da: La Stampa
Nella
battaglia dell’e-writing Einaudi lancia i Quanti
Una
nuova collana con mini classici (e non) solo on line Ernesto Franco: “La
rete è oggi un luogo
di formazione”
di Mario Baudino
Dodici anni fa
Claudio Magris e Mario Vargas Llosa scrissero per il primo volume della
raccolta einaudiana Il romanzo, due saggi speculari. Lo scrittore
peruviano si chiedeva: «È pensabile il mondo moderno senza il romanzo?»; quello
italiano: «È pensabile il romanzo senza il mondo moderno?». All’Einaudi hanno
deciso che in quella parola, mondo, vibra la rete, e provano a riproporre le
due domande chiave in un testo elettronico, non un e-book ma una forma di
e-writing, come dice il direttore editoriale Ernesto Franco: non «libri» ma
«scritture». Col titolo Mondo e romanzo i due saggi escono così nei
«Quanti», la nuova collana esclusivamente on line, otto titoli da domani a 1,99
euro (disponibili su tutte le piattaforme) che alludono ai «quanti» della
fisica, e cioè alle quantità indivisibili di una certa grandezza, che per
semplificare spesso vengono chiamate particelle.
Ci sono testi
inediti (come i racconti di Nicola Lagioia e Tiziano Scarpa, o un saggio sullo
Stato sociale di Luciano Gallino) e «particelle elementari» pescate dentro
opere di più vasto respiro nel catalogo einaudiano, da Jonathan Franzen a Paul
Auster a Jacques Le Goff. L’idea è seminare tracce, percorsi in cui può stare
benissimo il Vangelo di Luca, nell’edizione non agiografica dei
Millenni
di qualche anno fa. «Il Vangelo come testo canonico si trova facilmente in
rete, com’è ovvio - ci dice ancora Franco -; ma noi abbiamo voluto riproporre
la nostra edizione, il che significa renderlo in qualche modo attivo,
sottolineando il punto di vista dell’editore, la sua capacità di selezione».
È questo il nodo
decisivo in un mondo dove la crescita dell’e-book continua in maniera
esponenziale (in Italia siamo intorno al 2 per cento del mercato, mentre in
America rappresenta il 25, e qualcuno si azzarda a ipotizzare un imminente
sorpasso); tutti gli editori propongono anche in questo formato le loro novità,
e l’Einaudi sta anzi compiendo un grosso sforzo anche in termini economici, per
quanto riguarda la digitalizzazione del catalogo. In America, il prezzo
dell’e-book è da poco entrato nel «paniere» dei prodotti sulla base delle cui
variazioni di prezzo si calcola il tasso d’inflazione. Noi siamo ancora molto
lontani, e c’è chi ringrazia il cielo: ma la corsa è cominciata da tempo, e le
nostre case editrici partecipano tutte.
I «Quanti»
einaudiani sottolineano però una scommessa nel settore che forse è il più
«nuovo» in questo campo, e con il quale si stanno confrontando in molti: non
l’e-book inteso come l’equivalente elettronico del volume cartaceo, ma libri
nati sulla rete e per la rete. In genere hanno piccole dimensioni, riportati su
carta corrisponderebbero a uno smilzo volumetto (considerazione che suscita
proteste anche piuttosto aspre fra gli internauti) ma partono da un progetto
diverso. Quello di Einaudi immagina di arrivare anche allo «slow reading» (è in
preparazione un «Quanto» dedicato a una sola poesia di Eugenio Montale Proda
di Versilia, con un commento di Enrico Testa). Altri puntano sulla lettura
multipla, come «Rizzoli First», collana dedicata a libri che escono prima in
versione digitale e solo in un secondo momento, eventualmente, su carta; e per
di più subito con la versione inglese, come è accaduto per L’amore quando
tutto crolla, romanzo di Giulia Ottaviano molto ben accolto.
Mondadori ha
lanciato gli «XS», che possono sia inediti sia riprese di testi editi,
Feltrinelli ha «Zoom», a 0,99 euro - proprio come i libri cartacei
superscontati che stanno invadendo il mercato sotto le insegne della Newton
Compton, anch’essa peraltro attiva in campo digitale. Gems propone con questo
sistema ai lettori i finalisti del suo concorso «Ioscrittore», e sempre
all’interno del gruppo milanese Chiarelettere punta invece sui classici della
saggistica internazionale con «Instant Book». Sarà questa la nuova faccia
dell’e-book destinata ad affermarsi? Nessuno lo sa, al momento. «I nostri
investimenti per mettere on-line il catalogo si ripagano di anno in anno - ci
dice ancora Ernesto Franco - il mercato si fa sempre più interessante. Costruire
percorsi affidabili: è il ruolo dell’editore».
Ma non temete che
libri così «leggeri» finiscano col perdersi nel mare della rete, fra milioni di
autopubblicati, nel gioco del «mi piace» e «non mi piace»? «Tutte queste cose
esistono anche nell’editoria cartacea, seppure con proporzioni e metodi di
selezioni diverse. Sulla rete, che pur con i suoi difetti è sempre più il luogo
dove si forma l’opinione, l’editore può stimolare un ragionamento. Anzi,
deve».
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