Il
conflitto del “capo” dei medici
di Guglielmo
Pepe
La corsa, talvolta affannata, esagerata,
dei partiti verso la cosiddetta società civile è ormai finita. Da una prima
analisi si può affermare che il “candidato civile” non è soltanto uno
specchietto per attirare gli elettori stanchi della onnivora politica
tradizionale. La sua presenza forse segnerà un cambiamento epocale nella
formazione delle liste. Di fatto negli elenchi figurano giornalisti,
magistrati, imprenditori, sindacalisti, lavoratori vari… Al dunque, larga parte
delle categorie professionali. Potevano mancare i medici? No, certamente. E il
colpo più significativo forse l’ha fatto il Partito democratico che ha
“arruolato” Amedeo Bianco, presidente dalla Fnomceo, Federazione degli ordini
dei medici e degli odontoiatri, che sarà candidato in Sicilia per il Senato.
Per la categoria è sicuramente un
importante riconoscimento. Tra l’altro se si analizzano gli interessi
rappresentati in Parlamento, quelli dei medici vengono spesso misconosciuti (i
farmacisti invece sono dei notevoli lobbisti). Comunque Bianco è il “capo” di
circa 400 mila medici, un vero esercito, una massa elettorale notevole,
utilissima al momento del voto.
Proprio per questa ragione, c’è da chiedersi
se si può essere rappresentante di una intera categoria da un lato, e di una
parte politica dall’altro. Dalle prime dichiarazioni di Bianco, sembra che il
problema non ci sia. Anzi. Dice Bianco a proposito di eventuali dimissioni:
«Penso che non esistono incompatibilità formali con gli incarichi, sono stati i
miei interlocutori a chiedermi di non lasciare la Fnomceo…».
Sarebbe importante sapere se la richiesta è venuta dallo stesso Partito
democratico. Visto che il Pd sbandiera, come obiettivo della prossima
legislatura, una legge vera sul conflitto di interessi, si può permettere di
avere nelle proprie fila un caso così eclatante?
Ha ragione Bianco a sostenere che non c’è
un problema formale. Ma è strano che lui non senta il dovere etico, di dimettersi
da presidente della Fnomceo. Come hanno fatto altri candidati. Ad esempio
quelli della mia categoria, i giornalisti. Potevano il direttore del Tempo,
Mario Sechi,il vicedirettore del Corriere della Sera, Masimo Mucchetti, o il
direttore di RaiNews, Corradino Mineo, mantenere il loro ruolo, ora che si
presentano per un partito? No, e hanno lasciato il loro posto.
Bianco, fino ad oggi ha parlato a nome di
tutti i camici bianchi. Domani, nei comizi e nei dibattiti, in campagna
elettorale, a nome di chi parlerà? Di se stesso? Del Pd? Dei 400 mila medici
che presiede?
Il conflitto di interessi o è o non è: non è materia da due pesi e due misure. O sbaglio?
Il conflitto di interessi o è o non è: non è materia da due pesi e due misure. O sbaglio?
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