mercoledì 23 gennaio 2013

Redditi 2013: indietro di 27 anni


da: la Repubblica

Redditi, nel 2013 come 27 anni fa
e nel 2012 chiusa un'impresa al minuto
I dati arrivano da uno studio di Rete Imprese Italia, che denuncia anche un crollo dei consumi, retrocessi ai livelli di quindici anni fa (-4,4% nel 2012). Il reddito disponibile pro capite toccherà quest'anno quota 16.955 euro contro i 17.337 euro dell'anno scorso. Scomparse 100 mila aziende. Il 28 gennaio giornata di mobilitazione nazionale

Altro che aumenti. I redditi degli italiani sono destinati a diminuire e a tornare ai livelli del 1986, quando ancora regnava la lira. Secondo un'analisi di Rete Imprese Italia il dato è sceso a meno di 17mila euro: 16.955 euro contro i 17.337 euro dello scorso anno. Nel 2007, anno di inizio della crisi, il dato era a 19.515 euro. E scivolerà ancora fino ad arrivare appunto a 16.955 euro, il livello di 27 anni fa. Pessime le notizie per le aziende: nel periodo 2011-2012 100mila sono scomparse, effetto anche della pressione fiscale che è arrivata al 56%.

Crollo dei consumi. Anche i consumi registrano un segno meno. Nel 2012 la spesa pro capite è calata del 4,4% a 15.920 euro e Rete imprese italia prevede per l'anno in corso un ulteriore calo, del'1,4% a 15.695 euro. I consumi tornano così ai livelli del 1998. Tra il 2007 e il 2012, afferma ancora lo studio, i consumi in Italia sono diminuiti del 7,7%. Il calo maggiore si è registrato nelle regioni del Sud: -8,8%. Nel Centro la diminuzione si è attesta dal 7,7%, nel Nord-est al 7,5% e al Nord-ovest del 6,1%.

Soffrono le imprese, soprattutto artigiane. Sale a quota 100mila il conto delle imprese 'morte' nel 2012 rispetto al 2011. Il saldo tra mortalità e natalità delle aziende artigiane e di servizi di mercato più manifatturiere e costruzioni porta la somma a 100mila aziende "scomparse". Nel dettaglio, nei primi nove mesi del 2012 hanno chiuso i battenti oltre 216mila imprese artigiane e dei servizi di mercato. Le iscrizioni ammontano invece a poco meno di 150mila (147mila) per un 'saldo' tra mortalità e natalità negativo per 70mila unità.

Tasse sempre più pesanti. Sempre secondo le previsioni dello studio, la pressione fiscale effettiva salirà nel 2013 a quota 56,1%, rispetto al 46,3% della pressione fiscale apparente. Nel 2012 la pressione fiscale per i cittadini in regola con il fisco è stata - secondo lo studio - pari a 55,2%. "Bene ha fatto il governo Monti ad aver messo in sicurezza i conti pubblici, a rafforzare la fiducia nei confronti della capacità dell'Italia di onorare il proprio debito pubblico - ha detto il presidente di turno di Rete imprese Italia, Carlo Sangalli.-. Così come è stato un bene per il nostro Paese la riduzione del costo del finanziamento del debito pubblico per via della riduzione dello spread. Tutto questo ha consentito all'Italia di recuperare fiducia e credibilità a livello internazionale. E ci ha consentito di superare i primi tornanti della crisi. Ma lo si è fatto - ha aggiunto - al prezzo salatissimo di un'impennata della pressione fiscale complessiva e di pesanti effetti recessivi che ne sono derivati".

Mobilitazione nazionale. In base ai dati, dunque, nel 2012 in Italia ha chiuso un'impresa al minuto, la pressione fiscale è salita al 56% e la burocrazia richiede 120 adempimenti fiscali e amministrativi all'anno, uno ogni 3 giorni, ha sottolineato Sangalli. Non solo: nell'ultimo anno il sistema del credito ha ridotto di 32 miliardi l'erogazione di finanziamenti alle aziende. Per questo, ha annunciato il presidente, le imprese proclamano per il 28 gennaio una giornata di mobilitazione nazionale.  "Chiediamo di essere ascoltati - ha detto Sangalli, chiedendo al prossimo governo, qualunque esso sia, di rimettere al centro le istanze delle imprese -. Il messaggio alla politica e alla prossima legislatura partirà chiaro e forte da tutta Italia: ripartire dalle imprese legate al territorio cioè da quel tessuto produttivo che nonostante tutto non si rassegna e non vuole tirare i remi in barca".
 

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