da: la Repubblica
"The last ship", il lato folk di Sting
"Vi
racconto com'era la mia Newcastle"
L'ex
Police pubblica il nuovo disco il 24 settembre, rievocando la sua infanzia e la
chiusura dei cantieri navali negli anni 80 che sancì la fine di una comunità.
L'anno prossimo il lavoro diventerà un musical
di Carlo
Moretti
La perdita del lavoro, la dignità negata,
lo scontro tra padri e figli. Ma anche il senso di appartenenza a una comunità
e l'importanza delle radici. "Si passa una vita a tagliare i ponti e poi
si cambia, viene il momento di tornare indietro a cercare chi siamo",
spiega Sting, che a 61 anni e dopo dieci anni di silenzio discografico ha
affidato a un album la storia della sua infanzia a Newcastle. The last
ship, questo il titolo del disco che esce il 24 settembre, nel giugno del 2014
diventerà un musical, la vera ragione per cui sono nate queste canzoni:
racconta la chiusura dei cantieri navali "Swan Hunters" alla fine
degli anni Ottanta a Wallsend, "a due passi dalla strada in cui abitavo da
ragazzino".
La storia ha molte similitudini con quanto accade oggi nel mondo del lavoro.
"Già, le teorie economiche utilizzate contro le comunità: abbiamo bisogno di bilanciare le necessità dell'economia e della finanza e quelle delle persone, altrimenti sarà il caos. La crisi dipende da questo: produrre cose utili è la vocazione di ogni comunità, la tiene insieme, noi a Newcastle facevamo le navi più grandi del mondo e eravamo orgogliosi di questo ruolo. Quando chiusero i cantieri, per tutti fu come morire. Oggi, poi, il lavoro è immateriale, cosa stiamo costruendo? All'epoca, al termine di una giornata potevi vedere ciò che avevi fatto, io per fortuna uso le mani, faccio il musicista".
Sorprenderanno i suoi fan queste canzoni rigorosamente folk, ora che nei suoi concerti era tornato al rock.
"Per il musical non ho mai pensato al
rock, volevo la musica di quella zona e Newcastle ha una grande e antica
tradizione folk, celtica, è un'area di forte immigrazione dall'Irlanda e dalla
Scozia. Ho scelto musicisti di quelle parti, c'è anche Brian Johnson degli
Ac/Dc, è nato a Gateshead. Serviva un mix con la musica da musical e non credo
che il rock vada bene per il teatro, ha bisogno di volume alto, per questo
alcuni buoni musical come Rent non mi hanno mai convinto".
Ha
già un'idea di come sarà lo spettacolo a teatro?
"So come non dovrà essere: troppo
costoso o troppo tecnologico. Ho scritto una storia semplice che possa andare
ovunque, anche essere rappresentata nelle scuole da un gruppo di attori con la
chitarra".
Lei parteciperà in qualche forma?
Lei parteciperà in qualche forma?
"No, il 25 settembre, e per alcuni
giorni al Public Theater di New York, lo suoneremo in forma di concerto. Per il
musical toccherà agli attori veri, ci saranno cinque protagonisti, per ora
abbiamo scelto solo Fred Applegate per il ruolo del prete, il vero leader della
comunità, lui sa che le persone quando perdono il lavoro perdono l'anima, è un
prete di sinistra, direi che segue i canoni della Teoria della
liberazione".
Questo musical riuscirà a essere per i cantieri navali ciò che il film Billy Elliott è stato per i minatori?
Questo musical riuscirà a essere per i cantieri navali ciò che il film Billy Elliott è stato per i minatori?
"Per la verità Billy Elliott non
ha restituito ai minatori ciò che avevano perduto. Detto questo, con The
last ship mi piacerebbe anche ridare voce ai lavoratori della mia
città".
Il
musical sembra fortemente autobiografico, a cominciare dal rapporto
padre-figlio.
"Penso che dentro ci siano mio padre e
la lotta che c'è stata tra noi. Anche nel 1989 scrivendo The soul cages ho
affrontato temi simili, parlando di lui e mia madre. Al tempo stavano entrambi
morendo e moriva anche la città, i cantieri navali chiudevano: era una metafora
potente sulla morte. Newcastle, in particolare Wallsend, è un posto molto
creativo, ho vissuto in un paesaggio industriale surreale. Le navi sono simboli
fantastici, io stesso mi sono visto come su una nave costruita a Wallsend,
partita e mai tornata. Dopo tanti anni non ho ancora trovato pace, utilizzi
tempo e energia per scappare dalla famiglia, dalla comunità, poi a 60 anni ti
ritrovi a doverne spendere altrettanto per tornare indietro e chiederti perché
sei fatto come sei, e pensi in un certo modo. Io lo sto ancora
cercando".
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