giovedì 19 settembre 2013

Cinema: “Rush”, la sfida tra Hunt e Lauda

da: La Stampa

“Rush”, il duello è l’anima del cinema
Hunt e Lauda nemici nel film di Ron Howard. “Non è la sfida fra buono e cattivo ma tra due forti personalità opposte” 
di Fulvia Caprara



Il punto non è solo correre, nè arrivare primi, nè mettere le mani sul trofeo. In ogni duello, oltre il talento, la fortuna e l’intelligenza messi in campo per vincere, quello che conta, per i due contendenti, è la personale visione della vita, il proprio modo di essere contrapposto a quello dell’altro, la necessità di affermarlo per riaffermarsi.  

In Rush di Ron Howard, da giovedì in 400 sale distribuito da 01, l’aspetto più affascinante, quello che veramente appassiona, al di là degli esiti delle gare (per altro notissimi visto che fanno parte della storia sportiva del mondo), è lo scontro tra le opposte personalità dei protagonisti. Visceralmente diversi
e convinti, ognuno, di possedere la migliore ricetta per vivere: «Della storia - dice il regista a Roma per il lancio della pellicola - mi ha attirato soprattutto l’individualità dei due personaggi. A differenza di quello che in genere accade nei soggetti dei film hollywoodiani, il film non è la vicenda di un buono che si batte con un cattivo. Piuttosto è il dramma che nasce dal confronto tra due uomini che si trovano, nella stessa epoca, ad attraversare le prove cruciali della loro esistenza, sia sul campo di gara che fuori».  
  
Vengono in mente i Duellanti di Ridley Scott, anche se Howard dice di non averci pensato: «È un film che mi è piaciuto molto, ma non l’ho avuto come riferimento. Quello che mi interessava era descrivere questi due rivali costretti ad affrontare le forche caudine, in una fase storica di grande fascino e in un mondo pieno di energia e eccitazione come quello delle corse». 

Al centro di Rush, impegnati nel duello, si muovono i due cavalieri che fecero l’impresa, da una parte James Hunt (Chris Hemsworth) spavaldo, donnaiolo e dissipatore, dall’altra Niki Lauda (Daniel Bruhl) minuto, schivo, e morigerato: «James era conosciuto per essere un playboy - dice Howard -, con il suo stile di vita libertino rappresentava un simbolo dello spirito Anni Settanta. Ma era anche fortemente competitivo, convinto che si potesse essere grandi senza farne una questione di business, che una vocazione potesse esprimersi liberamente, a prescindere dal lavoro». 

Una concezione opposta a quella coltivata da Lauda: «Niki - osserva Howard - mi ricorda uno degli astronauti con cui ho lavorato per Apollo 13. È molto scientifico, tecnicamente astuto, ma ha anche il senso dell’avventura e la voglia di rischiare tutto pur di arrivare dove gli altri non arrivano. Secondo me ha rappresentato una nuova razza di atleti professionisti, consapevoli del business, ma senza arrivare a pregiudicare il senso di competitività». Interpretarlo era una scommessa difficile, basta pensare alla risposta che a suo tempo Lauda aveva dato a proposito dell’attore che avrebbe recitato nei suoi panni: «Chiunque abbia l’orecchio destro ustionato può prendere in considerazione l’idea di candidarsi».  

Battuta in puro stile Lauda: « Per me - confessa Brhul - era importantissimo stabilire un buon rapporto con lui. Per fortuna è stato molto disponibile, mi ha dato tutte le informazioni di cui avevo bisogno e, quando sono andato a Vienna per imparare a mettere nel mio inglese quel suo accento austriaco un po’ arrogante, il suo aiuto è stato fondamentale».  

Una volta è perfino successo che, durante le riprese, Lauda sia stato interpellato per via di un’imprecazione: «Era un termine che non mi convinceva, gli ho telefonato, in 5 minuti mi ha richiamato, mi ha detto che non avrebbe mai pronunciato quell’improperio e mi ha fornito una lista delle parolacce che invece era solito dire». A Chris Hemsworth non è toccato il confronto con Hunt, scomparso a 45 anni, nel 1993, per infarto: «Ho avvertito ugualmente la responsabilità di interpretare un personaggio del suo peso, e di rendergli giustizia.  

Per questo ho raccolto un sacco di informazioni, ho guardato filmati e immagini d’archivio soffermandomi su quegli occhi carichi di meraviglia e di sete per la vita. James era come un bambino che si appassiona a un giocattolo, poi si stanca, lo butta, e vuole giocare con qualche altra cosa. I giornali ne esaltavano il glamour e la sensualità, ma a me è sembrato che di tutto questo a lui interessasse poco».  


L’importante per Niki e James, nell’universo «rock» della Formula Uno, era battersi e dimostrare di essere i migliori: «Credo - dice Hemsworth - che fossero reciprocamente capaci di tirare fuori il peggio e al tempo stesso il meglio l’uno dell’altro. Ognuno ha obbligato l’altro a guardarsi allo specchio e chiedersi “sto facendo la cosa giusta”?». 

3 commenti:

  1. Io non vedo l'ora di vederlo questo film...

    poi volevo consigliati questo post...consigli su come ordinare la scrivania...mi aspetto un tuo commento

    http://spettacolospettacolare.blogspot.it/2013/09/the-good-wife-promo-esteso-quinta.html

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  2. Ciao Sara..anch'io voglio vederlo...il regista è di quelli che sa fare fare cinema in senso industriale (che non è un limite, anzi)...e di Hunt e Lauda, pur non essendo una che segue l'automobilismo ho certi ricordi..due personalità diversissime ma interessanti

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  3. dimenticavo...appena ho un attimo vengo a "casa tua"...

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