da: la Repubblica
Formigoni,
i giornalisti di area Pdl lo aiutarono così durante la bufera
L'offensiva
scatenata dal governatore uscente della Lombardia per difendere la propria
immagine dopo l'arresto di Simone. Contattando i direttori per dettare la linea
e mobilitando i vertici di Comunione e liberazione
di Emilio Randacio
Ossessionato dalle
critiche. Maniacale nel dare un’immagine positiva di sé. Roberto Formigoni
raccontato dalle parole, involontarie, di Roberto Formigoni. Intercettato per
tre mesi dalla Procura di Milano nell’inchiesta sullo scandalo Maugeri, emerge
come attentissimo alla stampa, in continuo movimento per capire come si muovono
i suoi critici, capace di contattare direttori di giornali per dettare la linea
in sua difesa, spacciare suoi diktat come interviste, mobilitare i vertici di
Comunione e liberazione in sua difesa.
Quando il 13 aprile
scorso Antonio Simone raggiunge in carcere Pierangelo Daccò,
indicati entrambi come i faccendieri capaci di procurare al governatore
«milioni di euro di utilità personali», Formigoni scende in campo con le
corazzate per difendere la sua immagine. Il 19 aprile, con una lettera al
Corriere della Sera, Carla Vites, l’ex moglie di Simone,
denuncia l’ipocrisia del governatore nel rinnegare una frequentazione
ventennale. E quel giorno scatta l’ora X. Alle 13, secondo le intercettazioni
in mano alla Procura, Formigoni si accorda con il direttore del Giornale,
Alessandro Sallusti. Il presidente, al telefono con la sua segretaria
personale, «chiede di ripetergli cosa
aveva proposto Sallusti».
La donna «dice che
proponeva di fare un pezzo scritto da loro sulla moglie di Simone, e poi farle
(a Formigoni) un’intervista in cui parla dell’assedio verso di lei e poi
rispondere a quelle domande relative ai viaggi in modo da chiudere
definitivamente la faccenda che non c’entra nulla con la vicenda politica».
Formigoni, probabilmente scosso dall’attacco «interno» della Vites, risponde
«di non essere oggi in grado di seguire bene, perché dovrebbe ricostruire
precisamente i fatti cronologicamente (le ricevute delle vacanze, sembrerebbe),
pertanto manda a dire di fare ciò che ritengono opportuno, di mettere per
iscritto queste domande che lui vedrà poi di formulare le risposte tra oggi e
domani». Due giorni dopo, è il direttore del Tg5, Clemente Mimun, che lo chiama
per «chiedergli se voglia essere intervistato. Formigoni risponde che gli
farebbe molto piacere e si accordano per organizzare il servizio a Rimini».
Proprio in Romagna, il giornalista lo raggiunge e lo intervista.
Il fuoco amico. Di fronte alle accuse delle più svariate «utilità» ottenute da
Formigoni sotto forma di consulenze mascherate, le prime crepe all’interno
dello stesso Pdl sembrano formarsi. Ma anche in questo caso il governatore ha
pronte le contromosse e alleanze solide. Il 16 aprile, pochi giorni dopo
l’arresto di Simone, il governatore manda un sms all’europarlamentare Lara
Comi: «Leggi intervista di Mantovani (probabilmente il parlamentare pdl Mari)
al Giornale e protesta anche tu con il partito. Kiss, grazie». La Comi non ci
pensa due volte e risponde a stretto giro di posta: «Sono qui da Colucci (altro
esponente del Pdl) e stavo dicendo proprio questo. È uno schifo! Qui bisogna
avvisare B (forse Silvio Berlusconi)!!!». Poche ore dopo, Formigoni contatta il
centralino di Arcore, dove «un’assistente lo informa che questi (Berlusconi) si
trova ancora in tribunale». E a quel punto «Formigoni dice di ringraziare
Berlusconi per le bellissime parole che gli ha dedicato».
La televisione. Il 24 aprile, all’indomani di una puntata di Porta a porta sul
caso Formigoni, è ancora la Comi a farsi sotto. «Ciao Roberto, ieri ho visto
Vespa!!! Non ho parole!!! È ora che tutti noi diciamo basta!». Formigoni
replica con un sms con un doppio «concordo». Ma l’europarlamentare non è ancora
contenta e rincara la dose: «Ci vuole qualcosa di più forte. Hai qualche
suggerimento? Un gruppo su Facebook? Cosa posso fare nel mio piccolo?». Il
governatore è deciso nella risposta: «Niente firme, non ne ho bisogno.
Attaccare sui siti e su tv e stampa».
Quasi esilarante, infine, una conversazione tra il governatore e Renato Farina,
l’ex giornalista condannato per essere un informatore dei Servizi segreti nel
caso Abu Omar. Farina, fedelissimo di Cl, nel frattempo divenuto parlamentare
del Pdl, difende a spada tratta l’amico Roberto, e critica le polemiche
arrivate dalla governatrice del Lazio dello stesso partito, Renata Polverini.
Nel corso della conversazione, Farina dice che «quella str... della Polverini
non da dire in pubblico ma lei, cioè Angelucci (sembrerebbe il capostipite
della famiglia delle cliniche private romane), tramite Melania Rizzoli (altra
parlamentare Pdl), organizza sempre incontri con la Polverini a proposito di
sanità e affari per cui io non lo dico, sennò sembra che... però sappilo perché
se la tieni a tiro fai capire che sai le cose va bene?».
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