da: Il Fatto Quotidiano
di Pino
Petruzzelli
Quel 5 settembre a Pollica, nel Cilento, in
tanti avevano fatto il bagno in un mare pulito; in tanti avevano bevuto una
bibita nei bar del paese e gettata la lattina vuota nei cassonetti della
raccolta differenziata; in tanti avevano pranzato o cenato nei ristoranti del
paese divenuti famosi per la dieta mediterranea; in tanti avevano dormito in
alberghi o case del paese.
In tanti avevano goduto una splendida vacanza
grazie alla voglia di ricominciare della gente di Pollica e del suo
sindaco Angelo Vassallo.
Quel 5 settembre 2010, mentre tornava a
casa, Angelo Vassallo fu ucciso da sette colpi di pistola. Camorra? A tre anni dall’omicidio nessuna
verità è ancora venuta fuori.
Cosa resta a Pollica, dopo la morte di Angelo
Vassallo? Tanto. Resta un sogno che grazie all’impegno dei suoi abitanti non si
è spento. Un sogno che vive ancora e tiene accesa la speranza. “Viviamo per
continuare a credere che guardare lontano non è utopia, ma solo voglia di
lavorare.” Come ricorda Stefano Pisani, il giovane e coraggioso sindaco che con
grande senso di responsabilità è subentrato alla guida del Comune subito dopo
l’assassinio di Angelo Vassallo. “A Pollica cerchiamo di lavorare ognuno nel
suo piccolo
perché siamo una comunità che ha fatto tanto e deve fare ancora
tanto. Angelo Vassallo ci ha insegnato che cambiare è possibile.”
A Pollica Angelo Vassallo creò un modello
da esportare: attraverso turismo e ambiente diede nuova linfa
all’economia dei suoi compaesani. Quando Vassallo fu eletto si trovò in eredità
un bilancio comunale dissestato, il mare inquinato e tanta disoccupazione.
“Prima da qui si fuggiva tutti.” Mi
racconta Anna V. che gestisce uno stabilimento balneare ad Acciaroli, frazione
di Pollica. “I lavori possibili erano solo due: pescatore o muratore. I
ristoranti, i bar, i negozi, gli alberghi e le case in affitto per turisti, non
esistevano. Qui si poteva solo scappare. Ora lavoriamo duro, ma i figli li
possiamo mantenere all’Università.”
Muovendo dall’idea che in un luogo come il
Cilento l’unico modo di vitalizzare l’economia locale poteva essere il
binomio natura e territorio, Angelo Vassallo si diede subito da fare.
Rese efficiente il depuratore e le acque del mare di Pollica divennero tra le
più pulite d’Italia; organizzò la raccolta differenziata e creò un’Isola
Ecologica; pedonalizzò le strade del paese; riordinò la rete fognaria di
Acciaroli.
Il 5 settembre scorso, nella piazza di
Pollica, una folla commossa ha ricordato Angelo Vassallo. Ho scambiato
due parole con il sindaco Stefano Pisani: “Dopo la morte di Angelo, è rimasto
ancora tanto da fare. Attraverso lavoro e sacrificio, proviamo a continuare un
sogno. Oggi nelle strutture turistiche del nostro paese non trovano lavoro solo
i miei compaesani, ma anche la gente dei dintorni.
Il Comune ha offerto posti di lavoro
attraverso la gestione diretta del porto o di una pompa di benzina e stiamo
completando dei lavori per permettere l’apertura di nuove attività commerciali.
Le opportunità di lavoro in questi ultimi quindici anni si sono moltiplicate
del 400%. L’occupazione è cresciuta attraverso “l’ambiente”. E’
“l’ambiente” il valore che ci ha fatto cambiare marcia. L’ambiente come
elemento centrale della nostra economia. Una scelta che ci ha dato ragione.
Prima tanti andavano via, mentre ora si torna. Noi vogliamo riportare la gente
a vivere a Pollica e nei prossimi tre anni cercheremo di dare possibilità
abitative anche ai giovani. Dopo il lavoro, una casa.”
Saluto il sindaco e prima di andare via
colgo le parole di Oscar Farinetti, patron di Eataly, che ricordando Angelo
Vassallo ribadisce la necessità di unire senso civico a senso di
responsabilità. “Bisogna far cambiare mentalità agli italiani. Angelo ci ha
insegnato ad avere coraggio, senso civico e coscienza. Ciascuno di noi deve
cominciare ad assumersi le proprie responsabilità”.
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