da:
la Repubblica
Il Cavaliere tenta la mossa a sorpresa
“Blind trust per Mediaset e minicessione”
L´argomento è stato trattato nei
pranzi del lunedì con i figli. Anche Letta e Verdini informati
di Carmelo Lopapa
Un blind trust per gestire il patrimonio da 4
miliardi di euro. Silvio Berlusconi si prepara ad annunciare il colpo a
sorpresa a chiusura della campagna elettorale. Per spiazzare gli avversari,
tentare di risalire di qualche punto, ma soprattutto «per fare piazza pulita
dell´ultimo baluardo che la sinistra continua a strumentalizzare contro di me»,
come va dicendo. Il Cavaliere è intenzionato a confermare in quell’occasione la
voce che circola con insistenza da giorni nei mercati finanziari. E che
vorrebbe imminente la vendita di una
quota cospicua, sebbene di
minoranza, delle azioni Mediaset.
La
mossa è allo studio almeno da qualche mese. Ne è a conoscenza solo il circolo
ristretto degli uomini di fiducia. Fedele Confalonieri, Gianni Letta, Ennio
Doris, Denis Verdini, Angelino Alfano e, ovviamente, la famiglia. L’argomento è
stato trattato negli ultimi pranzi del lunedì con i figli. E, come già avvenuto
in passato – una prima volta nel 2005
– il progetto del patriarca ha incontrato l’ostilità della figlia Marina e, in
parte, di Piersilvio. Tuttavia, questa volta il centocinquantanovesimo uomo più
ricco al mondo (secondo Forbes), colui che ha visto lievitare il suo patrimonio
negli ultimi 18 anni fino alla soglia dei 4 miliardi, vuole andare fino in
fondo. E la sortita ultima di Bersani
(«Se vinciamo, subito il conflitto di interessi») ha avuto l´effetto della
classica goccia. Affidamento del
patrimonio a un consorzio di garanti, dunque. E poi vendita di una fetta. Ma a
chi?
Russi
e arabi sono i principali indiziati per gli acquisti. Gli operatori di mercato
hanno intercettato movimenti di rilievo nell´andamento dei titoli di famiglia,
in questi 60 giorni. Dal 6 dicembre, data dell´annuncio della «ridiscesa in campo» da parte del
segretario Pdl Alfano, la performance delle azioni Mediaset è stata
straordinaria. Il titolo è cresciuto del
45 per cento, a fronte di una media del Ftse Mib del 18 per cento. Il 17
gennaio, con il Cavaliere già in piena trance
mediatico-elettorale («L´Italia rischia di cadere in mano alla sinistra
comunista, non sono in conflitto di interessi») le azioni fanno boom: +9 per
cento in un solo giorno a Piazza Affari. Così, dopo l´anno nero del 2011, dopo
i minimi del 2012 (il 16 novembre il titolo tocca il fondo di 1,16 euro), come
per magia il 18 gennaio il valore raddoppia: 2,018 euro.
E
il fenomeno non riguarda solo Mediaset. In questo stesso gennaio d´oro del
patron-candidato Berlusconi, a dispetto della magra stagione dei dividendi, la Mediolanum spa si prepara a distribuire
ai propri azionisti 15 centesimi per azione, il triplo rispetto a Intesa
Sanpaolo, Parmalat e Unicredit, per intendersi. Ieri il marchio Mediaset ha
perso il 4,46 per cento, ma è stata una giornata storta per l´intera borsa
italiana. Incidenti di percorso rispetto a una più ampia effervescenza, il
sospetto è che ci siano state ingenti operazioni di acquisto sul fiore
all´occhiello del Biscione. Tre hedge fund stranieri sono in effetti
intervenuti sul titolo Mediaset: Aqr capital managment, Highbridge capital e
Mashall Wace. Saranno gli investitori in pole position per imminenti
acquisizioni? La società che ha beneficiato dell´impennata del proprio
capitale, negli ultimi 15 giorni ha fatto sapere di non aver nulla da
comunicare a proposito dell´andamento del titolo. Andamento tale da aver
portato ad un incremento del capitale di un miliardo da novembre a oggi,
passato in un balzo a 2,4 miliardi di euro.
Incuriositi,
gli analisti di Exane (legati alla Bnp Paribas) due giorni fa hanno pubblicato
un report con cui tentano di spiegare come sia stato possibile che il titolo
Mediaset abbia guadagnato il 45 per cento da novembre. E hanno ricondotto il
boom a due fattori. Il primo è il calo dello spread, avvenuto a beneficio
dell´intera economia italiana dopo un anno di cura Monti. Come dire, sa di
beffa ma il Cavaliere dovrebbe dire grazie al tanto vituperato Professore. Il
secondo motivo è più volatile, legato all´ipotesi che in caso di vittoria del
centrodestra sarebbe più difficile una riforma del mercato tv. Silvio Berlusconi
si prepara a giocare d´anticipo. I contatti con grossi investitori, russi e non
solo loro, vanno avanti da tempo. Prima del 24 febbraio, per tentare di
strappare una manciata di altri punti nella rincorsa elettorale, si limiterà ad
annunciare minicessioni. Gli affari, semmai, si chiuderanno dopo.
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