da: La Stampa
La
casa di vetro
di Massimo
Gramellini
Basta con la vecchia politica dei segreti e
degli inciuci. Oggi i parlamentari di Grillo diranno vaffa a Bersani in
streaming. Una telecamera inquadrerà lo storico evento e chiunque transiti
nelle vicinanze di un computer potrà godersi l’incontro fra il presidente
incaricato e la delegazione Cinquestelle. Tutto si svolgerà in una casa di
vetro. Bersani farà le sue proposte, i parlamentari di Grillo le loro, si
converrà che non c’è trippa per giaguari e ci si saluterà cordialmente, dandosi
appuntamento alla prossima occasione. Questa è la democrazia che ci piace. O
no?
Mio padre fu per tutta la vita
amministratore di condominio. Dopo averne moderate più di un migliaio, giunse a
teorizzare che la migliore assemblea, quella veramente produttiva di risultati,
comporta sempre due tempi. Nel primo i condomini si rinfacciano incomprensioni
e malumori, nel secondo gettano ponti e abbozzano compromessi: io cedo sul
riscaldamento centralizzato, però tu mi concedi il lavatoio accanto al terrazzo
condominiale. Ma, diceva, sarebbe impossibile giungere a questa suprema armonia
delle dissonanze se i protagonisti si dovessero occupare delle forme. Se cioè
agissero con la consapevolezza di essere visti e giudicati dall’esterno.
Sapersi osservati induce a compiere uno sforzo di autocontrollo che sconfina
nella finzione.
Poiché l’orgoglio ti impone di mostrarti duro e puro agli occhi
del mondo, perdi intelligenza, capacità di ascolto, elasticità. Almeno finché
la telecamera rimane accesa, come dimostrano i pollai televisivi. Poi per
fortuna il collegamento in streaming finisce, la casa di vetro abbassa le
persiane e si comincia, orrore, a fare politica.
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