mercoledì 6 marzo 2013

Venezuela, dopo Chavez: Daniel Duquenal, “in arrivo cambiamenti o la repressione”


da: La Stampa


Il blogger simbolo del dissenso: “Dopo Chavez temiamo la repressione”
Daniel Duquenal: mi accusava di essere una spia al soldo degli Usa
di Elisa Barberis

Il caos politico. È questo che teme Daniel Duquenal, blogger simbolo della lotta anti-Chavez, che da anni urla il proprio dissenso dalle colonne di “Venezuela News and View” (http://daniel-venezuela.blogspot.it). Dopo una lunga malattia il presidente è morto gettando sul Paese l’ombra di nuove tensioni.  

Qual è stata la prima reazione alla notizia della scomparsa del leader?  
«Non siamo sorpresi già giovedì abbiamo sentito che la fine era imminente».  

Lei contesta Chavez fin dalla prima elezione nel 1998. Il suo sito è diventato un punto di riferimento non solo per gli oppositori del presidente, ma anche per chi oltreconfine cerca uno sguardo diverso su Caracas. Come ha vissuto questi quattordici anni?  
«Sono stati molto difficili. Con una pessima gestione economica, che ha portato il bolivar a valere da 0,5 dollari ai 6,3 attuali. L’insicurezza è salita enormemente, trasformando il Venezuela in uno dei Paesi più pericolosi di tutto il Sud America».

Ha mai subito minacce?  
«Direttamente, no. Ma il mio nome è apparso un paio di volte nelle pagine ufficiali accusandomi di essere pagato dagli Stati Uniti, di essere un traditore. Inoltre, in quanto voce del dissenso contro Chavez, alle elezioni nel 2004 e nel 2005 ho faticato a lungo per ricevere tutti i documenti necessari per votare».  

Cosa vede ora nel futuro del Venezuela?  
«Nessuno lo sa veramente. La svalutazione di due settimane fa ha aperto un nuovo periodo di difficoltà economiche. E ora la morte del presidente ha aperto senza dubbio una fase di instabilità politica complicata da risolvere, indipendentemente da chi vincerà alle urne. Le nuove consultazioni dovrebbero essere in programma per fine aprile. Una cosa è certa: il modello imposto da Chavez è insostenibile e ancor meno senza di lui in carica. Sono in arrivo cambiamenti, o la repressione».  

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