da: Lettera
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Tasse,
in estate un altro salasso
Tares,
acconto Irpef, Iva al 23% e la prima tranche dell'Imu: stangata da 450 euro a
testa. Le bollette calano.
Altro che afa e caldo, quest'estate gli
esangui contribuenti italiani rischiano un malore per il solito motivo. Le
tasse. Tra Irpef, Iva, Imu, Tares un altro salasso per le coronarie (e il
portafogli) da 450 euro a testa.
Conto da servi ottenuto dividendo il totale della prima rata dell'imposta sulla
casa e degli aumenti delle altre imposizioni (27 mld) per i 60 milioni di
cittadini italiani.
UN AUMENTO DI 5 MLD. Il Consiglio dei ministri non ha affrontato infatti
il rinvio della Tares, la nuova tassa sui rifiuti, per la quale quindi entro
luglio prossimo, a meno di interventi dell'ultima ora, bisognerà andare in
cassa. Ma non è l'unico versamento: bisognerà infatti sborsare non pochi soldi
per il consueto acconto Irpef, per il primo acconto sull'Imu 2013, per chi paga
in due rate. E per concludere in bellezza bisognerà fare i conti con l'aumento
dell'Iva ordinaria dal 22 al 23% che colpirà moltissimi beni di largo consumo.
Insomma circa 5 miliardi in più solo per gli aumenti di Iva, Tares e Imu.
Imposta quest'ultima che lo scorso anno è costata complessivamente agli
italiani circa 22 miliardi.
Per dirla con le parole del leader della Cgil Susanna Camusso, il conto è «un
concentrato esplosivo» se si calcola anche il ridottissimo potere d'acquisto
dei salari italiani.
ECONOMIA IN SOFFERENZA. Soprattutto perché il conto arriva con un'economia
in sofferenza (il Pil 2013 è destinato a scendere secondo il governo dell'1,3%)
e rischia di provocare quell'effetto avvitamento tanto paventato: consumi in
picchiata, produzione in calo costante, economia sempre più giù e conseguente
peggioramento dei conti pubblici.
Il rischio, ha sottolineato Camusso, «è che il Paese scenda ad una velocità
tale da non potere più risalire». L'unica consolazione per i contribuenti è il previsto
calo delle bollete del gas da aprile.
LE AZIENDE APETTANO 70 MLD. Ma la situazione resta di emergenza emergenza.
E solo una decisa azione di governo potrebbe contenerne gli effetti immettendo
risorse fresche a sostegno dell'economia reale. Una strada potrebbe essere, ad
esempio, quella di pagare l'enorme arretrato pubblico nei confronti dei
fornitori o di risolvere una volta per tutte il tema degli esodati. Lo Stato,
oltre a risolvere il tema di chi è rimasto senza lavoro e senza pensione, deve
infatti fare i conti anche con oltre 70 miliardi di debiti rimasti per troppo tempo
appesi.
LA MISSIONE DI GRILLI. E proprio su questo sono chiamati giovedì 28 marzo
i principali il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli e i rappresentanti di
Bankitalia durante il ciclo di audizioni che si aprirà alla commissione
speciale della Camera. Ma la gestazione parlamentare di un eventuale decreto
sembra particolarmente difficile. Così come in attesa che Pierluigi Bersani si
rechi al Colle per riferire sul risultato delle consultazioni con i diversi
gruppi, appare assai difficile la formazione di un governo che si intesti la
soluzione di questi problemi.
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