E se provassimo a scendere con i piedi per
terra? Se cominciassimo a pensare che tutto
questo agitarsi: il leader di un grande partito che vuole conservare l’agibilità
politica; il diritto di milioni di elettori a non essere privati dell’uomo
in cui hanno riposto fiducia; la necessità di rispettare le competenze del
Parlamento e di non assoggettarlo allo strapotere di una magistratura
complottarda;il diritto di B. di difendersi come qualsiasi altro cittadino
utilizzando tutti i mezzi previsti, dunque produzione di massa di pareri pro
veritate, martellamento dell’opinione pubblica con le migliori tecniche
pubblicitarie, ricorsi alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni
con la magistratura, eccezioni di costituzionalità della legge Severino, l’arma
fine-di-mondo se mi fate decadere faccio cadere il governo; se
cominciassimo a pensare che è tutta fuffa, che in realtà B. ha un solo gigantesco problema che non può
confessare e cerca di risolverlo facendo finta di combattere per alti
principi? Scopriremmo l’acqua calda.
Andiamo con ordine. La decadenza non priverebbe B. della
“agibilità politica” (il creativo di Publitalia che ha partorito
questo jingle meriterebbe un aumento di stipendio). Il presidente del Consiglio, i ministri e il presidente della
Repubblica possono essere non
parlamentari. Nessuna norma costituzionale prevede che debbano essere
parlamentari; e non lo era infatti Ciampi, presidente del Consiglio nel
1993/1994; né i numerosi ministri di questo e del precedente governo.
Neppure la guida del partito di cui è proprietario gli sarebbe preclusa. Prima
di tutto perché ne è proprietario.
E poi perché non esiste alcuna
legittimazione formale senza la quale taluno non possa proporsi come leader
politico. Grillo e Casaleggio ne sono la
prova quotidiana. D’altra parte B. in Senato non ci va e le sue creature le
dirige da casa.
Se il Senato prendesse atto della condanna
di B. e, in applicazione della legge Severino, lo scacciasse, sarebbe una
manifestazione di forza e non di debolezza. Non è la magistratura che impone a B. di non entrare a Palazzo Madama; è una legge voluta e votata
dal Parlamento. Che sarebbe davvero debole se non fosse in grado di applicare le
sue stesse leggi. L’escamotage di ricorrere alla Corte costituzionale nella
speranza che impedisca al Parlamento di applicare una legge votata pressoché
all’unanimità pochi mesi fa, è il più evidente sintomo di questa debolezza.
Tanto più evidente in quanto contrapposta alla “forza” (intesa come dirittura
morale e coscienza del proprio dovere) di una magistratura che certo non
ignorava la portata dirompente di una sentenza tuttavia dovuta perché conforme
alla legge. Un Parlamento geloso delle sue prerogative mai dovrebbe accettare
di essere posto sotto tutela, sia pure dalla Consulta.
Allora perché il polverone? Ma è ovvio. Il giorno dopo la decadenza, B. si
sveglierà nudo di fronte alla legge. L’articolo 68 della Costituzione
non lo riguarderà più. B. non potrà
più beneficiare del favoreggiamento istituzionalizzato di un Parlamento che rifiuta costantemente
di autorizzare perquisizioni, intercettazioni,
arresti, insomma tutto l’armamentario che serve per perseguire qualsiasi
delinquente. E quando un qualsiasi
mafioso gli telefonerà, se la conversazione dovesse essere “interessante”,
non sarà necessaria la solita vergognosa manfrina parlamentare per utilizzarla.
A questo punto gli resterebbe solo l’ultima, ben conosciuta, possibilità: la
corruzione; o l’estorsione, visto che, non più senatore dunque non più pubblico
ufficiale, la concussione e le sue varianti (e conseguenti termini di
prescrizione diversi) non si applicherebbero. Ma la strada diventa rischiosa: senza lo scudo dell’art. 68, con qualche
intercettazione ben fatta lo beccherebbero subito.
Quanti scheletri nell’armadio ha uno che ha
passato la vita a delinquere? 7 prescrizioni, una condanna definitiva e
una in primo grado autorizzano un certo pessimismo. E quanti
reati può commettere da qui in avanti uno che ha sempre considerato la
legge qualcosa da cui difendersi e la legalità qualcosa che riguarda gli altri?
Ecco perché, quando cominciano a contarcela con i sommi principi, i diritti
fondamentali, le garanzie e tutto l’arsenale che ci sta ammorbando, tiriamo un
bel sospiro e diciamo sorridendo: guarda che quello ha solo paura che lo intercettino o lo arrestino per qualcosa
d’altro. Noi non sappiamo cosa, ma lui sì.
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