lunedì 25 marzo 2013

Governo: i punti di Bersani senza pianificazione e la fiducia del Movimento 5 Stelle


Nell’articolo di oggi su Repubblica (post sotto), Ilvo Diamanti esprime nei confronti del M5S un concetto simile a quello di Carlo Freccero (intervista di qualche giorno fa).
Entrambi sostengono che la caratteristica principale e, conseguentemente, il successo del M5S, derivino dal suo rappresentarsi come anti-casta. Non ha un’identità politica.
Concordo. E concordo sul fatto che essendo un’aggregazione nata prevalentemente come costola della sinistra insoddisfatta, ma che ha trovato parecchi elettori nella destra, con uno “zoccolo duro” che non vuole appoggiare le “buone intenzioni” del Pd, cui ha smesso di credere da tempo, la fiducia a Bersani è più impossibile che improbabile.
Grillo “preferisce” un governo Pd e Pdl per continuare a raccogliere voti. Ne perderà alcuni provenienti da ex elettori del Pd (che vorrebbero l’appoggio dei Cinquestelle), ne troverà altri. Perché, come diceva Flaiano, “gli italiani vanno sempre in soccorso del vincitore”. Se voti in uscita e in entrata si compenseranno è da vedersi.
Il M5S di Grillo e Casaleggio ha quindi due opzioni disponibili: governo “larghe intese” contro cui gridare alla solita politica o nuove elezioni a brevissimo.

Il M5S è quindi privo di senso di responsabilità?
A parte il fatto che è “curioso” che la politica dei morti viventi – perché di questo si tratta, a prescindere da ciò che dice Grillo – scopra “periodicamente” e, ovviamente, a parole il “senso di responsabilità”. Che, tradotto, significa: governo di larghe intese, appoggiato da una maggioranza Pd e Pdl.
La traduzione, qui, è d’obbligo.
Perché il “senso di responsabilità” della classe politica diciamo, tradizionale,
è un'espressione politichese. Ergo: va tradotta. Diversamente dalle dichiarazioni dei Cinquestelle in Parlamento, tra cui albeggiano e non tramontano ignoranza e inesperienza, ma, quando esternano, non lo fanno in politichese. Ergo: se usano il verbo valutare non significa (non ancora, perché al momento sono, appunto, inesperti di politichese): appoggio a certe condizioni. Valutare significa…valutare. No=no, Si=sì.
La conformazione mentale e pratica, la tipologia di aggregazione del M5S non contempla un’adesione a “quel senso di responsabilità”, cioè al politichese della classe politica dei partiti che da anni sgovernano e non legiferano nell’interesse del paese. Conseguentemente, è più impossibile che improbabile che possano contribuire a far nascere il governo Bersani o di altro incaricato.
Se poi si vuole osservare che Bersani – con il consueto ritardo mentale - ha fatto un elenco di punti sui quali il senso di responsabilità reale, non politichese, può convergere, faccio un’elementare ma – a mio modo di vedere, fondamentale –  considerazione.

Otto, nove, o non so quanti punti non servono o significano nulla. Il punto della questione è…che i punti non devono essere un elenco di linee guida ma criteri dettagliati seppure in modo macro. Inoltre – punto essenziale – dev’esservi un piano di attività. Vale a dire che otto o nove o due punti solo, devono essere pianificati. Proprio per evitare che, come sempre, siano – nella migliore delle ipotesi – buone intenzioni sulla carta.
Ieri Laura Puppato, intervistata dall’Annunziata a ‘Mezz’ora’, ha individuato l’escamotage (governo di scopo, pochi punti, breve durata, priorità lavoro e ossigeno per l’impresa, Parlamento che legifera su legge elettorale e riduzione dei parlamentari) per cercare di uscire dall’impasse in cui si trova Bersani.
Si tratta di un escamotage sensato e corrisponde, almeno in parte, a ciò che come cittadina italiana mi aspetto nel breve periodo (clicca qui). Ma una domanda sorge spontanea. Una domanda vitale.
E’ previsto un calendario delle attività? Chi deve fare che cosa e quando. Altrimenti: è aria fritta.
Il solito difetto della politica che ha contribuito a creare merda è il non pensare e agire in modo progettuale. E non esistono progetti che non prevedono un inizio e una fine attività. Da rispettare. E non esistono progetti nei quali non siano chiari i ruoli dei partecipanti. E non esistono progetti che raggiungono l’obiettivo se le fasi di realizzazione non sono monitorate.
E, allora, se io fossi un esponente del MS5 in Parlamento, non voterei mai a favore di nessuna lista dei “punti dei buoni propositi” se non dettagliati e con indicata pianificazione. E non mi si venga a raccontare che, con questi due presidenti di Camera e Senato  - che non hanno gradito, ovviamente, l’essere considerati foglie di fico - non si possa definire un calendario stringente di lavori. Contrariamente, la domanda non può che essere: ma Boldrini e Grasso non dovrebbero essere i primi rappresentanti di un “nuovo Parlamento”?
Senza un piano attività, completo nelle sue fasi (predisposizione, confronto, discussione, realizzazione, monitoraggio) qualsiasi programma presentato da Bersani – o da chiunque altro - non significa un organo sessuale maschile.
Ergo: non si può chiedere fiducia. Non si possono fare appelli a “senso di responsabilità”. Perché chiunque presenti un programma di governo anche minimale, senza un calendario degli interventi, è il primo a dimostrare di essere privo di senso di responsabilità. Di certo, il primo a dimostrare che non ha capito che tipo di politico – e di politica - serve al paese.

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