Nell’articolo di oggi su Repubblica (post sotto), Ilvo Diamanti esprime nei confronti del M5S un concetto simile a quello
di Carlo Freccero (intervista di qualche giorno fa).
Entrambi sostengono che la caratteristica
principale e, conseguentemente, il successo del M5S, derivino dal suo rappresentarsi
come anti-casta. Non ha un’identità politica.
Concordo. E concordo sul fatto che essendo
un’aggregazione nata prevalentemente come costola della sinistra insoddisfatta,
ma che ha trovato parecchi elettori nella destra, con uno “zoccolo duro” che non
vuole appoggiare le “buone intenzioni” del Pd, cui ha smesso di credere da
tempo, la fiducia a Bersani è più impossibile che improbabile.
Grillo “preferisce” un governo Pd e Pdl per
continuare a raccogliere voti. Ne perderà alcuni provenienti da ex elettori del
Pd (che vorrebbero l’appoggio dei Cinquestelle), ne troverà altri. Perché, come
diceva Flaiano, “gli italiani vanno
sempre in soccorso del vincitore”. Se voti in uscita e in entrata si compenseranno
è da vedersi.
Il M5S di Grillo e Casaleggio ha quindi due
opzioni disponibili: governo “larghe intese” contro cui gridare alla solita
politica o nuove elezioni a brevissimo.
Il M5S è quindi privo di senso di
responsabilità?
A parte il fatto che è “curioso” che la
politica dei morti viventi – perché di questo si tratta, a prescindere da ciò
che dice Grillo – scopra “periodicamente” e, ovviamente, a parole il “senso di responsabilità”. Che, tradotto, significa: governo di larghe intese, appoggiato da una
maggioranza Pd e Pdl.
La traduzione, qui, è d’obbligo.
Perché il “senso di responsabilità” della
classe politica diciamo, tradizionale,
è un'espressione politichese. Ergo: va
tradotta. Diversamente dalle dichiarazioni dei Cinquestelle in Parlamento, tra
cui albeggiano e non tramontano ignoranza e inesperienza, ma, quando esternano,
non lo fanno in politichese. Ergo: se usano il verbo valutare non significa (non
ancora, perché al momento sono, appunto, inesperti di politichese): appoggio a
certe condizioni. Valutare significa…valutare. No=no, Si=sì.
La conformazione mentale e pratica, la
tipologia di aggregazione del M5S non contempla un’adesione a “quel senso di responsabilità”, cioè al
politichese della classe politica dei partiti che da anni sgovernano e non
legiferano nell’interesse del paese. Conseguentemente, è più impossibile che
improbabile che possano contribuire a far nascere il governo Bersani o di altro
incaricato.
Se poi si vuole osservare che Bersani – con
il consueto ritardo mentale - ha fatto un elenco di punti sui quali il senso di
responsabilità reale, non politichese, può convergere, faccio un’elementare ma
– a mio modo di vedere, fondamentale –
considerazione.
Otto, nove, o non so quanti punti non
servono o significano nulla. Il punto
della questione è…che i punti non devono essere un elenco di linee guida ma
criteri dettagliati seppure in modo macro. Inoltre – punto essenziale – dev’esservi un piano di attività. Vale a dire che otto o nove o due punti solo,
devono essere pianificati. Proprio per evitare che, come sempre, siano – nella
migliore delle ipotesi – buone intenzioni sulla carta.
Ieri Laura Puppato, intervistata
dall’Annunziata a ‘Mezz’ora’, ha individuato l’escamotage (governo di scopo,
pochi punti, breve durata, priorità lavoro e ossigeno per l’impresa, Parlamento
che legifera su legge elettorale e riduzione dei parlamentari) per cercare di
uscire dall’impasse in cui si trova Bersani.
Si tratta di un escamotage sensato e
corrisponde, almeno in parte, a ciò che come cittadina italiana mi aspetto nel breve periodo (clicca qui). Ma una domanda sorge spontanea. Una domanda vitale.
E’ previsto un calendario delle attività? Chi deve fare che cosa e quando. Altrimenti:
è aria fritta.
Il solito difetto della politica che ha
contribuito a creare merda è il non pensare e agire in modo progettuale. E non
esistono progetti che non prevedono un inizio e una fine attività. Da
rispettare. E non esistono progetti nei quali non siano chiari i ruoli dei
partecipanti. E non esistono progetti che raggiungono l’obiettivo se le fasi di
realizzazione non sono monitorate.
E, allora, se io fossi un esponente del MS5 in Parlamento, non voterei mai a
favore di nessuna lista dei “punti dei buoni propositi” se non dettagliati
e con indicata pianificazione. E non mi si venga a raccontare che, con questi
due presidenti di Camera e Senato - che
non hanno gradito, ovviamente, l’essere considerati foglie di fico - non si
possa definire un calendario stringente di lavori. Contrariamente, la domanda
non può che essere: ma Boldrini e Grasso non dovrebbero essere i primi
rappresentanti di un “nuovo Parlamento”?
Senza un piano attività, completo nelle sue
fasi (predisposizione, confronto, discussione, realizzazione, monitoraggio) qualsiasi
programma presentato da Bersani – o da chiunque altro - non significa un organo
sessuale maschile.
Ergo: non si può chiedere fiducia. Non si
possono fare appelli a “senso di responsabilità”. Perché chiunque presenti un programma di governo anche minimale, senza un calendario degli interventi, è
il primo a dimostrare di essere privo di
senso di responsabilità. Di certo, il primo a dimostrare che non ha capito che tipo di politico – e di
politica - serve al paese.
Nessun commento:
Posta un commento