venerdì 22 marzo 2013

Regione Lombardia: la nuova giunta Maroni costa di più



da: Lettera 43

Lombardia, la nuova giunta è più cara
Sono esterni 11 assessori su 14. E così la squadra di Maroni costerà 7 mln di euro in più della precedente.
di Jonathan Russo

La giunta lombarda di Roberto Maroni sarà per metà in rosa, ma costerà anche oltre 7 milioni di euro in più del solito per il prossimo quinquennio.

Il motivo, secondo il Partito democratico, è nella scelta del neo presidente di comporre la sua squadra di governo pescando per la maggior parte (11 assessori su 14) dall’esterno, cioè al di fuori degli eletti in consiglio regionale.

IN PIÙ 11 CONSIGLIERI. Una mossa che in sostanza aumenta il numero di consiglieri effettivi, e quindi stipendiati, di 11 unità: «Con i nuovi stipendi, che entreranno in vigore a partire da luglio», spiega l’ex capogruppo del Pd Luca Gaffuri, «ogni assessore esterno costerà alla Regione almeno 11 mila e 100 euro al mese, ovvero 1.465.200 euro all’anno per un totale di oltre 7 milioni nei cinque anni di governo».
Al contrario, continua Gaffuri, «se a entrare in giunta fossero consiglieri già eletti i costi sarebbero più contenuti, perché un consigliere ‘promosso’ mantiene grosso modo lo stipendio già percepito. È ben diverso rispetto al fatto di creare 11 nuove retribuzioni».
A fargli eco anche il neo capogruppo, Alessandro Alfieri, per il quale la stima dei 7 milioni è anche riduttiva: «Il conto che abbiamo fatto è basato sui numeri minimi previsti dal decreto Monti», precisa, «ma è scontato che le cifre saranno
più elevate, tra gli 11 mila e 100 e i 13 mila 800 euro al mese. In più, mancano all’appello due sottosegretari che devono essere ancora nominati e inevitabilmente faranno lievitare i costi».
CIFRE PIÙ ELEVATE. Al commento economico, si aggiunge quello politico: «Possibile che, su 48 eletti, il centrodestra non sia riuscito a trovarne più di tre in grado di entrare in giunta?», si chiede Gaffuri, «o c’era bisogno di accontentare molte persone rimaste fuori dalla corsa al parlamento, oppure ci troviamo di fronte a un governo a tempo, con assessori il cui mandato potrebbe scadere in fretta per far spazio a chi ora è parcheggiato in consiglio».
Un esempio? «Quei consiglieri sotto indagine per i rimborsi spese e rieletti tra le fila del centrodestra: se l’inchiesta dovesse finire nel nulla, potrebbero pretendere un bel rimpasto».
Dal fronte leghista, le accuse di sperpero di denaro vengono minimizzate: «È vero che con gli assessori esterni si aggiunge qualche stipendio in più», risponde Massimiliano Romeo, consigliere rieletto, «ma non dimentichiamoci che per ridurre i costi della politica ci sono già in corso dei provvedimenti e altri ne arriveranno a breve».

PROVVEDIMENTI ANTI-CASTA. Il primo riferimento è al decreto Monti, «che il consiglio deve ratificare e che porterà alla riduzione degli stipendi dei consiglieri e dei finanziamenti per i gruppi». Il secondo, invece, riguarda il programma elettorale di Maroni che, ricorda Romeo, «fissa al primo punto dell’agenda l’abbattimento dei costi della politica: possiamo aspettarci un progetto di legge in questo senso fin dalle prime sedute. Insomma, può anche sembrare che si spenda qualcosa in più, ma in realtà finiremo sicuramente per spendere di meno».

Infine, una battuta caustica ai danni del Pd: «La smetta di inseguire i grillini», conclude il consigliere del Carroccio, «a meno che non cerchino di fare bella figura con i 5 stelle per attirarsi la loro benevolenza e ricevere qualche voto in più in Parlamento».

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