da: Lettera 43
Lombardia,
la nuova giunta è più cara
Sono
esterni 11 assessori su 14. E così la squadra di Maroni costerà 7 mln di euro
in più della precedente.
di Jonathan Russo
La giunta lombarda
di Roberto Maroni sarà per metà in rosa, ma costerà anche oltre 7
milioni di euro in più del solito per il prossimo quinquennio.
Il motivo, secondo
il Partito democratico, è nella scelta del neo presidente di comporre la sua
squadra di governo pescando per la maggior parte (11 assessori su 14)
dall’esterno, cioè al di fuori degli eletti in consiglio regionale.
IN PIÙ 11 CONSIGLIERI. Una mossa che in sostanza aumenta il numero di
consiglieri effettivi, e quindi stipendiati, di 11 unità: «Con i nuovi
stipendi, che entreranno in vigore a partire da luglio», spiega l’ex capogruppo
del Pd Luca Gaffuri, «ogni assessore esterno costerà alla Regione almeno 11
mila e 100 euro al mese, ovvero 1.465.200 euro all’anno per un totale di oltre
7 milioni nei cinque anni di governo».
Al contrario,
continua Gaffuri, «se a entrare in giunta fossero consiglieri già eletti i
costi sarebbero più contenuti, perché un consigliere ‘promosso’ mantiene grosso
modo lo stipendio già percepito. È ben diverso rispetto al fatto di creare 11
nuove retribuzioni».
A fargli eco anche
il neo capogruppo, Alessandro Alfieri, per il quale la stima dei 7 milioni è
anche riduttiva: «Il conto che abbiamo fatto è basato sui numeri minimi
previsti dal decreto Monti», precisa, «ma è scontato che le cifre saranno
più
elevate, tra gli 11 mila e 100 e i 13 mila 800 euro al mese. In più, mancano
all’appello due sottosegretari che devono essere ancora nominati e
inevitabilmente faranno lievitare i costi».
CIFRE PIÙ ELEVATE. Al commento economico, si aggiunge quello politico:
«Possibile che, su 48 eletti, il centrodestra non sia riuscito a trovarne più
di tre in grado di entrare in giunta?», si chiede Gaffuri, «o c’era bisogno di
accontentare molte persone rimaste fuori dalla corsa al parlamento, oppure ci
troviamo di fronte a un governo a tempo, con assessori il cui mandato potrebbe
scadere in fretta per far spazio a chi ora è parcheggiato in consiglio».
Un esempio? «Quei
consiglieri sotto indagine per i rimborsi spese e rieletti tra le fila del
centrodestra: se l’inchiesta dovesse finire nel nulla, potrebbero pretendere un
bel rimpasto».
Dal fronte leghista,
le accuse di sperpero di denaro vengono minimizzate: «È vero che con gli
assessori esterni si aggiunge qualche stipendio in più», risponde Massimiliano
Romeo, consigliere rieletto, «ma non dimentichiamoci che per ridurre i costi
della politica ci sono già in corso dei provvedimenti e altri ne arriveranno a
breve».
PROVVEDIMENTI
ANTI-CASTA. Il primo riferimento è al decreto Monti, «che il consiglio deve
ratificare e che porterà alla riduzione degli stipendi dei consiglieri e dei
finanziamenti per i gruppi». Il secondo, invece, riguarda il programma elettorale
di Maroni che, ricorda Romeo, «fissa al primo punto dell’agenda l’abbattimento
dei costi della politica: possiamo aspettarci un progetto di legge in questo
senso fin dalle prime sedute. Insomma, può anche sembrare che si spenda
qualcosa in più, ma in realtà finiremo sicuramente per spendere di meno».
Infine, una battuta caustica ai danni del Pd: «La smetta di inseguire i
grillini», conclude il consigliere del Carroccio, «a meno che non cerchino di
fare bella figura con i 5 stelle per attirarsi la loro benevolenza e ricevere
qualche voto in più in Parlamento».
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