sabato 28 settembre 2013

Bruno Tinti: “I grillini impermeabili al ragionamento”

 da: Il Fatto Quotidiano

Ho accettato la richiesta di un vecchio amico. Vieni a parlare a una festa dei grillini? Su cosa? Lavoro, salute, economia. Hhmm. Dai, ti prego. È una bravissima persona. Ok. Alla fine me ne sono pentito assai. Non tanto perché mi hanno mangiato vivo con perfetto stile berlusconiano; quanto perché non c’è stato verso di spiegare niente: erano impermeabili al ragionamento.

Diritto al lavoro, certo. Art. 4 Cost: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Ma che succede se il lavoro uccide? Art. 32 Cost: “La Repubblica tutela la salute come diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Vi ricordate le miniere di zolfo siciliane dell’800? Ci lavoravano i carusi, ragazzini di 6/7 anni che morivano come mosche. Certo, la loro paga manteneva famiglie poverissime. Ma vi sentireste di dire che dovevano continuare a lavorare? Non sono arrivati a dirmi di si; però mi hanno spiegato, con molta enfasi, che la “politica” doveva garantire un lavoro sicuro a tutti. E qui sono cominciati i guai seri.
Vero, lo Stato, deve promuovere le condizioni che rendano effettivo il diritto al lavoro. Ma se non ci riesce? Se non si può? Se, nella migliore delle ipotesi, ci vuole tempo? Si può, si può, basta che la smettano di rubare. Vero; ma prima che si riesca a metterli tutti in prigione ci va del tempo; e intanto?

Prendete Ilva. Lo sappiamo tutti che ammazza, lavoratori e cittadini di Taranto. Forse, con 10,15, 20 miliardi, nessuno lo sa con precisione, ed entro 10,15 anni, anche questo nessuno lo sa, si arriverà a metterla in sicurezza. Ma nel frattempo? Quanti morti si possono accettare per garantire il diritto al lavoro dei 5000 dipendenti? Ci dovevano pensare prima, non la dovevano privatizzare, chissà i soldi che si sono fatti dare. Tutto vero; però è andata così. Adesso che si fa? Tumulto, si sono divisi in due parti, una piccolina che raccontava come a Taranto sia impossibile vivere; e un’altra maggioritaria che diceva che lo Stato doveva espropriarla.
Ho colto il suggerimento per passare al problema principale, anche se ormai avevo capito che navigavo in brutte acque. Non la espropria perché poi i soldi per il risanamento li deve mettere lui. E dove li trova lo Stato 15 miliardi? Vedete, il lavoro deve essere remunerativo; che vuol dire ripagare l’investimento e garantire la paga del lavoratore. Se non è così, non si può mantenere.
Chi dovrebbe pagare il salario dei lavoratori che non ricavano da quello che fanno le risorse necessarie? Tutti gli altri, non c’è soluzione. Questo già avviene con la cassa integrazione in deroga. È una forma di tassa. Quanto può andare avanti un Paese che fa pagare a tutti, pro quota, il lavoro di quelli che non ricavano di che pagarselo da soli? In questo senso, il diritto al lavoro è subordinato anche alle leggi dell’economia: niente utile, niente paga. Se non ci sono soldi, come si potrebbe corrispondere un salario?
A momenti mi ammazzavano. La cosa più gentile che mi hanno detto: parli bene tu con la tua pensione milionaria che ti paghiamo noi. Che, tra tante stupidaggini, è stata l’unica cosa sensata; in effetti un po’ in imbarazzo mi sono sentito, anche se di milioni non se ne parla. Un simpatico sindacalista che era sul palco con me mi ha spiegato che la soluzione era ovvia: la nazionalizzazione di tutti i mezzi di produzione, industrie, commerci, banche: e, naturalmente, l’uscita dall’euro.
Ho pensato al Muro di Berlino e alla Corea del Nord e ho rabbrividito. Alla fine, sguardi ostili e incazzatura generale. Mi spiace per il mio amico; ma con questa gente non si può ragionare.

3 commenti:

  1. caro tinti....sono un pò testardi è vero...la prossima volta....vai alla festa dell'unità....lì trovi di tutto duri e morbidi... e pure le salsicce......buona serata.....................

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  2. testardi?...Tinti ha scritto "non si può ragionare" che c'entra con la testardaggine?!

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  3. Bravo anonimo, hanno distrutto l'Italia e adesso ci vogliono far credere di avere la ricetta; prendiamo l'ilva ad esempio, I Riva hanno 1 miliardo e mezzo di euro in svizzera, bene, sequestriamolo e cominciamo a risanare la struttura tarantina, vedrai che intanto si lavora senza che lo stato metta un euro; la sicilia: nessuno dice di far lavorare ragazzini di 6/7 anni ma se tagliamo tutte le spese inutili di regioni, province e comuni (tanto per cominciare le indennità politiche) escono fuori centinaia di milioni di euro per i famosi redditi di cittadinanza. E si ritorna all'inizio del mio discorso: ha ragione Anonimo, vai alla festa dell'unità, li non si parla di questi problemi e le tue stupidaggini le prendono per oro colato.

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