mercoledì 25 settembre 2013

Alessandro Gilioli: “Capitalisti alle cozze”

sottoscrivo parola per parola, punteggiatura inclusa


da: Piovono Rane

Ma se questa storia di Telecom – e quella ancora più surreale di Alitalia – fornisse invece a tutti un bello spunto di riflessione su quello che sanno e quello che non sanno fare i grandi imprenditori e capitalisti italiani?
No, perché è da quando sono nato che li sento lamentarsi nei convegni e sui giornali - la burocrazia, le tasse,  i sindacati, i ‘lacci e laccioli’ etc – ma mai una volta che li ho sentiti fare un po’ d’autocritica sulle loro pratiche individuali e collettive, sulle posizioni di rendita di cui hanno goduto, sui loro intrecci con le banche e con la politica, sui loro investimenti sbilenchi e sul loro stare spesso al limite della legge.
Ma lo sapete, ad esempio, chi c’è tra i famosi ‘patrioti’ che hanno rilevato Alitalia a spese nostre? Emilio Riva, quello dell’Ilva, indagato e già ai domiciliari; Salvatore Ligresti, arrestato; Francesco Gaetano Caltagirone, indagato per frode fiscale; Antonio Angelucci, indagato per truffa allo Stato.
Questi i ‘patrioti’. E quello che li ha chiamati a raccolta, come noto, è un altro grande imprenditore italiano appena condannato per frode fiscale.

Invece di accapigliarci sulla perduta italianità di Telecom e Alitalia, non sarebbe il caso di interrogarsi tutti sull’attuale classe dirigente dell’economia italiana che non sembra essere migliore – né eticamente né tecnicamente – di quella che comanda in politica?
E non è che il famoso ‘declino’ di questo Paese abbia a che fare con questo mix di insipenza e opportunismo molto più che con l’articolo 18 o con la ‘rigidità’ della legge 626? 

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