giovedì 31 gennaio 2013

Mummia Berlusconi vuole La7 ma…senza pagarla


da: Il Fatto Quotidiano

Cairo vuole La7 per l’amico B. Ma senza pagarla 
Il presidente del Torino incasserebbe in dote da Telecom più di 100 milioni di euro
di Carlo Tecce

La notizia va rovesciata: non è Urbano Cairo che compra La7, ma è Telecom Italia che regala La7 a Cairo. Per conto di un terzo: Mediaset. Lo scioglilingua riassume mesi e mesi di trattative più o meno farlocche, più o meno inutili: perché non esiste un investitore, nazionale o straniero, disposto a pagare un barcone che affonda sotto il peso di perdite (100 milioni) e debiti (200) e un contratto pubblicitario capestro proprio con la stessa Cairo Comunicazioni. Perché la multinazionale telefonica vuole tenersi la struttura, i famigerati multiplex di frequenze, e disfarsi di La7 a qualsiasi prezzo: proprio perché – e la società non smentisce – l’acquirente avrà la dote. Questo significa che la Telecom verserà un contributo, stimato in oltre 100 milioni di euro, per assorbire il passivo ormai consolidato nei bilanci. In sostanza: Cairo avrà La7 a costo zero da Telecom, anzi incasserà appunto più di 100 milioni, anche se – il 7 febbraio – il cda annuncerà la cessione per una cifra non più che simbolica. La domanda che circola nelle redazioni romane di via Novaro, già visitate da Giuseppe Ferrauto, il braccio operativo di Cairo, è la seguente: l’operazione conviene più a Cairo – che non produce contenuti televisivi e non dispone di grossa liquidità – oppure a un suo vecchio amico?
Non ci sono visioni postume: il vecchio amico è Silvio Berlusconi, il riflesso è la fragile Mediaset, che soffre gli acuti di La7 con Enrico Mentana, Michele Santoro, Corrado Formigli e l’intera squadra messa in piedi, giocatore
dopo giocatore, dall’ex presidente Gianni Stella. Il processo di vendita l’ha impostato Mediobanca, cioè l’istituto che vede Pier Silvio Berlusconi consigliere e aveva Marina vicepresidente, influente in Telecom attraverso l’azionista Telco. Non è un mistero che Franco Bernabè sia contrario a un’infruttifera tumulazione di un canale in crescita, e la sua posizione sarà determinante in cda. Il presidente assiste con sollievo alla formazione di una cordata indipendente che sta per entrare in gioco, ma di cui non si conosce il nome. Il cartello “La7 in vendita” è affisso da quasi un anno, tanti si sono avvicinati a osservarlo, molti si sono allontanati esaminando i bilanci e i pochi reduci si sono dileguati – dal fondo Clessidra agli americani di Discovery passando per la telefonica H3G – appena hanno scoperto che Telecom non vuole mollare le frequenze e qualsiasi traccia portava a Cairo. Quando Timedia ha scorporato l’azienda, da una parte la televisione e da una parte le antenne, è stato siglato un accordo che impone ai futuri proprietari di La7 di mandare le trasmissioni con le frequenze che restano a Telecom: non è che una toppa per creare la giustificazione finanziaria.
Torniamo a Cairo. All’esclusiva per la raccolta pubblicitaria sino al 2019 con limiti di guadagni per La7 se lo share supera una certa soglia. Quando l’ex assistente di Berlusconi doveva rinnovare il contratto con La7, un paio di anni fa, Telecom stava per stringere un’alleanza con Sky per avere un concessionario unico sfidando le corazzate Publitalia (Mediaset) e Sipra (Rai). Ci fu un intervento del Cavaliere che aprì le porte
di Mediaset alle inserzioni di Sky e ricambiò la cortesia a La7 con la stessa moneta: il Biscione confezionò la sua pubblicità per il canale concorrente. Ora che La7 comincia a danneggiare Mediaset, ecco che il Cavaliere richiama l’amico Cairo per un nuovo e grosso favore.


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