lunedì 18 marzo 2013

Roberto Formigoni a Cl e ai giornalisti ‘amici’: dite una buona parola per me (non come Scola)


da: la Repubblica

Formigoni, i giornalisti di area Pdl lo aiutarono così durante la bufera
L'offensiva scatenata dal governatore uscente della Lombardia per difendere la propria immagine dopo l'arresto di Simone. Contattando i direttori per dettare la linea e mobilitando i vertici di Comunione e liberazione
di Emilio Randacio

Ossessionato dalle critiche. Maniacale nel dare un’immagine positiva di sé. Roberto Formigoni raccontato dalle parole, involontarie, di Roberto Formigoni. Intercettato per tre mesi dalla Procura di Milano nell’inchiesta sullo scandalo Maugeri, emerge come attentissimo alla stampa, in continuo movimento per capire come si muovono i suoi critici, capace di contattare direttori di giornali per dettare la linea in sua difesa, spacciare suoi diktat come interviste, mobilitare i vertici di Comunione e liberazione in sua difesa.

Quando il 13 aprile scorso Antonio Simone raggiunge in carcere Pierangelo Daccò, indicati entrambi come i faccendieri capaci di procurare al governatore «milioni di euro di utilità personali», Formigoni scende in campo con le corazzate per difendere la sua immagine. Il 19 aprile, con una lettera al Corriere della Sera, Carla Vites, l’ex moglie di Simone, denuncia l’ipocrisia del governatore nel rinnegare una frequentazione ventennale. E quel giorno scatta l’ora X. Alle 13, secondo le intercettazioni in mano alla Procura, Formigoni si accorda con il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti. Il presidente, al telefono con la sua segretaria personale, «chiede di ripetergli  cosa aveva proposto Sallusti».

La donna «dice che proponeva di fare un pezzo scritto da loro sulla moglie di Simone, e poi farle (a Formigoni) un’intervista in cui parla dell’assedio verso di lei e poi rispondere a quelle domande relative ai viaggi in modo da chiudere definitivamente la faccenda che non c’entra nulla con la vicenda politica».



Formigoni, probabilmente scosso dall’attacco «interno» della Vites, risponde «di non essere oggi in grado di seguire bene, perché dovrebbe ricostruire precisamente i fatti cronologicamente (le ricevute delle vacanze, sembrerebbe), pertanto manda a dire di fare ciò che ritengono opportuno, di mettere per iscritto queste domande che lui vedrà poi di formulare le risposte tra oggi e domani». Due giorni dopo, è il direttore del Tg5, Clemente Mimun, che lo chiama per «chiedergli se voglia essere intervistato. Formigoni risponde che gli farebbe molto piacere e si accordano per organizzare il servizio a Rimini». Proprio in Romagna, il giornalista lo raggiunge e lo intervista.



Il fuoco amico. Di fronte alle accuse delle più svariate «utilità» ottenute da Formigoni sotto forma di consulenze mascherate, le prime crepe all’interno dello stesso Pdl sembrano formarsi. Ma anche in questo caso il governatore ha pronte le contromosse e alleanze solide. Il 16 aprile, pochi giorni dopo l’arresto di Simone, il governatore manda un sms all’europarlamentare Lara Comi: «Leggi intervista di Mantovani (probabilmente il parlamentare pdl Mari) al Giornale e protesta anche tu con il partito. Kiss, grazie». La Comi non ci pensa due volte e risponde a stretto giro di posta: «Sono qui da Colucci (altro esponente del Pdl) e stavo dicendo proprio questo. È uno schifo! Qui bisogna avvisare B (forse Silvio Berlusconi)!!!». Poche ore dopo, Formigoni contatta il centralino di Arcore, dove «un’assistente lo informa che questi (Berlusconi) si trova ancora in tribunale». E a quel punto «Formigoni dice di ringraziare Berlusconi per le bellissime parole che gli ha dedicato».

La televisione. Il 24 aprile, all’indomani di una puntata di Porta a porta sul caso Formigoni, è ancora la Comi a farsi sotto. «Ciao Roberto, ieri ho visto Vespa!!! Non ho parole!!! È ora che tutti noi diciamo basta!». Formigoni replica con un sms con un doppio «concordo». Ma l’europarlamentare non è ancora contenta e rincara la dose: «Ci vuole qualcosa di più forte. Hai qualche suggerimento? Un gruppo su Facebook? Cosa posso fare nel mio piccolo?». Il governatore è deciso nella risposta: «Niente firme, non ne ho bisogno. Attaccare sui siti e su tv e stampa».

Quasi esilarante, infine, una conversazione tra il governatore e Renato Farina, l’ex giornalista condannato per essere un informatore dei Servizi segreti nel caso Abu Omar. Farina, fedelissimo di Cl, nel frattempo divenuto parlamentare del Pdl, difende a spada tratta l’amico Roberto, e critica le polemiche arrivate dalla governatrice del Lazio dello stesso partito, Renata Polverini. Nel corso della conversazione, Farina dice che «quella str... della Polverini non da dire in pubblico ma lei, cioè Angelucci (sembrerebbe il capostipite della famiglia delle cliniche private romane), tramite Melania Rizzoli (altra parlamentare Pdl), organizza sempre incontri con la Polverini a proposito di sanità e affari per cui io non lo dico, sennò sembra che... però sappilo perché se la tieni a tiro fai capire che sai le cose va bene?».

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