mercoledì 2 gennaio 2013

Il 2012 della Musica: la canzone d’autore non muore mai


da: La Stampa

Le canzoni d’autore non muoiono mai
Da Dylan ai Rolling Stones, dai Led Zeppelin al Boss, l’insospettabile energia 
di una generazione di ferro

di Marinella Venegoni

Il 2012 della musica popolare ha inaugurato un costume che si intreccia bene alle ultime vicende italiche, trascinandosi dietro qualche malinconia: l’autopensionamento di due autentici numi dell’immaginario legato al cantautorato di più alto profilo. Prima Ivano Fossati, poi Francesco Guccini hanno annunciato di voler appendere la chitarra al chiodo. Più scientifico Fossati, che ha salutato con un tour d’addio prima di darsi alla bella vita.  

Ancora perplesso, Guccini ci ha invece liquidati con un disco accorato e nobile, L’ultima Thule, dal titolo di una bellissima canzone-testamento: ci sarà, almeno, un ultimo concerto? Nessuno ha parlato di rottamazione, qui. I Renzi della musica fingono rispetto, e poi figurarsi: il mondo è distratto e immemore, non bada troppo ai talenti contemporanei, se non in adolescenza.  

Il senso di vuoto che tali importanti dissolvenze lasciano apparterranno soprattutto agli ultraquarantenni, gli stessi in fondo che hanno pianto l’improvvisa e definitiva dipartita di Lucio Dalla e del poeta bolognese Roberto Roversi, coautori tra l’altro in una significative triade di album cruciali nella storia della musica popolare del Dopoguerra. In tanto silenzioso marasma, è stato un grande anno per il cantautorato storico, con opere degne di Franco Battiato e Francesco De Gregori.
Generazioni di ferro, anche sul piano internazionale, con Bob Dylan che ancora erompe in un disco incantevole come Tempest, o con i Rolling Stones che placate certe ruggini adolescenziali sono tornati a suonare con convinzione, cacciando la stanchezza di un mestiere che ne aveva seccato la verve. O con i Led Zeppelin, capaci di eccitare milioni di persone soltanto con un Dvd, lo splendido Celebration Day, che consegna un passato a quanto pare irripetibile. Resiste e combatte con straordinaria energia Bruce Springsteen, che ha tenuto i concerti più irresistibili dell’anno ed è prenotato a iosa per il 2013. Come dire: ognuno ha l’energia e la tempra che si sente addosso.  

Si affanna intanto la generazione di mezzo, che sta imparando a riempire gli stadi. Ognuno con la propria vocazione: i Coldplay han fatto il botto virando in pop e in giochetti magici come i braccialetti luminosi, i Muse puntano sul gigantismo anche musicale, i Green Day hanno voluto strafare con tre album in un botto, e il loro leader è finito in rehab come un qualunque bamboccione.  

Tempi duri per la musica, nel 2012: alla ricerca di ciò che non c’è ancora, aggrappandosi a ciò che è in via di sparizione. Ma difficoltà che non appartengono a Jovanotti, animato da una perenne molla interna che gli tiene lontane eventuali paturnie: ha appena annunciato il raddoppio della data di San Siro per il tour 2013 che seguirà l’opera monumentale Backup uscita di recente. 

Scalpitano le nuove leve. Il sopravvalutato Cesare Cremonini ha studiato da star, ma La teoria dei coloriresta un disco carino. Scalpita Jack White, però il suo Blunderbluss è un gran bell’album e lui un grande lo è già, insofferente al marketing che lo vorrebbe sempre uguale a se stesso. Il successo tra gli oceani dei Mumford&sons con il loro pop-folk, il banjo a volumi sparati di Babel, già segnala che è cominciata l’epoca post-Gaga: svolta ben visibile negli Usa dal rilievo assunto da altri fenomeni come Brittany Howard, viscerale frontwoman degli Alabama Shakes che si ispirano alle radici del soul-rock inBoys&Girls, oppure dai Tame Impala con il contagioso psychrock elettronico di Lonerism (Elephant è deliziosa). Nessuna delle nuove donne da copertina, dalla sfrontata Rihanna all’impossibile Kesha fino all’esile Taylor Swift, ha niente da spartire con il ricordo migliore lasciato dall’epoca splendente di Whitney Houston, anche lei tristemente salita in febbraio, a soli 49 anni, nel paradiso delle voci d’oro.  

Nella potentissima zona teenagers, il 2012 è stato l’anno degli One Direction, decisi a mantenere la preminenza mentre avanza una vivace rivalità con un’altra boyband, The Wanted. Si combattono su Twitter, citano episodi polemici dietro le quinte di X-Factor. Questa è storia d’oggi (e chissà se di domani).  

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