da:
la Repubblica
“Silvio non può confondersi con altri cinque.
Vince solo se trasforma il duello in uno show”
“Il segretario pd invece si avvantaggia dalla sfida a sei, si mostra come uomo di buonsenso”
“Il segretario pd invece si avvantaggia dalla sfida a sei, si mostra come uomo di buonsenso”
di Giovanna Casadio
«L’Unto
del Signore non può rassegnarsi a essere uno dei tanti». Carlo Freccero,
direttore di Rai4, esperto di comunicazione, spiega che «non è per paura», ma
per necessità dello «show» che Berlusconi dice “no” al confronto a sei in tv.
Il Cavaliere teme il confronto
televisivo?
«Non
credo. Piuttosto Berlusconi non vuole “banalizzarsi”».
Mentre a Bersani conviene?
«Il
leader del Pd si avvantaggia nella sfida a sei».
Berlusconi insomma rende poco nel
confronto tv con tutti i candidati premier?
«Le
risposte brevi, sintetiche, non fanno al caso suo. Nei tempi contingentati non avrebbe tempo per le battute. Invece ha
bisogno del colpo a sorpresa. Gli è indispensabile fare l’uomo di spettacolo,
perché quando fa il politico è irritato, diventa nervoso».
Ma a un faccia a faccia il Cavaliere
ha detto che ci starebbe.
«Appunto.
La condizione ottimale per Berlusconi
sono i faccia a faccia: lui contro l’altro, con Bersani e con Monti. Ma con
Ingroia come potrebbe cavarsela? Con l’ex giudice non sarebbe uno scontro politico
ma da aula giudiziaria».
La tv è però congeniale al Cavaliere?
«È
il migliore, in assoluto. Alterna toni di empatia con lo spettatore; diventa l’arcitaliano. E in un confronto con
Monti sarebbe straordinario, Monti con i dossier a portata di mano e lui tutto
show. Berlusconi non è abituato alle semifinali assieme agli altri. Bersani ha
capito questa cosa. Il leader democratico è la medietà, vincerebbe una sfida a
sei perché è l’uomo del buonsenso: un po’ liberista, legalitario, solidarista,
la sua forza è essere il meno peggio».
Questi confronti spostano elettori,
secondo lei?
«No,
tranne che per Grillo e per Berlusconi».
Perché?
«Ogni leader ha il suo elettorato: l’elettorato di Bersani non si muove in base alla performance tv, quello di Berlusconi sì, gli si accende la speranza di rivedere Silvio al potere. Ma soprattutto conviene a Grillo una apparizione nella tv generalista, però un monologo, uno show: sposterebbe gli indecisi e supererebbe la Lista Monti. Contraddicendo quanto detto finora, infatti, ha annunciato un intervento in tv. Non riesco a immaginare in quale programma: da Santoro no, perché ha litigato, da Floris non credo. Sarà interessante vedere quale sarà il suo cavallo di Troia».
«Ogni leader ha il suo elettorato: l’elettorato di Bersani non si muove in base alla performance tv, quello di Berlusconi sì, gli si accende la speranza di rivedere Silvio al potere. Ma soprattutto conviene a Grillo una apparizione nella tv generalista, però un monologo, uno show: sposterebbe gli indecisi e supererebbe la Lista Monti. Contraddicendo quanto detto finora, infatti, ha annunciato un intervento in tv. Non riesco a immaginare in quale programma: da Santoro no, perché ha litigato, da Floris non credo. Sarà interessante vedere quale sarà il suo cavallo di Troia».
E Monti?
«Monti
non riesce ad avere empatia con il pubblico, è un disastro mediatico… ».
Anche se si è fatto consigliare dal
guru di Obama?
«Non
può arrivare un guru negli ultimi venti giorni, che non conosce la realtà
televisiva».
Non fare il confronto è una cosa
sbagliata?
«Sì.
La competizione servirebbe a ravvivare, perché siamo in una fase di
saturazione, di stanca della campagna elettorale. Tanto che ad accenderla in
questo momento sono fatti esterni: lo scandalo Mps, Berlusconi su Mussolini. Il
problema è come riaccendere il motore della tensione sulle elezioni. Sarebbe un
bene anche per aumentare il numero dei votanti».
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