da: Corriere della Sera
Sanremo,
Fazio: «Sarà il Festival della musica»
Ecco
le 28 canzoni ascoltate (e votate) per voi
Dalla
malinconia di Cristicchi alle sorprese «Mononota» di Elio e «Sai» di Gualazzi:
i brani in anteprima
Fabio Fazio e Mauro Pagani sono convinti di
aver fatto la scelta giusta. «Sarà il Festival delle canzoni e della musica»,
annunciano presentando nella sede della Rai le 28 canzoni, due per ogni «big»
in gara, quest’anno a Sanremo. Non ci saranno grandi ospiti, o almeno non c’è
la corsa a cercarli. Fazio dice di aver già fatto un Festival di quel tipo,
aggiunge che non ci sono soldi e non si dice interessato ad avere qualcuno tanto
per. Nelle canzoni c’è sempre tanto amore, tanta melodia, si sfoggiano le
ugole, ma ci sono, anche nelle questioni di cuore, leggerezza e ironia. Ecco le
prime impressioni dopo un preascolto riservato agli addetti ai lavori, visto
che i brani devono restare segreti fino all’Ariston. Ogni artista ne porta due
e alla prima esecuzione una viene esclusa con un voto diviso al 50% fra
giornalisti della sala stampa e televoto.
I
CANTAUTORI DELLA GENERAZIONE 35-45 - Silvestri gioca su un
doppio binario. L’impegno politico del racconto di una giornata di protesta in
piazza caratterizza la degregoriana «A bocca chiusa» (voto 8 e mezzo). Se passa
lo scoglio dell’esclusione «contro» la paracula «Il bisogno di te» (fra
«Salirò» e i Fine Young Cannibals, 6 e mezzo) potrebbe prendere il volo.
Cristicchi punta sulla malinconia latina («Mi manchi», voto 6) e sulla surreale
«La prima volto che sono morto» (voto 7 e mezzo) in cui un cadavere fresco
fresco racconta un aldilà dove non ci sono paradiso, purgatorio e inferno, dove
si gioca a briscola con Pertini e si vede l’ultimo film di Pasolini.
All’ironia fa da contrappunto l’amarezza di chi sente che la sua generazione non è riuscita a cambiare il mondo. Gazzè è il più coraggioso negli arrangiamenti dove il rock si concede all’elettronica: «Sotto casa» (7 e mezzo) è un invito ad aprirsi al diverso, all’altro, rappresentato da un Testimone di Geova che bussa alla porta; «I tuoi maledettissimi impegni» (6 e mezzo) più tradizionale con un coro alla Battiato.
I
GRUPPI (PARTITI DALL’UNDERGROUND) - «La canzone mononota» (voto
9!) è veramente così. Elio canta soltanto una nota, fra accelerazioni, cambi di
ritmo, arrangiamento e atmosfera, ma è tutt’altro che noia: sotto è un fiorire
di suoni sorprendente. In «Dannati forever» (7) onanisti, comunisti, sodomiti,
moderati, giornalisti ed esodati finiscono all’inferno.
Gli Almamegretta, con il ritorno di Raiz, portano il dub in riviera e con «Mamma non lo sa» (7, l'altro brano è «Onda che vai», voto 5) toccano il tema dei migranti.
I Marta sui Tubi hanno atteggiamento rock e strumenti acustici per una storia di vita ai tempi delle relazioni digitali in «Dispari» (voto 7) e mostrano un lato apparentemente più dolce in «Vorrei» (6 e mezzo).
VOCI
FEMMINILI - Chic ed eleganti Malika ha due brani («E se poi», voto
6, e «Niente», voto 7) dove si sente la firma di Giuliano Sangiorgi. Melodie di
qualità, ma brani più classici e prudenti di quanto ci si possa aspettare da
una coppia così.
Annalisa ha una ballad con qualche sferzata rock («Non so ballare», 6 e mezzo) e un brano dal gusto retro («Scintille», 5 e mezzo) per mostrare la sua voce cristallina.
Atmosfere in bianco e nero anche per Simona Molinari, con il pianista newyorchese Peter Cincotti: il versante ironico degli anni 40-50 viene fornito da un inedito di Lelio Luttazzi («Dr Jekyll Mr. Hyde», voto 6) mentre «La felicità» (6) aggiorna ad oggi la passione latineggiante di quell’epoca.
Chiara, la vincitrice di «X Factor», si fa accompagnare da firme celebri, ma resta nella tradizione: Zampaglione le regala una ballad per «L’esperienza dell’amore» (7) e Francesco Bianconi (Baustelle) il testo del tango «Il futuro che sarà» (6).
CHI
UNA CATEGORIA NON CE L’HA - Raphael Gualazzi ha due assi nella
manica: «Sai (ci basta un sogno)» (voto 8) è una ballad melodica voce, piano e
orchestra in cui si spia un pittore che ritrae una modella; «Senza ritegno» (7
e mezzo) è un gioiellino con sfumature anni Settanta.
I Modà puntano ai sentimenti, e la melodia prevale sulla spinta rock: la paternità di Checco Silvestre è protagonista di «Come l’acqua dentro il mare» (voto 6 e mezzo) e di amore si parla in «Se si potesse non morire» (6).
Marco Mengoni mostra un lato più maturo e svirgola meno con la voce: «Bellissimo» (6 e mezzo), scritta da Gianna Nannini, gli dà più peso, più trasparente invece «L’essenziale» (5 e mezzo).
Non c’è Sanremo senza musica napoletana: ed ecco Maria Nazionale con «Quando non parlo» (voto 6) e «È colpa mia» (5), tradizione ed echi mediterranei.
Andrea
Laffranchi
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