Ci sono degli imbecilli – sapremo quanti
dal 26 febbraio – che ancora credono ai “progetti fantasiosi”, irrealizzabili, dei
vecchi compagni di merenda Pdl e Lega. Imbecilli e appassionati del genere
horror politico.
E Maroni durerà meno di Bossi…..L’unica
cosa che lo accomuna all’ex leader della Lega, è la predisposizione a prendere
per il sedere quei cittadini lombardi malcontenti ma privi di neuroni
funzionanti. Ma non ha la stesso “appeal” celodurista e capacità di portarli al
guinzaglio che aveva Umberto Bossi.
L’unico, nella Lega, provvisto di neurone
funzionante (seppure a fasi alterne), è il sindaco di Verona: Flavio Tosi.
Nello specifico dell’”accordo” fatto ieri
tra i vecchi compagni di merenda Pdl e Lega, “trattenere il 75% delle tasse in
Lombardia” – ammesso e non concesso che sia realizzabile – significa, considerando
le cronache giudiziarie e i motivi per i quali è caduta la giunta Formigoni,
che a rubare potrebbero essere al 75% i politici lombardi. Un risultato la Lega
lo otterrà di sicuro: non avranno più motivo di dire ‘Roma ladrona’ bensì ‘Milano
ladrona’. E non perché a Milano siamo ladri, ma perché nella mia città ha sede
il governo della regione Lombardia.
Sai che soddisfazione, per i cittadini
lombardi malcontenti….
da: La Stampa
Ma
le tasse vanno ridotte non trattenute
di Luca
Ricolfi
La mossa era nell’aria da qualche giorno, e
alla fine le cose sono andate come previsto. Dopo aver giurato e spergiurato
«mai più con Berlusconi» la Lega è tornata all’ovile: si presenterà insieme al
Pdl sia in Lombardia sia alle elezioni politiche nazionali. La base
dell’accordo è chiara sul piano politico, molto meno sul piano tecnico.
L’obiettivo politico sottoscritto da Maroni
e Berlusconi è di trattenere in
Lombardia il 75% delle tasse versate
dai cittadini lombardi, e di arrivare entro la fine della prossima
legislatura alla costituzione della macroregione
del Nord, formata da Lombardia, Veneto, Piemonte ed eventualmente altre
regioni. Sul piano tecnico, invece, è buio
totale.
Non è chiaro che cosa si intenda per tasse (tutte le imposte, tasse e tariffe? Solo le
imposte locali o anche quelle nazionali?), non è chiaro in che modo si sia
giunti a valutare che in Lombardia
attualmente resterebbe solo la metà delle tasse riscosse. Soprattutto, nulla si dice su un punto decisivo: in che
modo il nuovo progetto fiscale nordista si innesterebbe sulla realtà del
federalismo in atto, quello voluto dalla Lega con la legge 42 del 5 maggio
2009, e che tra mille ritardi e pasticci sta entrando in funzione da qualche
anno e dovrebbe andare a regime alla fine di questo decennio, cioè tra ben 7
anni.
Ho il sospetto che questa lacuna non
rifletta solo la consueta superficialità dei nostri politici, abituati a
confondere slogan e disegni di legge, ma sia dovuta alla cattiva coscienza
della Lega e del Pdl. Se ce la raccontassero tutta, i politici che ora
propongono quest’ennesima versione del
federalismo dovrebbero anche ammettere alcuni notevoli fallimenti e sciatterie del
passato.
Ricapitoliamo. Il primo tentativo della
Lega di introdurre il federalismo risale al 2005, e consiste in una legge costituzionale, la cosiddetta devolution, approvata in Parlamento
senza la maggioranza dei 2/3. Questo tipo di federalismo muore in culla, sotto la scure del referendum confermativo che lo
cancella nel 2006. L’anno dopo, nell’estate del 2007, la Regione Lombardia
propone un disegno di legge federalista, che diventa uno di punti programmatici
dell’intero centro-destra alle elezioni politiche del 2008. Una volta vinte le elezioni, tuttavia, Lega e Pdl abbandonano
il progetto su cui avevano chiesto il voto degli elettori, e varano una legge
molto diversa, la legge 42 del maggio
2009, che è quella attualmente in vigore.
Poi, dopo l’approvazione di quella legge,
introducono varie norme e decreti che
modificano ancora una volta il federalismo, dilatandone i tempi di
attuazione fino al 2019. E infine,
ultima tappa, la trovata di ieri: un progetto la cui filosofia ricalca la vecchia proposta del 2007 della Regione
Lombardia, poi rinnegata da Lega e
Pdl appena approdati al governo.
Difficile non essere sconcertati. Ho
passato anni a chiedere alla Lega perché avesse abbandonato il progetto della
Regione Lombardia, discutibile nei dettagli ma, a mio parere, ragionevole
nell’impostazione, e mi hanno sempre risposto che avevano bisogno del consenso della sinistra, e che per
ottenerlo erano stati «costretti» ad annacquare il federalismo. Adesso, come
minimo, mi piacerebbe sapere come mai ritornano a un progetto che avevano già
abbandonato e che, guarda caso - proprio come nel 2008 - agitano in campagna
elettorale, senza porsi il problema della sua attuabilità in Parlamento. Insomma, la mia impressione è che la Lega da molto tempo non sia più federalista, e che il 75% di tasse
trattenute al Nord sia solo uno slogan per
intercettare il malcontento degli
italiani, ancora sotto shock per la grandinata di tasse dell’ultimo anno. E
mi conferma in questa idea (un po’ maliziosa, lo ammetto), l’uso del verbo
«trattenere».
Trattenere
significa non mandare a Roma, e fin qui tutto bene,
almeno per chi crede che i produttori - lavoratori e imprese - siano
ingiustamente vessati in Italia. Ma trattenere può significare anche lasciare
al cosiddetto territorio e ai suoi amministratori locali, di cui Maroni - come
governatore della Lombardia - si candida ad essere l’esponente più importante,
al posto del tramontante o tramontato Formigoni. In breve, trattenere può voler
dire lasciare sì i soldi in Lombardia,
ma perché i suoi politici li spendano
meglio dei politici di «Roma ladrona». Già in occasione della ventilata (e
osteggiata dalla Lega) abolizione della province, la Lega ha dato ampia prova
della sua mutazione in partito del governo locale, che tutela innanzitutto gli
interessi dei suoi amministratori, anche loro - come quelli degli altri partiti
- affamati di quattrini da trasformare in spesa pubblica.
Ecco, non vorrei che andasse a finire così.
Non credo che sarà facile costruire la macroregione o euroregione del Nord, ma
se mai ci si riuscisse sarebbe davvero triste che vent’anni di battaglie federaliste
finissero in maggiori risorse a beneficio del ceto politico del Nord. Perciò -
per favore - cambiate quel verbo. Per far ripartire la locomotiva del Nord le
tasse non vanno «trattenute», bensì «restituite». Il che, in italiano, si dice
in modo ancora più semplice: le tasse vanno abbassate. Così è più chiaro.
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