da: Il Sole 24 Ore
X
Factor a caccia di autori, rapper e carisma. Ma sarà l'anno di Mika
di Francesco
Prisco
Non si è visto molto, ma si è visto già
tanto. Il primo appuntamento con le audizioni di X Factor, in onda ieri su Sky
Uno, ci ha detto cose indicative sull'edizione 2013 che entrerà nel vivo il 24
ottobre con il live show: sarà l'anno degli autori, degli apostoli del rap,
degli interpreti carismatici e, soprattutto, l'anno di Mika.
Sul talentuoso performer anglo-libanese, arruolato in veste di giudice, la costola italiana dell'impero di Murdoch ha investito tanto e allora intende valorizzalo al massimo, come il gioiello di una campagna acquisti che deve giocare sempre per forza titolare.
Sul talentuoso performer anglo-libanese, arruolato in veste di giudice, la costola italiana dell'impero di Murdoch ha investito tanto e allora intende valorizzalo al massimo, come il gioiello di una campagna acquisti che deve giocare sempre per forza titolare.
Di fronte alle aspiranti pop star in fila
per i provini di Milano è atterrato in elicottero, mentre i colleghi Simona
Ventura, Morgan ed Elio più modestamente sfilavano in una monovolume di pregio.
Quindi ha ascoltato, sentenziato,
ironizzato, parlato il cinese, citato
l'inglese, storpiato l'italiano, gigioneggiato con qualche allusione sessuale.
Competente lo è. In aggiunta Mika si mette a fare il simpatico e gli riesce
pure bene.
L'occhio
per gli autori
Dalla prima fase di selezioni emerge subito
la volontà dei giudici di scovare performer che siano pure autori. Passa il
turno per esempio Alberto Galoppini detto Galup, 21enne allevatore di suini con
biondi dreadlock. Tenta la furbata della cover di «Mi servirebbe sapere», se ne
dimentica il testo e sembra spacciato. Per fortuna aggiusta tutto cantando a
cappella la sua «Corro», compitino reggae che trasuda ottimismo. Meglio ancora
Valentina Tioli, giovane cantautrice modenese capace di stupire con l'impervia
«My Kind of love» Emily Sande. Timbro r'n'b, intonazione, grande controllo: non
può non mettere tutti d'accordo. Ci sarà da lavorare sul personaggio ma sembra
salita su un Frecciarossa per il live show. Tra i gruppi destano grande
curiosità gli Street Clerks, quartetto che arrangia «Candy» di Robbie Williams
con armonie vocali folk e quindi propone un proprio pezzo con accompagnamento
di mandola. Potrebbero arrivare lontano. Non tutti gli autori sono della stessa
pasta: scartato e deriso dai giudici Giampiero Curti, panettiere di Melegnano
che indossa una maglia di Spiderman («Perché l'uomo ragno è un figo») e decanta
«Non te la devi tirare/ perché hai lo sfiatatoio». Improponibile.
Quando
la voce non basta
Poi ci sono i cantanti classici, più o meno
dotati. Il 23enne romano Manuel Cardella getta sul tavolo come biglietto da
visita le innumerevoli visualizzazioni dei suoi clip su You Tube. Prima
infastidisce per la supponenza e la carica eccessiva con cui condisce «Walk»
dei Foo Fighter, poi lo prendono. Vicenda curiosa quella di Elena Giardina,
17enne bolognese figlia di una cantante di balera che sfoggia e doti vocali su
«It's raining, It's pouring». Difetterà di gusto, ma rimedia comunque quattro
sì. Non va altrettanto bene a Sciaron Cefalo, intonata ma senza cognizioni
metriche in «Calling you», o a Federica Prati che si maschera da regina per
cantare «Il futuro che sarà» di Chiara fino a farsi fare a pezzi. Nome da
segnarsi quello di Michele Bravi, 18nne di Città di Castello dal timbro che
ricorda vagamente quello di Asaf Avidan, ieri impegnato in «Father and son» di
Cat Stevens. Quattro sì per lui, quattro no per l'amico Alessandro Nardi che
sciupa «Lonley Boy». Dentro, per ora, la cinese Ying Luo, interprete di «The
way we were». Commuove Roberta Pompa che, in virtù di una grande voce, rende
onore a «Cornflake Girl» di Tori Amos e va al Boot Camp salutata da una
standing ovation. Superano il turno i lombardi Free Boys che, con una cover di
«Can't say no» di Conor Maynard innsescano, un dibattito sulle boyband.
Carisma
ed esotismi
Suscita grande simpatia Alan Scaffardi, il
36enne accompagnato dal figlioletto che convince tutti con la cover di «Cherry
Oh». Nel catalogo degli esotismi il duo di folk tradizionale Avanti e ‘Ndre che
funziona fino a che si tratta di armonizzare voci sulle fisarmoniche, poi
riesce kitsch e stonato su «È tutto un attimo» di Anna Oxa. Eppure supera il
provino. Bravo Fabio Santini, impiegato 27enne innamorato di Beatles ed Elvis
che mostra carisma da vendere sulla caposseliana «Che coss'é l'amor». Divide ma
entra Elena Pardini, discontinua epigona di Etta James, mentre Chiara Gallana,
già reduce dal reality manageriale «The Apprentice», riesce credibile in «Sola»
di Francesca Michelin, tanto che la prendono.
A
caccia di rapper
Nel finale di puntata, ai giudici si
aggiunge il rapper Fedez tanto per far capire in quale direzione musicale si
intende andare a scandagliare. Escono gli acerbi Duel Project che scandiscono
rime sulla base di «Doppiamente fragile» di Anna Tatangelo. Non male le doti
canore mostrate nei ritornelli dalla hip-hopper Sarah Fargion, incinta di sei
mesi al momento delle selezioni brillantemente superate. Con una storia del
genere rappresenterebbe un reality nel reality. In ultimo Mr. Rain e Osso,
rapper normale e cantante super. Si mettono alla prova su «Reckoning Song» e
convincono: la miscela può funzionare.
Nessun commento:
Posta un commento