venerdì 29 marzo 2013

Tasse: altri “prosciugamenti” in arrivo


da: Lettera  43

Tasse, in estate un altro salasso
Tares, acconto Irpef, Iva al 23% e la prima tranche dell'Imu: stangata da 450 euro a testa. Le bollette calano.


Altro che afa e caldo, quest'estate gli esangui contribuenti italiani rischiano un malore per il solito motivo. Le tasse. Tra Irpef, Iva, Imu, Tares un altro salasso per le coronarie (e il portafogli) da 450 euro a testa.

Conto da servi ottenuto dividendo il totale della prima rata dell'imposta sulla casa e degli aumenti delle altre imposizioni (27 mld) per i 60 milioni di cittadini italiani.
UN AUMENTO DI 5 MLD. Il Consiglio dei ministri non ha affrontato infatti il rinvio della Tares, la nuova tassa sui rifiuti, per la quale quindi entro luglio prossimo, a meno di interventi dell'ultima ora, bisognerà andare in cassa. Ma non è l'unico versamento: bisognerà infatti sborsare non pochi soldi per il consueto acconto Irpef, per il primo acconto sull'Imu 2013, per chi paga in due rate. E per concludere in bellezza bisognerà fare i conti con l'aumento dell'Iva ordinaria dal 22 al 23% che colpirà moltissimi beni di largo consumo. Insomma circa 5 miliardi in più solo per gli aumenti di Iva, Tares e Imu.
Imposta quest'ultima che lo scorso anno è costata complessivamente agli italiani circa 22 miliardi.
Per dirla con le parole del leader della Cgil Susanna Camusso, il conto è «un concentrato esplosivo» se si calcola anche il ridottissimo potere d'acquisto dei salari italiani.
ECONOMIA IN SOFFERENZA. Soprattutto perché il conto arriva con un'economia
in sofferenza (il Pil 2013 è destinato a scendere secondo il governo dell'1,3%) e rischia di provocare quell'effetto avvitamento tanto paventato: consumi in picchiata, produzione in calo costante, economia sempre più giù e conseguente peggioramento dei conti pubblici.
Il rischio, ha sottolineato Camusso, «è che il Paese scenda ad una velocità tale da non potere più risalire». L'unica consolazione per i contribuenti è il previsto calo delle bollete del gas da aprile.
LE AZIENDE APETTANO 70 MLD. Ma la situazione resta di emergenza emergenza. E solo una decisa azione di governo potrebbe contenerne gli effetti immettendo risorse fresche a sostegno dell'economia reale. Una strada potrebbe essere, ad esempio, quella di pagare l'enorme arretrato pubblico nei confronti dei fornitori o di risolvere una volta per tutte il tema degli esodati. Lo Stato, oltre a risolvere il tema di chi è rimasto senza lavoro e senza pensione, deve infatti fare i conti anche con oltre 70 miliardi di debiti rimasti per troppo tempo appesi.
LA MISSIONE DI GRILLI. E proprio su questo sono chiamati giovedì 28 marzo i principali il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli e i rappresentanti di Bankitalia durante il ciclo di audizioni che si aprirà alla commissione speciale della Camera. Ma la gestazione parlamentare di un eventuale decreto sembra particolarmente difficile. Così come in attesa che Pierluigi Bersani si rechi al Colle per riferire sul risultato delle consultazioni con i diversi gruppi, appare assai difficile la formazione di un governo che si intesti la soluzione di questi problemi.

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