mercoledì 23 gennaio 2013

Il sistema bancario italiano: le condizioni del Tesoro per salvare Monte dei Paschi di Siena


da: L’Huffington Post

Mps, ecco le condizioni del Tesoro per i Monti-bond. Nelle sue pubblicità il Monte non potrà far riferimento all'aiuto pubblico

Il governo concederà il suo salvagente al Monte dei Paschi di Siena, ma la banca non potrà mai far riferimento all'aiuto pubblico nelle sue campagne pubblicitarie. E' una delle condizioni poste dal Tesoro per l'emissione dei cosiddetti Monti-bond, i 3,9 miliardi di euro di obbligazioni, che saranno sottoscritte dal ministero dell'Economia e che permetteranno al Monte di rispettare i parametri economico-finanziari previsti dalle normative bancarie.
Ma il divieto di pubblicità non è l'unica condizione posta dallo Stato per sottoscrivere i Monti-bond. La banca senese dovrà anche indicare la propria politica di remunerazione (a partire dai top manager) e assicurare il rispetto delle disposizioni della Banca d'Italia sulle politiche di incentivazione. Poi, fino all'adozione del piano di ristrutturazione previsto dal decreto legge 95 del 2012 che ha autorizzato i Monti-bond, la banca non potrà corrispondere interessi "su altri strumenti finanziari computabili nel patrimonio di vigilanza" e non potrà "acquisire alcuna partecipazione in alcuna società", a meno che non si tratti di acquisizioni finalizzate alla ristrutturazione del patrimonio immobiliare.
Allegato al decreto c'è anche il prospetto sulle condizioni economiche dell'emissione dei Monti-bond. Mps pagherà allo Stato un interesse del 9% annuo, che salirà dello 0,5% l'anno ogni due anni fino a raggiungere un massimo del 15%. Il primo step, spiega il prospetto, si avrà per gli interessi del 2014 e del 2015, quando il Monte pagherà un interesse del 9,5%. L'interesse del 9% dovrà essere corrisposto per il 2012 anche sui vecchi Monti-bond e potrà essere pagato (a luglio di quest'anno) attraverso altri Monti-bond.

Il punto più delicato, ovviamente, riguarda il modo in cui Mps salderà gli interessi. Il prospetto prevede tre strade. La prima il pagamento cash fino a concorrenza dell'utile di esercizio. Se però il bilancio dovesse chiudere in perdita, allora il pagamento dovrebbe avvenire in azioni del Monte al valore di mercato come rilevato negli ultimi 10 giorni di contrattazione in Borsa. Questo, tuttavia, comporterebbe l'ingresso dello Stato nel capitale della banca. Cosa che il Tesoro vuole evitare. Ecco dunque, la terza strada, ossia la possibilità di pagare gli interessi del 2013 con altri Monti-bond da emettere ad un tasso del 9,5%. Sempre però, spiega il prospetto, che arrivi il via libera dall'Ue.
Il Monte ha anche la facoltà di rimborsare in anticipo le obbligazioni. Se lo fa entro giugno 2015, il valore di riscatto è il 100% del valore nominale dei titoli. Poi questo valore sale del 5% ogni due anni, fino ad un massimo del 160%. Se tuttavia la Fondazione Monte dei Paschi di Siena dovesse vendere sul mercato un pacchetto di azioni superiore al 10%, allora il prezzo di riscatto diventerebbe pari a quello della transazione nel caso in cui questo fosse il più elevato dei due valori. 

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