Quando,
dove e come queste crisi si svilupperanno non ci è dato saperlo, ma le
probabilità che si verifichino sono elevate e non c’è tempo da perdere. Più che
salvare il pianeta, dobbiamo salvare noi stessi! Quindi l’unica cosa intelligente
da fare è preparare, in fretta, il proprio piano B.
Il
piano A è la vostra vita di tutti i giorni. La sveglia suona, accendete la luce
se è inverno, fate la doccia calda, fate colazione con prodotti ben sigillati
in confezioni che mostrano campi di grano e famiglie sorridenti, salite in
auto, vi mettete in strada sfidando il traffico, accendete il computer in
ufficio, andate a mensa e potete permettervi di lasciare la metà del cibo nel
piatto sapendo che verrà buttato nei rifiuti, tornate a casa e pensate al fine
settimana quando andrete a fare più o meno le stesse cose a qualche centinaio
di chilometri da casa vostra, magari con un volo low-cost. In tutte queste
operazioni l’acqua esce dai rubinetti, la corrente fluisce nei cavi, il gas
sibila dal bruciatore, la benzina viene fuori dalle pompe, il caldo dai
radiatori, il freddo dai condizionatori, le fognature portano via le sozzure, i
camion portano via i rifiuti, altri camion portano cose da mangiare, altri
camion portano molte cose utili e ancor più camion ne portano di inutili, i
treni partono e arrivano, anche se in ritardo, gli aerei decollano e atterrano,
gli ospedali, magari così così, ma vi curano, lo Stato più o meno vi tutela. Ma
avete un piano B nel caso tutto ciò che oggi date per scontato non sia più così
facilmente disponibile? Ovviamente no.
Questa
non è per niente una profezia di sventura, ma vuole essere una realistica presa
di coscienza della fragilità del nostro sistema ambientale ed economico, così
che una piccola parte del nostro cervello, elabori giorno dopo giorno pezzi di
B che potrebbero sempre tornare utili. Se poi non ce ne sarà bisogno, meglio
così!. Invece diamo l’impressione di camminare come sonnambuli in un campo
minato.
Quindi
la ricetta per iniziare è:
-
usare meno energia e ottenerla il più possibile da fonti rinnovabili;
-
stabilizzare la popolazione terrestre e a lungo termine lasciarla diminuire
verso quota due miliardi, un numero ritenuto sostenibile;
-
riciclare tutto il riciclabile;
-
viaggiare solo quando indispensabile;
-
produrre e mangiare cibo locale: meno globalizzazione, più autoproduzione;
-
minimizzare lusso e superfluo;
-
eliminare gli sprechi, ovunque!
-
abolire il Pil;
-
ridurre l’orario di lavoro;
-
utilizzare il più possibile il telelavoro e smaterializzare l’economia;
-
ridefinire il concetto di benessere;
-
riacquistare il contatto con il Pianeta Terra e la sua straordinaria bellezza
naturale;
-
non lasciare che sia l’economia a guidare la politica;
-
affiancare agli economisti ecologi e filosofi;
-
adottare una nuova moneta basata sul contenuto di energia e materia degli
oggetti e dei servizi;
-
fondere carri armati e portaerei e trasformarli in cose più utili;
-
dalla competizione/competitività passare alla cooperazione/condivisione;
-
ascoltare la scienza, incoraggiare la ricerca, favorire lo scambio di
informazioni;
-
eleggere rappresentanti politici giovani e preparati;
-
respingere la pubblicità, non farsi imporre un modello sociale basato
sull’apparenza;
-
fare gruppo con chi ha gli stessi problemi e non rincorrere desideri
irrealizzabili;
-
limitare l’assunzione di televisione-spazzatura (preferire la lettura di
giornali e libri);
-
scegliere come utilizzare risorse scarse e dare priorità alla garanzia di
livelli essenziali di benessere:
- casa, acqua calda e riscaldamento;
- almeno una parziale autosufficienza
alimentare;
-
livelli accettabili di servizi sociali: sanità, istruzione, mobilità (soprattutto
pubblica).
Scrivo
queste pagine anche per interesse personale. Infatti, se in futuro le cose non
andranno più come oggi e ci saranno momenti di crisi profonda, quanto più
saranno le persone che avranno messo in atto il loro piano B, tante più saranno
le speranze di mantenere in vita una società civile, fatta di cooperazione e
solidarietà. Se invece il mutamento coglierà alla sprovvista, ci sarà più
spazio per la barbarie, e a poco servirebbe allora il mio orticello di fronte
alle fauci affamate di orde accecate dalla fame: mi farebbero a pezzi in pochi
minuti per stare al caldo con i miei pannelli solari e a pancia piena con la
mia ghiotta dispensa.
post precedenti in argomento nella
categoria Saggistica
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