Dissento sulla considerazione finale di
Gramellini. Bersani non è “probabilmente il migliore”. Bersani è “forse, il meno
peggio”….
da: La Stampa
Consigli
non richiesti a Bersani
di Massimo
Gramellini
Ricominci a pettinare le bambole. Il
Bersani presidenziale, in gessato e ingessato, ha perso simpatia senza
guadagnare carisma. Smaltita l’emozione delle primarie, il partito strafavorito
sta iniziando a rinculare nei sondaggi. Servirebbero Renzi e il pullman
dell’Ulivo: qualcuno o qualcosa che parli ai cuori e alle pance. Lei, Bersani,
è un politico del Novecento (lo dico a suo merito), più credibile come
amministratore pubblico che come seduttore appassionato. Il suo problema è che
non dà mai un titolo. Invece le campagne vivono di slogan, messaggi semplici,
frasi a effetto. «L’Italia giusta», col suo sorriso ammainato accanto, ha
invaso le città come un preludio di quaresima: non ne parla nessuno, nemmeno
per dirne male. Le sue interviste grondano buon senso e competenza, ma non
contengono una sola idea concreta facilmente afferrabile. Lei non sta dettando
l’agenda di queste elezioni. Va sui giornali con argomenti di politichese -
l’accordo con Monti, la desistenza con Ingroia - o espressioni vaghe
(«confermeremo l’austerità, accompagnandola con intelligenti politiche di
crescita») che rassicurano i mercati, non le famiglie con due disoccupati in
casa. Spezzi il tran tran del vincitore designato, organizzi eventi che
attirino l’attenzione. Ma cosa aspetta a coccolare lo spirito anticasta degli
elettori, proponendo come primo atto del nuovo governo il dimezzamento del
numero dei parlamentari e dei consiglieri locali?
Se non cambia rotta vincerà comunque, ma
rischia di vincere male e per poco. Peccato, perché fra quelli in gara
probabilmente è il migliore.
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