da: la Repubblica
La
fiera della nostalgia
Se non c’è una gara oggi in tv non vai da
nessuna parte. E così a I migliori anni – RaiUno il sabato sera – hanno creato
un ibrido innestando nella vecchia formula una sfida tra cantanti di media
levatura (o chissà) che aggiornano classici della canzone. Il tutto richiamando
addirittura Canzonissima. L’ibrido è indigesto e soprattutto nulla può contro
lo strapotere di Canale 5 che propone Italia’s Got Talent (fenomeni comuni da
baraccone in azione – successo assicurato nei secoli). Così da un lato non c’è
l’effetto Tale e Quale (il recente successo di Carlo Conti, ipergrottesco coi
travestimenti da big) mentre l’assetto storico del programma si annacqua e
soccombe di fronte ai passaggi ripetuti negli anni – e quando arrivano gli
inediti, nientemeno che Keith Emerson, per dire, passano e vanno. Finisce con
la fiera della nostalgia. E diventa tripudio di rivolta anti-tecnologie e di
com’era bello quando c’era il telefono fisso, che era scomodo sì ma faceva
anche tante cose buone.
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