Continuo a seguire questa serie televisiva,
ma non di settimana in settimana.
Sono però riuscita a recuperare l’arretrato.
Non starò a fare osservazioni sui singoli episodi anche, perché, pur
continuando a ritenerla una buona serie dotata di un ingrediente che apprezzo
particolarmente: l’ironia, mi pare manchi qualcosa. L’insieme degli episodi
visti – a oggi dodici – sono scorsi via rapidamente con alcuni momenti di
attenzione ma, sarò vittima di un’intensificazione dell’arteriosclerosi, non ne
ricordo uno che meriti una menzione particolare.
The Good Wife è sempre molto attenta all’attualità
americana e questo rimane uno dei meriti principali. L’altro merito – che è
anche un demerito – è la capacità di “tirare”, “allungare”, procrastinare
alcuni argomenti. Come si suol dire: non si fanno le nozze con i fichi. I King
ci riescono.
Probabilmente, questa quarta stagione mi dà
la sensazione di essere zoppa per l’”evoluzione” di Alicia.
E’ cresciuta professionalmente, è diventata
ancora più abile ma è “zoppa” – ancora una volta – nel racconto del privato.
Alicia è diventata “asettica” dai sentimenti
(salvo inversione di tendenza verso la fine della quarta stagione per non
perdere parte delle spettatrici). Contatti emotivi? Al dodicesimo episodio,
siamo a ben due sveltine con Peter. La prima è scatenata come reazione all’intromissione
della madre, la seconda è recente: nell’ultimo episodio andato in onda domenica
sulla CBS che inizia – questo sì – con uno dei soliti giochetti dei King:
Alicia sta facendo sesso con un partner
che non viene inquadrato. Peter? O sta ricordando qualche aggrovigliamento con
Will?
Nulla è mostrato o nascosto casualmente, ci
sarà quindi una ragione dell’”occultamento” maschile ma, alla quarta stagione,
il trucchetto (o presa in giro narrativa) perde interesse.
E’ questo la protagonista Alicia? Una donna
più fredda sentimentalmente, emotivamente distaccata dal passato e dal dolore
che le ha provocato Peter, che si concede un sesso veloce da donna in carriera
che non ha voglia e tempo per l’amore.
Qualche momento di malinconia – che gli
americani mostrano sempre tramite un bicchiere di vino (originalità zero) – e
nessun rapporto di coppia. Reale, profondo. Con piaceri e ansie.
Come non trovo originale, per sceneggiatori
che hanno mostrato talvolta zampate di classe, continuare con le “bevute
psicanalitiche” al bancone del bar. Nulla di nuovo rispetto a certi standard da
soap.
Ogni volta che vedo le serie americane - quasi tutte a elevato tasso alcolico – mi
chiedo come stiano messe a cirrosi epatica le donne americane.
Se i casi legali sono di buon livello, ma, al
momento, non battono il meglio delle due serie, la non evoluzione di Alicia
nella vita privata è una mancanza notevole per una serie ben confezionata.
Alicia è zoppa. I King sono rimasti
intrappolati nel titolo della serie o, viceversa, è questo che hanno sempre
pensato e voluto per la protagonista.
Sarà come sarà…mi pare che, giunta alla
quarta stagione, ‘The Good Wife’ sia un branzino al sale senza…sale.
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