte quando la differenza, venne fatta a favore dell'attuale presidente Cota che vinse per pochissimi voti e Grillo prese circa il 5% togliendo i voti alla sinistra. Il sospetto prende corpo se analizziamo anche il voto di adesso. Il confronto con le politiche del 2008, non calza molto perchè votarono l'81% contro l'attuale 75% comunque se mi ricordo bene Berlusconi prese circa il 43% insieme a Lega, Fini e molti altri piccoli partitini che portano solo voti quantificabili in 3% circa. Oggi la coalizione di Berlusconi ha preso il 30% circa, quindi avrebbe perso il 13%. Casini prese nel 2008 circa il 5% quindi Monti con il suo 10% ha tolto 5 punti a B. la Lega ha perso circa il 7% rispetto le elezioni del 2008 ecco qui dove sono i voti di B. quindi il successo di Grillo ha pescato quel 7% dalla Lega che avrebbe perso comunque, tutto il resto dei voti Grillo li ha attinti a sinistra. Questo spiegherebbe anche la "persecuzione mediatica" di Grillo, ossia il padrone di tutte le TV, avrebbe permesso a Grillo di usufruirne in pieno così come è successo?
RispondiEliminaHo controllato e mi correggo, nel 2008 votarono circa il 78,5% il centrodestra prese il 47% ed il centrosinistra il 37%. la Lega Nord prese l'8,5% ed adesso il 3,5%, quindi ha perso il 5%. Casini prese il 4,5% e Fini era con Berlusconi, quindi il 5,5% di Monti viene dal CentroDestra e sono già il 10,5%, mancherebbero 7 punti percentuali, che viste le spaccature potrebbero essere finiti, sia nell'astensione è più facile che siano delusi gli elettori di Berlusconi che quelli di Bersani, possiamo ipotizzare quindi che di quei 3,5% di astenuti, il 2,5% sia di Berlusconi? Arriviamo a 13% il restante 4% potrebbe essere confluito in Grillo.
RispondiEliminaIl fatto che Grillo rifiuti la possibilità di cambiare veramente le cose mi fa pensare che non vuole cambiare e se non vuole cambiare con la situazione esposta sopra si spiega il perchè.
in questo post c'è il raffronto risultati 2013 e 2008
RispondiEliminahttp://taccuinodiunamarziana.blogspot.com/2013/02/elezioni-2013-vincitori-e-vinti_26.html