da: Il Fatto
Quotidiano
M5S,
anatema Grillo spacca gli eletti e Vacciano: “Pronto a dimettermi”
Il
senatore confessa di aver votato Grasso "per coscienza". Gli altri
sui social network spiegano, dichiarano il loro voto oppure si ribellano.
Molinari: "Meno reazioni isteriche e più fiducia" e il siciliano
Campanella risponde su Twitter: "Per il mio voto? Non mi hanno promesso
nulla. Io ragiono gratis. E lo faccio per il MoVimento e i miei concittadini
liberi"
Dalle lacrime alle
rivendicazioni, dalla confusione alle spiegazioni e anche alle possibili
dimissioni. Gli eletti del Movimento 5 Stelle reagiscono così alle richiesta di dimissioni di Beppe
Grillo a chi ha tradito lo statuto scrivendo il nome di Pietro Grasso sulla
scheda che invece doveva essere bianca. E lo fanno a modo loro sui
social postando i loro pensieri e le loro valutazioni.
Vacciano: “Pronto
alle dimissioni, ho seguito la coscienza“. L’ultimo in ordine di tempo èGiuseppe
Vacciano: “Lunedì e martedì sarò a Roma per discutere l’opportunità delle mie
dimissioni” posta su Facebook. Il senatore infatti dichiara di aver votato alla
presidenza del Senato l’ex procuratore nazionale antimafia che contendeva la
poltrona a Renato Schifani (Pdl): “Se si cercano i colpevoli di alto tradimento
ai principi del M5S, ecco, uno l’avete trovato” dice il parlamentare eletto nel
Lazio. ”Non ho la pretesa di essere ‘compreso’ o ‘avallato’. E’ vostro diritto
considerare la mia scelta un errore e una violazione del codice di
comportamento (certamente non mi trincererò dietro l’articolo 67 della
costituzione) come era mio quella di farla, vi chiedo la cortesia di mantenere
un atteggiamento civile nei commenti, se intenderete farne.
Penso che poche
giornate siano state per me difficili come quella di sabato. Nella mia vita non
ho mai nascosto la mano dopo aver tirato il sasso e non inizierò a farlo ora
per convenienza personale o di immagine. Né vorrei che scelte personali dettate
esclusivamente dalla mia coscienza e dagli eventi vissuti sabato pomeriggio
portassero danno o sospetti su quella parte maggioritaria di cittadini senatori
che ha votato nel ballottaggio di ieri scheda bianca o nulla. Duro – racconta
il senatore – è stato portare nel cuore i volti, le lacrime degli amici Siciliani e Calabresi (non
solo loro) e leggere ilmessaggio di una persona che la mafia ha colpito più
duramente di tanti altri” (il riferimento è a un messaggio di Salvatore
Borsellino, ndr). Così, di fronte al rischio di vedere nuovamente una persona
come quella proposta dal Pdl quale seconda carica dello Stato, pure con mille
dubbi e consapevole che tra Pd e Pdl non esiste il ‘meno peggio, ho votato Grasso.
A volte seguire lapropria coscienza porta a delle scelte ed io,
liberamente, ho deciso di farne una – conclude Vacciano – Mi rendo conto che
questa mia posizione, pur non rappresentando in alcun modo un’apertura di
credito a chicchessia e tanto meno una sorta di ‘do ut des’ del M5S in vista
delle elezioni di figure forse anche più rilevanti ai fini del Movimento (quali
i Questori o i presidenti di Commissione), può creare danni al Movimento e dato
che persone migliori e più preparate di me possono prendere il mio posto senza
alcun problema, lunedì e martedì sarò a Roma per discutere l’opportunità delle
mie dimissioni”.
Sempre su Fb una
reazione di segno opposto: “‘Ieri a maggioranza è stato deciso che si sarebbe
votato scheda bianca. E’ successo un fatto grave. Nonostante questo, un gruppo
minoritario ha deciso in autonomia e in contrasto con quanto deciso dalla
maggioranza di esprimere un voto verso uno dei candidati” dice in un video il
senatore Carlo Martelli. “Io in piena trasparenza dichiaro il mio
voto che è scheda bianca. Chiedo alle persone che non si sono attenute alla
valutazione della maggioranza a esprimere il loro voto. Costoro dovranno
assumersi la responsabilità del loro voto”.
Gli eletti si
dividono su Grillo. “Reazioni meno isteriche” “Abbiamo firmato un regolamento”.
Insomma a poche ore dall’inizio della XVII legislatura il fronte del M5S sembra
far intravedere più di una divisione. “Che sia chiaro: non daremo nessuna
fiducia e non faremo accordi con nessuno. Questo si è votato in assemblea e su
questo si è ottenuto il consenso e cadere nella trappola mediatica della caccia
alle streghe è solo fare il gioco di chi vuole vedere diviso il M5S. Calma e
siate fiduciosi” ribatte sempre su Facebook Francesco Molinari, altro
eletto a Palazzo Madama. ”Meno reazioni isteriche e più fiducia!”. A
Grillo “mi sento di dirgli di stare sereno, non c’è nessun traditore. Il
M5S al Senato è unito: nessuna alleanza nessuna fiducia. Solo un consiglio a
chi ha scritto il post. Studiare le differenze fra cariche istituzionali e
ruoli politici non farebbe male”.
Di opinione diversa
il deputato Alessandro Di Battista che, invece, difende il suo
leader: “Definire‘esempio dittatoriale’ il post nel quale Beppe in modo
duro (giustamente) invita al rispetto di alcune regole che abbiamo accettato
liberamente è una stronzata megagalattica (scusate il turpiloquio ma a volte
solo certe parole rendono l’idea). Le regole del codice comportamentale io
le ho accettate perché le condivido, non per rimediare una poltrona”. E spiega:
“Si può discutere sulle scelte che vengono prese, per carità (per questo
rispetto il pianto dei nostri senatori, per me un pianto bellissimo) ma quel
che non si può discutere nel 5 Stelle è la sovranità popolare. Noi siamo
portavoce e basta e i cittadini devono conoscere per filo e per segno quel che
succede nelle istituzioni”. “E’ vero, umanamente c’è differenza tra Pietro
Grasso e Renato Schifani (per lo meno per me c’è) – aggiunge –
ma c’è molta più differenza tra quel che vogliamo costruire con questo
meraviglioso progetto a 5 Stelle e quello che invece costruiremo se non
verranno rispettate le regole e se ragioneremo con la logica del ‘meno
peggio’”. Su Twitter invece arriva la riflessione diFrancesco Campanella,
uno dei sei senatori eletti in Sicilia ieri nella discussione avevano sollevato
la questione Schifani. L’argomentazione dei siciliani era nitida: “Se vince Schifani
in Sicilia ci fanno un mazzo così”. Campanella sul social spiega e va oltre:
“Per il mio voto? Non mi hanno promesso nulla. Io ragiono gratis. E lo faccio
per il MoVimento e i miei concittadini liberi” rispondendo a chi lo chiama
‘traditore’ e gli domanda cosa gli abbiano “promesso in cambio del suo voto”.
Paola Nugnes,
senatrice M5S, precisa, sempre su Facebook: “Grillo non condiziona le
nostre decisioni. ‘Non si è candidato, non è in Parlamento con noi, non è nelle
nostre discussioni, non viene mai neanche citato, nominato, non ci chiediamo
mai cosa ne pensi o cosa direbbe, nessuno si pone neanche il problema – spiega
– Non manda messaggi, non fa telefonate, non condiziona in alcun modo le nostre
decisioni e le nostre discussioni, benché sia il nostro capo politicoriconosciuto”.
E conclude: “Chi crede che le cose stiano diversamente crede in una cosa
assolutamente sbagliata”. Giulia Di Vita argomenta così:
”L’intervento di Grillo non è né una minaccia, né un’imposizione dall’alto”.
“Il Movimento 5 Stelle è arrivato fin qui perché ha agito sempre da squadra –
sottolinea – mettere a rischio il nostro più grande punto di forza significa
minare l’intero progetto, a sbagliare o a fare bene è la squadra, insieme e
unita”, ma, si legge “è quantomeno opportuno sollevare la questione e chiarire”.
Il senatore Roberto Cotti, invece, dichiara di aver votato scheda bianca e
spiega il motivo: “Quel voto non era per scegliere la migliore tra due persone.
Era un voto per scegliere a quale schieramento permettere il
controllo dei lavori del Senato. E noi non facciamo parte né del centrosinistra
né del centrodestra. Se vogliamo giocare la nostra partita per cambiare il
paese non possiamo fare da arbitri in partite altrui”.
“Nessuno ha tradito
la volontà dell’assemblea perché l’unica indicazione che ne è uscita
chiara è stata di NON VOTARE SCHIFANI (c’è un video dell’ultima conferenza
stampa di Crimi) e tutti abbiamo aderito”. Anche Elena Fattori affida
anche lei alla sua pagina Fb la risposta “alle richieste di chiarimento tecnico
su voto di ieri e sulle accuse di ‘tradimento’ dei senatori 5 Stelle. Il
presidente del Senato è per Costituzione una carica istituzionale super partes
e votarlo in un ballottaggio dove l’M5 era ormai stato escluso non costituisce,
secondo Costituzione, una posizione politica. Se Bersani e company si sono
fatti questa idea – avverte – sbatteranno contro un muro solido nella richiesta
della fiducia”. Un messaggio finale in tema di confronto con la base e di
organizzazione all’interno del gruppo a Palazzo Madama: “Se la base vuole
giustamente la trasparenza del voto credo che debba chiedere al nostro
portavoce di redigere una lista da far circolare solo tra gli attivisti
(eviterei gli avversari politici per ovvie ragioni)”. E proprio il capogruppo al Senato Crimi in
un video su Fb spiega: “Sicuramente ieri nella cabina elettorale
qualcuno di noi ha agito in coscienza e questa è stata una grande
espressione di libertà, di quello che è il nostro spirito.
Sul web malumori e
divisioni della base. Gli elettori commentano, criticano e appoggiano. Malumori
e divisioni vengono anche dalla base del movimento: ”Beppe, che fai,
li cacci?”. ”No, ha ragione. Dimissioni immediate per i 12 traditori!”.
Il web si infiamma e il dibattito è acceso acceso tra chi ritiene
che i “dissidenti” debbano “trarre le dovute conseguenze” e chi
invece difende lalibertà di coscienza e la scelta del voto a Grasso.
Questi ultimi appaiono la maggioranza dei messaggi giunti al blog di Grillo. Un
fiume in piena di insulti, riflessioni, recriminazioni e accuse e anche un
piccolo giallo sulla presunta cancellazione di diversi mi piace alle
dichiarazioni pro libertà di coscienza. “Con il vostro voto inutile avete
resuscitato il cadavere Bersani. Forza Beppe resisti” e tanti altri che
approvano il diktat di Grillo, chi ha votato per Grasso deve lasciare il
movimento, in nome della coerenza: “Bravo Beppe traditori non ne vogliamo.
Fuori dalle palle”. Ma moltissimi non sono d’accordo: “Sono per una
contrapposizione totale al sistema dei partiti, ma sono d’accordo con quei
senatori che fra mafia e antimafia hanno scelto l’antimafia”, “Questi toni
da caccia alle streghe non sono la nuova politica”, “No a epurazioni o
espulsioni”, “Solidarietà a chi ha avuto il coraggio di votare Grasso” e
ancora: “Grillo, con queste poche righe ti sei giocato il mio voto e quello di
qualche centinaia di migliaia di persone”. Alcuni si lamentano anche del fatto
che alcuni commenti molto pesanti contro Grillo sarebbero stati cancellati e
accusano quindi i gestori del blog dicensura.
Nessun commento:
Posta un commento