da: Il Fatto Quotidiano
Le
Poste Italiane fanno affari con la crisi, microprestiti con interessi al 17,83%
La
società del Tesoro lancia "una soluzione veloce e semplice per chi ha
bisogno di un incremento immediato della liquidità". Per un credito da 750
euro bisognerà restituire, in quindici mesi, 833,93 euro
di Costanza
Iotti
“Una soluzione
veloce e semplice per chi ha bisogno di un incremento immediato della liquidità”. Così Poste Italiane reclamizza la sua
ultima offerta commerciale per gli italiani che non arrivano a fine mese che ha
studiato insieme a Compass, la società di finanziamento al consumo diMediobanca.
Si tratta di un miniprestito, Specialcash,
diretto ai titolari della carta di
credito prepagata Postepay e da rimborsare a rate e richiedibile
presentando un documento d’identità e la tessera sanitaria, come precisa Poste
Italiane che, pure essendo stata trasformata in società per azioni nel
1998 (governo Prodi) sotto la guida dell’allora ad e attuale ministro allo
Sviluppo Economico Corrado Passera, è ancora interamente a capitale
pubblico.
“Il mini
prestito Specialcash Postepay consente
al titolare della carta prepagata di scegliere tra tre piani di ricarica predefiniti: 750 euro rimborsabili in 15 mesi, 1.000 euro in 18 mesi e 1.500
in 24 mesi”, spiega la nota delle Poste, dove però si rimanda al sito per i
dettagli sugli interessi praticati. Particolare non da poco visto che per un credito da 750 euro bisognerà
restituire, in quindici mesi, 833,93 euro. In altre parole, il tasso annuo effettivo globale (Taeg)
applicato è del 17,83 per cento. Scende di poco per i prestiti da
mille euro (al 16,29%) e da 1.500 euro (15,34%) da restituire rispettivamente
nell’arco temporale di 20 e 24 mesi.
“Non
esistono altri prodotti simili con cui paragonare i tassi che sono correlati
alla breve durata del prestito”, è la risposta
della società alla richiesta del Fattoquotidiano.it di un
confronto con i prodotti tradizionali delle finanziarie che hanno tempi più
lunghi per un ammontare più elevato e tassi più bassi. In compenso però il
prestito può essere richiesto da “tutti
i titolari di Postepay nominativa e
ricaricabile, di età compresa
tra i 18 ed 70 anni al momento della richiesta”. Non è neanche necessario
essere titolari di un conto corrente per accedere al nuovo prodotto
rimborsabile via bollettino postale o, in caso, con addebito su conto corrente.
Insomma, con questo Specialcash, il gruppo guidato da Massimo Sarmi dimostra
di essere al passo con i tempi che i consumatori ben conoscono.
Una volta, infatti, quando l’Italia
cresceva, le Poste offrivano, fino alla metà degli anni ’90, buoni postali che
raddoppiavano di valore, invogliando la gente a mettere da parte il proprio
surplus fino a fare dell’Italia uno dei Paesi più oculati del mondo con un
risparmio privato da 9mila miliardi che viene gestito oggi dalla Cassa
Depositi e Prestiti, che fa capo al ministero del Tesoro, tanto quanto le
Poste. Oggi, invece, che l’economia rallenta, le Poste diventano sostenitrici
del micro-finanziamento al consumo a tassi salati. Almeno se paragonati con quelli proposti, ad esempio,
dalla Findomestic (gruppo Bnp
Paribas-Bnl) che per un vero e proprio prestito personale da diecimila euro
propone un rimborso su 84 rate da 153 euro al mese al Taeg fisso del 7,68 per cento.
Ma del resto, alle Poste lo sanno, ottenere
un qualsiasi credito è diventato un’impresa come testimoniano i dati dell’Associazione
bancaria italiana che nel suo ultimo bollettino mensile registra come, a
dicembre, il totale prestiti a residenti in Italia ha subìto un calo
dell’1,3 per centoa 1.923 miliardi di euro, dato per altro in miglioramento
rispetto al -1,6% di novembre. In dettaglio prestiti alle famiglie e alle
società non finanziarie si sono ridotti del 2,41 per cento, mentre le banche
sono riuscite ad aumentare la raccolta dell’1,2 per cento.
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