mercoledì 16 gennaio 2013

Elezioni 2013, candidati Pd: “Il conflitto del ‘capo’ dei medici”



Il conflitto del “capo” dei medici
di Guglielmo Pepe

La corsa, talvolta affannata, esagerata, dei partiti verso la cosiddetta società civile è ormai finita. Da una prima analisi si può affermare che il “candidato civile” non è soltanto uno specchietto per attirare gli elettori stanchi della onnivora politica tradizionale. La sua presenza forse segnerà un cambiamento epocale nella formazione delle liste. Di fatto negli elenchi figurano giornalisti, magistrati, imprenditori, sindacalisti, lavoratori vari… Al dunque, larga parte delle categorie professionali. Potevano mancare i medici? No, certamente. E il colpo più significativo forse l’ha fatto il Partito democratico che ha “arruolato” Amedeo Bianco, presidente dalla Fnomceo, Federazione degli ordini dei medici e degli odontoiatri, che sarà candidato in Sicilia per il Senato.
Per la categoria è sicuramente un importante riconoscimento. Tra l’altro se si analizzano gli interessi rappresentati in Parlamento, quelli dei medici vengono spesso misconosciuti (i farmacisti invece sono dei notevoli lobbisti). Comunque Bianco è il “capo” di circa 400 mila medici, un vero esercito, una massa elettorale notevole, utilissima al momento del voto.
Proprio per questa ragione, c’è da chiedersi se si può essere rappresentante di una intera categoria da un lato, e di una parte politica dall’altro. Dalle prime dichiarazioni di Bianco, sembra che il problema non ci sia. Anzi. Dice Bianco a proposito di eventuali dimissioni: «Penso che non esistono incompatibilità formali con gli incarichi, sono stati i miei interlocutori a chiedermi di non lasciare la Fnomceo…».

Sarebbe importante sapere se la richiesta è venuta dallo stesso Partito democratico. Visto che il Pd sbandiera, come obiettivo della prossima legislatura, una legge vera sul conflitto di interessi, si può permettere di avere nelle proprie fila un caso così eclatante?
Ha ragione Bianco a sostenere che non c’è un problema formale. Ma è strano che lui non senta il dovere etico, di dimettersi da presidente della Fnomceo. Come hanno fatto altri candidati. Ad esempio quelli della mia categoria, i giornalisti. Potevano il direttore del Tempo, Mario Sechi,il vicedirettore del Corriere della Sera, Masimo Mucchetti, o il direttore di RaiNews, Corradino Mineo, mantenere il loro ruolo, ora che si presentano per un partito? No, e hanno lasciato il loro posto.
Bianco, fino ad oggi ha parlato a nome di tutti i camici bianchi. Domani, nei comizi e nei dibattiti, in campagna elettorale, a nome di chi parlerà? Di se stesso? Del Pd? Dei 400 mila medici che presiede?
Il conflitto di interessi o è o non è: non è materia da due pesi e due misure. O sbaglio?
 

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