Ieri sera da Fazio, Letta ha detto di
preferire il ritorno al voto con una nuova legge elettorale. Oggi Grillo gli ha
ricordato cosa è successo qualche mese fa: il deputato Giachetti del Pd - dicasi Pd, stesso partito di Letta –
propose il ritorno al mattarellum ma tutto il partito votò contro. E’ vero
quindi ciò che asserisce Grillo: quando vi era la possibilità di votare per il
ritorno alla legge elettorale precedente cancellando il porcellum, il Pd di
Letta non lo ha fatto.
E’ altresì vero ciò che sostiene Letta . Il
fondatore del M5S, contrariamente a ciò che sosteneva durante l’ultima campagna
elettorale e nonostante il voto a favore della proposta Giachetti, vuole votare
con il porcellum. Motiva la contraddizione con un argomento oggettivamente
reale: questa classe politica non è riuscita a cambiare la legge elettorale, perché
non la vuole realmente modificare. Oppure, se lo farà, sarà per creare un super
porcellum. Ma Letta sostiene che il vero motivo dell’improvviso amore di Grillo
per il porcellum è che questo sistema gli consente di fare il terzo incomodo
sottraendo voti al Pdl e al Pd.
Letta dovrebbe però spiegarci per quale
motivo Grillo dovrebbe essere così pirla da scegliere la strada più difficile
quando, grazie all’incapacità della classe politica di centro sinistra e centro
destra, è in essere una legge elettorale che consente al M5S di avere un peso
in Parlamento. Che poi non lo usi, o non lo sappia usare è altra faccenda.
Pertanto, è vero ciò che sostiene Grillo
nei confronti del Pd e di Letta, è vero ciò che sostiene Letta nei confronti di
Grillo: il porcellum gli va bene perché gli consente di fare il terzo incomodo.
E’ indubbio che si è verificata un’inversione.
Quando Letta era convinto – non si sa in virtù di quale presupposto
considerando i precedenti “ballerini” del Cavaliere – che sarebbe riuscito a
governare con Berlusconi, il Pd votò contro il ritorno alla precedente legge
elettorale. Perché le larghe intese, quelle volute da Napolitano per la “pacificazione”
tra centro-destra e centro-sinistra – comportavano anche le riforme costituzionali. Il
cambiamento della legge elettorale rientrava in un “pacchetto” più ampio.
Inspiegabilmente (si fa per dire). Sì, perché se è vero che alcune modifiche
costituzionali, quali la riduzione del numero dei parlamentari eliminando i due
rami del Parlamento o riscrivendo le funzioni del Senato, sono sempre più opportune per rendere funzionale e
rapido l’iter parlamentare, senza per questo ridurre le prerogative
democratiche, non si capisce per quale motivo non si possa procedere per step.
Iniziare, proprio dalla cancellazione del porcellum, per poi pianificare le
modifiche costituzionali.
L’inversione di “gusto” sia di Grillo sia
di Letta è dettata dai tatticismi del momento. Solo una reale e seria volontà
di trovare uno schema legislativo che consenta agli italiani di esprimere delle
preferenze e, soprattutto, di sapere che ci sarà un vincitore e uno sconfitto
possono invertire la tendenza. Quella di una classe politica inetta e
strumentale che agisce parlando di interessi degli italiani e di cambiamenti ma
in realtà lascia tutto come prima.
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