da: Il Fatto Quotidiano
Le primarie sono un’ottima cosa, l’unico
antidoto a una delle porcate del Porcellum: le liste bloccate che consentono ai
partiti di nominarsi i parlamentari. Grillo, temendo la piena degli
opportunisti last minute, ha inventato le parlamentarie web, ma ha ristretto
troppo la platea dei votanti: appena 20mila.
Alle primarie di Capodanno del Pd
han votato un milione di elettori. Bene anche i volti nuovi o seminuovi,
premiati per le loro facce pulite e si spera anche per le loro capacità. Ma in
alcune regioni d’Italia, dove il voto è militarmente controllato non solo dalle
mafie, ma anche da cricche clientelari che comprano preferenze con favori e
lavori, le primarie sono finte se non vengono accompagnate da ferrei
sbarramenti per garantire il ricambio. Se si lascia candidare Mirello
Crisafulli nella sua Enna, di cui da una vita è signore e padrone a suon di
posti e prebende, oltre a essere amicone del boss Raffaele Bevilacqua (con cui
fu filmato e intercettato), è ovvio che faccia il pieno di voti. Non
bastavano i suoi 15 anni in Assemblea Regionale, le due legislature in
Parlamento e il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio con l’accusa di aver
fatto pavimentare a spese della provincia la strada comunale che porta alla sua
villa, per mandarlo in pensione? Idem a Messina, dove spopola un altro
ras: Francantonio Genovese, che divenne sindaco sebbene azionista della
Caronte, la società dei traghetti nello Stretto controllata da Pietro Franza
(perciò ribattezzato ‘Franzantonio’) in pieno conflitto d’interessi. Il resto
l’ha raccontato la puntata di Report sugli enti di formazione finanziati dalla
Regione. Tipo la Lumen, presieduta da Franco Rinaldi, deputato regionale,
cognato di Genovese e soprattutto marito di Elena Schirò che lavora dove? Ma
alla Lumen, naturalmente. Rinaldi e Genovese sono pure soci nella Training
Service, che sta per ricevere 390mila euro di contributi. Invece la Nt Soft fa
capo ai nipoti di Genovese e Rinaldi. L’Esofop ha come presidente la cognata di
Rinaldi e come
consigliere Chiara Schirò, moglie di Genovese. E una società in
cui compare Genovese affitta la sede all’Enaip e all’Aram.
A che servono a
questo punto le primarie? Chi mai riuscirà a prendere più voti di un
Genovese? Il conflitto d’interessi, anziché un handicap, diventa un elisir di
lunga vita, anzi di immortalità. Alle primarie di Trapani trionfa Antonino
Papania: nel 2002 ha patteggiato 2 mesi e 20 giorni di reclusione per abuso
d’ufficio in un processo per compravendita di posti di lavoro in cambio di
soldi. Il suo factotum Filippo Di Maria è stato arrestato tre anni fa per
mafia, con l’accusa di essere l’autista, il cassiere e il braccio destro del
boss di Alcamo, Nicolò Melodia detto ‘il macellaio’.Per la Mobile,“Di Maria si
muoveva incessantemente per procurare posti di lavoro ad amici e conoscenti
grazie anche al diretto interessamento di collaboratori e personale di
segreteria del senatore”, attivissimo “in occasione di alcune competizioni
elettorali”: come “le primarie 2005 per il candidato premier” del
centrosinistra. “Lo staff del sen. Papania – scrive il gip – e altri
politici contattavano ripetutamente il Di Maria per indurlo a sostenere
iniziative politiche… con tutte le persone di sua conoscenza”. In Calabria
invece stravince le primarie l’ottimo Nicodemo Oliverio, imputato da tre anni
al Tribunale di Roma con altre 14 persone per bancarotta fraudolenta
documentale e patrimoniale aggravata, in uno dei processi sullo scandalo del
megapatrimonio immobiliare della Dc, ovviamente scomparso. A Crotone, Oliverio
ha raccolto 8.257 preferenze su 8.547 (il 97%). Chissà se arriverà prima la
sentenza, prevista per febbraio, o la rielezione in Parlamento, prevista per
febbraio. E chissà se Piero Grasso lo sa.
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