da: La Stampa
“Il
lato positivo” acchiappa Hollywood
La
commedia ha sorpreso tutti con 7 nomination agli Oscar. La storia? L’amore tra
due sbalestrati
di Maria
Giulia Minetti
La
vera sorpresa delle nomination agli
Oscar 2013 è Silver Linings Playbook, una
rom-com diretta dall’estroso e aggressivo David O. Russell (con George Clooney,
sul set di Three Kings, finì quasi a pugni). Il
film, che in Italia si intitolerà Il lato positivo (uscita ai primi di marzo), s’è beccato una
gragnola di nomination da lasciare senza fiato: tutt’e quattro le
interpretazione (protagonisti e non protagonisti, maschi e femmine), regia,
film, sceneggiatura non originale e montaggio. Il produttore/prestigiatore
Harvey Weinstein è un mago della manipolazione dei membri dell’Academy,
d’accordo, ma non sarebbe riuscito in un’impresa tanto grandiosa se non avesse
avuto in mano ottime carte. E le carte di Silver Linings
sono queste: pressoché tutti i critici degli States si sono lasciati incantare
dal film in maniera perfino imbarazzante (le eccezioni, benché cospicue, sono
pochissime), e il pubblico, se possibile, s’è fatto imbambolare anche di più.
Sceneggiato
dal regista dal romanzo omonimo di
Matthew Quick, pubblicato in Italia da Salani col titolo L’orlo argenteo delle
nuvole (quando le nubi
si orlano di luce significa che dietro sta
tornando il sereno, vedere i «silver linings» diventa, per traslato, scorgere
il lato positivo delle cose), il film comincia quando il protagonista,
l’insegnante Pat Solitano (l’attore Bradley Cooper, ve lo ricordate in Una notte da leoni?), viene dimesso da un ospedale
psichiatrico dopo otto mesi di cure. Affetto da disturbo bipolare - cicli
alterni di depressione/esaltazione -, ha quasi
ammazzato l’amante della moglie, ma ora torna a casa (dai genitori) con la
ferma determinazione di ritrovare l’equilibrio e recuperare l’affetto della
consorte (protetta da una sentenza che proibisce a Pat di tampinarla). La cosa
non è facile, ovviamente, molte le ricadute nonostante il suo infrangibile
ottimismo, finché incontra una ragazza
anche lei molto disturbata («A me mi riempivano di litio», «E a me di
Xanax» esordiscono al loro primo appuntamento, seduti al ristorante), Tiffany, interpretata da Jennifer Lawrence (Hunger
Games, Un gelido inverno), che lo lega a sé
fingendosi una conoscente della moglie: «Se vuoi scriverle una lettera io
gliela porto di nascosto. In cambio tu ti alleni con me per una gara di ballo a
coppie». Lui ci sta, e i due cominciano a ballare insieme. Indovinate come va a
finire?
«La
trama è assolutamente ridicola, i personaggi servono solo agli scopi del
racconto. Qualunque pregio il film possieda, dipende unicamente dagli
attori, che si dannano per dare corpo e anima agli improbabili individui che
debbono rappresentare», ha scritto sul New Yorker il critico
Richard Brody, deplorando il tono populistico del film, l’idea, in
definitiva, che la malattia mentale non esista: trattasi di disagio superabile
con la buona volontà (!) e l’amore (due sbalestrati gravi si mettono insieme e
tornano come nuovi, questa l’idea centrale di Silver
Linings). Con quella della collega del Village Voice
Karina Longworth, la voce di Brody, però, si perde nel mare degli elogi al
film.
«Nonostante
la sua buffoneria (il ritmo del film
è comico, i personaggi di contorno, a partire dal padre di Pat, Pat Sr.,
interpretato da Robert De Niro, e dalla madre, una formidabile Jacki Weaver,
più gli amici e i compagni tifosi della squadra di football dei Philadelphia
Eagles, sono divertenti e sopra le righe, alla screwball comedy, appunto, ndr),
il film punge come la vita, e il suo umorismo arriva dagli stessi
luoghi torbidi, oscuri da cui Beckett estrae i suoi sbandati», ha scritto in un
raptus di entusiasmo il New York Times. Con varie modulazioni, e magari senza citare
Beckett, la maggior parte della critica
Usa è con lei. Lo sarà anche l’Academy?
In attesa, ci si chiede perché un autore bizzarro e intelligente come David O.
Russell abbia accettato di piegare un tema che gli è connaturato e familiare,
quello delle difficoltà esistenziali dei disadattati, dei «mica tanto normali»
(vedi Amori e disastri, Le
strane coincidenze della vita), alle logiche commerciali del lieto fine
amoroso. Cherchez l’argent, probabilmente.
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